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Tag: live photography

Editors

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Editors live in Milano @ Mediolanum Forum // April 22, 2018
VI OLENCE TOUR

+ October Drift

 

 

 

 

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Se non avessimo tardato, se non avessimo corso e sudato nemmeno fosse luglio in Riviera, probabilmente non saremmo stati in grado di fare una Instagram Story come quella fatta durante il nostro arrivo, aprendo la porta con lo show appena iniziato davanti ai nostri occhi (da questo episodio credo ne nascerà un filone di video all’entrata, di conseguenza arriveremo appositamente in ritardo).

Nel video sto correndo verso la porta di accesso al parterre, la spalanco e Alessio doc.trip Bertelloni riprende le mie spalle e la mia faccia stupita e illuminata dalle bellissime luci bianche del palco, moltiplicate da una scenografia post industriale e psichedelica alle spalle del gruppo.

Spesso mi viene chiesto come mai insisto nel chiedere sempre il parterre in accredito stampa e non le tribune dove potrei vedere meglio lo show per poi scriverne. E avrebbe anche senso, se non fosse che a mio parere dello show fanno parte anche le persone, quelle che hanno comprato il biglietto e atteso anche mesi per poterci essere e goderne.

Tom Smith è uno di quei cantanti, musicisti, che mentre cantano “ci sono” proprio come se fosse l’unica data del tour, non solo l’unica data italiana. E quando canta Magazine è ancora più presente, quasi come se averla scritta 5 anni prima e finalmente portarla sul palco legittimata dalla sua presenza all’interno di un album, fosse quasi un atto di liberazione. Un concerto intenso e carico di vibrazioni potenti. Ci si sente ricaricati a fine serata, perché tra vecchi successi e nuovi pezzi tratti dall’ultimo album Violence, quello che rimane è l’aver partecipato ad una seduta collettiva di positività.

Davvero grandi (ndr).

Vorrei proprio vedere un altro concerto degli Editors un giorno, perché come più volte detto dalla band e dimostrato album dopo album, non amano ripetersi. Amano l’originalità e la ricerca musicale, perché la ridondanza non è amica dell’arte e non lo è nemmeno degli show. Peccato però se nemmeno un briciolo di quelle bellissime luci viola si ripeterà mai, perché hanno creato un alone di magia attorno ad un gruppo che, canzone dopo canzone dopo canzone, ha cantato e suonato con il sorriso e la felicità di chi appunto, ha amato esserci.

Anche noi abbiamo amato altrettanto essere lì.

Nello stesso posto.

Con loro.

Tengo particolarmente a ringraziare DNA Concerti, perché questa è stata un’esperienza che attendevo da tempo. Non ero mai riuscita ad essere nello stesso posto degli Editors, nello stesso momento, faccia a faccia. E nello specifico, sentendoli anche cantare.

E una menzione speciale va allo staff (tutto lo staff) del Mediolanum Forum. Non è scontata tale disponibilità e gentilezza. Men che meno la simpatia.

 

Testo: Sara Alice Ceccarelli

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October Drift

 

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Setlist Editors:

Hallelujah (So Low)
A Ton of Love
Formaldehyde
Darkness at the Door
Violence
No Harm
Blood
Munich
An End Has A Start
In This Light and on This Evening
Eat Raw Meat = Blood Drool
Nothingness
Belong
Sugar
The Racing Rats
Ocean of Night

Bis:
No Sound But the Wind
Cold
Magazine
Papillon
Marching Orders

 

 

 

 

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Foto: Luca Ortolani

 

 

 

 

 

 

 

 

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Roger Waters

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Roger Waters live in Bologna @ Unipol Arena // April 21, 2018
Us and Them Tour

 

 

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Sullo schermo la ragazza guarda il mare, guarda l’orizzonte, guarda l’infinito. Una proiezione alle spalle del palco durata almeno due minuti e accompagnata dal suono delle onde, per preparare la strada ad un viaggio, ad un sogno. Waters è sul palco con un look da attore di teatro, un total black di chi non vuole attirare l’attenzione su di sé ma solo sulla propria musica. La prima parte del concerto vola via tra atmosfere oniriche e lunghe performance strumentali che fanno quasi credere di aver fatto un salto nel tempo e di assistere ai Pink Floyd al completo. L’apice viene toccato quando in scaletta si arriva a Hey You incalzata da un pubblico che in coro accompagna ogni nota. E gli applausi non fanno in tempo a svanire che un elicottero sorvola l’Unipol Arena e dodici carcerati di Guantanamo salgono sul palco, vestiti appunto con una divisa arancione e cappuccio nero. E questo è finalmente il momento di Another Brick in the Wall. Brividi e anticonformismo esaltati dal suono distorto della sua chitarra e dal suono di una sirena allarmante che scende dal soffitto sul pubblico, che portano lo show al passo successivo: la denuncia sociale. Waters si sa, era il membro impegnato per eccellenza dei Pink Floyd e il pacifismo esce palesemente con la proiezione di immagini contro la guerra, come quella di un bambino davanti ad un carro armato. Poi naturalmente la posizione anti Trump non tarda ad arrivare, proiettandone le frasi più salienti.

 

A Nation without borders is not a nation at all.

We must have a wall.

I too have a nuclear button,

but it is a much bigger and more powerful one than his,

and my button works.

Fino a toccare l’assurdità dell’infelice frase

If Ivanka were not my doughter,

perharps i would be dating her.

 

Scenografie magnificenti richiamano le copertine dei Pink Floyd: la Battersea Power Sation di Londra sovrasta tutto il pubblico, la sfera di Pulse vola libera nell’aria, il maiale di Pigs con la scritta “Piggy Bank of War” e per finire la piramide di laser fa sentire il pubblico in un luogo mai visto, sul lato oscuro della luna. Uno spettacolo coinvolgente che porta il pubblico in una realtà parallela dove il tempo non segue le leggi della fisica e tre ore sono un secondo e la musica dei Pink Floyd è più attuale che mai nonostante siano passati 33 anni dal loro scioglimento, che poi è la mia età, come fosse quasi destino. Se dovessi descrivere lo show con un unico aggettivo, lo definirei visionario.

È stato un continuo salire di livello, di emozioni e di ritmo. È stato un lungo show che non ha avuto alcun momento morto dove la prima emozione non trovava il tempo di finire subito sopraffatta dalla seconda e poi dalla terza e così via. È stata un’esperienza più che un concerto.

Sono passati due giorni dall’evento. Sto scrivendo questo articolo dopo aver raccolto i miei messaggi inviati durante e post concerto alle persone, perché è da quelli e dalle espressioni sui volti di chi mi ascoltava dal vivo che ho capito di aver testimoniato ad una sorta di “Evento definitivo” tra i possibili eventi unici che un individuo può vedere.

Alla mia ragazza non ho fatto altro che scrivere “Non puoi capire”, perché su due piedi, con Waters sul palco, altro non ero in grado di scrivere.

 

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Testo: Alessio “doc.trip” Bertelloni

 

Thanks to D’alessandro & Galli

 

 

 

 

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