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Tag: hip hop

Genova Hip Hop Festival 2023

Sono stata al Genova Hip Hop Festival, un evento durato ben otto ore e dedicato, ovviamente, al genere musicale che piace tanto ai giovanissimi. E voi penserete: “Ok, quindi?” Riformulo: sono andata al Genova Hip Hop Festival vestita come una qualsiasi Rory Gilmore appena uscita dalla biblioteca di Yale e senza conoscere le canzoni. Ma è stata un’esperienza fantastica.

Partiamo con una grande e doverosa premessa: non sono mai stata un’esperta della scena rap. Con gli anni, ho imparato a lasciarmi condizionare meno dai pregiudizi e dall’insensato desiderio di avere dei gusti da snob sofisticata, per riconnettermi alla realtà. Ogni forma d’arte ha ragione di esistere finché riesce ad arrivare al cuore delle persone.

Il festival, giunto alla sua quinta e straordinaria edizione, ha voluto raccontare la cultura hip hop a 360 gradi, dando spazio anche alla street art e alla break dance. I protagonisti sul palco dei Giardini Baltimora erano sia grandi nomi nazionali come Inoki ed Ensi, sia artisti emergenti nati anche da realtà genovesi. Grazie alla partnership con il Comune, è stato un evento totalmente gratuito, caratteristica importante che ha reso la musica accessibile al pubblico molto giovane e, quindi, composto perlopiù da persone senza un’entrata economica. E vi assicuro che vedere degli adolescenti passare ore attaccati a una transenna, a urlare, cantare e limonare è emozionante: noi eravamo così e avremmo fatto carte false per vivere un momento simile.

E poi, sarò di parte, ma Genova non si smentisce mai. La città di De André sa ancora parlare a chi si sente maledetto e non esiste una netta differenza tra vecchia scuola e nuova scena rap, ma c’è un unico filo rosso che parte dallo stesso gomitolo che i cantautori si passano di mano in mano mentre cantano i quartieri della città. E ognuno lo srotola a modo suo, magari anche male, ma fa la sua parte. Ed è un concetto che ho compreso, in primis, con l’esibizione di Theo Rem, un nome che mi arriva alle orecchie da anni, ma molto distante dalle mie playlist su Spotify. Mentre cantava cercava un vero contatto con il pubblico, voleva parlare ai ragazzi di fronte a lui ed era come se sentisse di appartenere alla piazza mentre saltava con Potere e Paul Klee. E poi sono stata rapita da Helmi Sa7bi, che ha portato la sua infanzia turbolenta e i vicoli del centro storico di Genova nella sua musica e se le è fatte urlare in faccia dal pubblico mentre cantava brani come Houma. Ciò che raccontiamo di intimo, se condiviso, ci torna indietro con una potenza infinita.

Più andava avanti la serata, più aumentava l’hype: Tredici Pietro e Lil Busso, Nerone, Miriam Ayaba, Spike, Ensi, Silent Bob e Sick Budd e la tanto attesa chiusura di Inoki. 

Io non so approfondire una critica artistica sull’hip hop e non voglio, per oggi soltanto, addentrarmi nelle sue criticità sessiste. Ma se c’è una cosa che ho imparato dalla lotta intersezionale è che la realtà è nelle strade, urla per farsi sentire ai piani più alti e spacca i muri delle istituzioni per trovare il suo spazio. E l’hip hop, che mi piaccia o no, inizia dalla strada.

 

Marta Massardo

Foto di Carlo Ceccarelli

RKOMI

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RKOMI @ Vidia Club – Cesena // December 2, 2017

+ Drefgold

 

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