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Loren “Uniti” (Garrincha Dischi, 2022)

Siamo a dicembre, ma possiamo sempre cantare e ballare sulla spiaggia. E non mi riferisco all’atto concreto di andare al mare in inverno, che per chi vive in Liguria come me è normale: parlo di vivere emozioni estive, ma fuori stagione.

I Loren (Francesco Mucè, Richard Cocciarelli, Gabriele Burroni, Marco Ventrice e Dario Fischi) sono una band fiorentina, hanno esordito con il primo album nel 2018 e sono tornati sulle scene con Uniti, un disco perfettamente riassunto nel suo titolo. Per quanto io abbia un debole per il fascino dell’enigmatico (momento di auto-denuncia che potrebbe costarmi caro), sento la necessità di ascoltare anche musica trasparente, che racconta con semplicità la mia esistenza ordinaria e che sappia farmi sentire al posto giusto. 

Uniti è pieno di vita e ha la capacità di sbrogliare molti nodi, riconnettendosi a un concetto quasi primordiale: la musica serve per ritrovarsi insieme. Il disco esplora diversi generi e ospita numerose collaborazioni artistiche, come Nicola Manzan, i Vocal Blue Trains e la Galantara Marching Band, rafforzando ancora di più la coesione tra gli individui, il filo rosso di tutte le canzoni.

Partiamo con il singolo più esplicativo di tutto l’album: Viva La Paura. “Ma siamo qui e siamo vivi / E non importa se non ci hanno capiti / Fanculo gli schemi / Le corsie preferenziali / Evviva la paura / Di essere ordinari”. Contiene uno dei miei messaggi preferiti in assoluto: basta performatività a ogni costo, basta gare, basta dimostrazioni, basta avere paura di non distinguersi. Non è necessario essere eccezionali per essere amati e ricordati e noi moriamo se non mettiamo radici; i Loren ce lo ricordano con il coro gospel potente dei Vocal Blue Trains. 

E se l’unione è la forza da cercare, la competizione esasperata e l’odio sono la nostra debolezza. Buio è un brano che scardina i principi secondo cui dovremmo dimostrarci forti e racconta la bellezza di avere dei lati oscuri, attraverso i quali possiamo trovare la luce. Ci carichiamo con i nostri successi, proviamo soddisfazione quando chi non credeva in noi e ci ostacolava si ricrede: ma non è forse un vortice “tossico” inutile? Il bello della musica è cantare le nostre prospettive utopiche. “Vorrei che questa volta / Tu ci fossi davvero / E avessimo la forza / Di non dimostrare niente a nessuno / Vorrei che questa volta / Tu ci fossi davvero / E avessimo la forza / Di mostrare il nostro lato oscuro / Non dirmi che hai paura del buio / Non dirmi che hai paura se è tutto nero / Lo sai che è solo nel buio che puoi illuminarti e brillare davvero.”

La titletrack Uniti raccoglie un messaggio quasi politico e, con un ritmo indie rock inglese che ricorda una melodia dei Vaccines, ci racconta che la nostra resistenza sta nella capacità di stare insieme e amare gli affetti che ci circondano. Ci vogliono soli, ma noi siamo “uniti per resistere”.

Adesso, immaginatevi di essere seduti a gambe incrociate su una spiaggia e indossare una felpa con il cappuccio tirato su per ripararvi dal leggero vento che solleva qualche granello di sabbia. State cantando canzoni per tutti i gusti insieme alle persone che vi piacciono, immersi in un’emozione corale. Vi alzate in piedi per ballare e siete consapevoli che il mondo intorno a voi privilegia la competitività e che le sue idee di solidarietà, amicizia e famiglia sono solo maschere che celano l’individualismo. Voi lo sapete, ma nel vostro piccolo state cambiando e lo raccontate davanti al mare con la musica. 

Ecco i Loren.

 

Loren
Uniti
Garrincha Dischi

 

Marta Massardo

Tre Domande a: Loren

Come state vivendo questi tempi così difficili per il mondo della musica?

Per prima cosa un grande ciao a tutti. Questi non sono tempi difficili, sono tempi impossibili. Stiamo cercando di restare calmi. Ci facciamo forza a vicenda. Mai come in questo momento c’è bisogno di buoni amici e di parlare di quello che ci sta succedendo. C’è bisogno di non disperdersi, di non isolarsi, di restare Uniti. Non è un caso che abbiamo chiamato così il primo singolo di questa nuova avventura con Garrincha Dischi e Sony Music.

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

In questo nuovo album che stiamo facendo uscire piano piano, il secondo singolo Stendhal è uscito su tutte le piattaforme qualche giorno fa, ci siamo concentrati tanto sul fare un lavoro musicale largo ed eterogeneo. Ci piacerebbe far arrivare il messaggio che con la musica si può giocare; anzi di deve. C’è troppa omologazione in questo momento storico. Ci piacerebbe riuscire a dimostrare che si può uscire dalla strada che tutti percorrono. La rincorsa alle playlist di Spotify sta rendendo il panorama veramente troppo piatto. Quasi soffocante. 

 

Come vi immaginate il vostro primo concerto live post-pandemia?

Lo immaginiamo pieno di vita. Pieno di Energia. Come un’esplosione dopo che ti sei tenuto tutto dentro per troppo tempo. Lo immaginiamo a Firenze che è la nostra città. Lo immaginiamo in un mondo che si è messo alle spalle questa brutta storia della pandemia e, soprattutto, lo immaginiamo presto. Questa primavera. Subito dopo l’uscita del nostro disco. Lo immaginiamo con tutti voi presenti.

 

Un abbraccio 

LOREN 

Mòn @ Monk

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• Mòn •

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G U A D A L U P E   T O U R

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Monk (Roma) // 30 Marzo 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a L’Eretico Booking

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Simone Asciutti

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”12760,12761,12767,12765,12768,12762,12770,12766,12759″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551660750403{padding-top: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”12758,12771,12769,12764,12763″][/vc_column][/vc_row]

The André @ Auditorium_Parco_Della Musica

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• The André •

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L A   M U S I C A   A T T U A L E

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Auditorium Parco Della Musica (Roma) // 30 Marzo 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a OTR Live

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Matteo Cassoni

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John Mayall @ Campus_Industry_Music

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• John Mayall •

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8 5 t h   A n n i v e r s a r y   T o u r

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Campus Industry Music (Parma) // 29 Marzo 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Barley Arts

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Foto: Mirko Fava

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FRANCESCO PIU

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Loren @ Bradipop_Club

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• Loren •

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C I   S A L V E R E M O   T O U R

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Bradipop Club (Rimini) // 23 Marzo 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]“Siamo soffitti poggiati a colonne sonore di vecchi film”

Soffitti, Loren

 

In un momento storico e sociale come quello in cui ci troviamo, ricordare a tutti che l’essenza di quello che siamo deriva da un passato che non dobbiamo dimenticare ha qualcosa di futuristico.

Una sorta di innovazione che in qualche modo ci rammenta di come siamo effettivamente dei piccoli esseri umani, nonostante molto significativi poiché minuscoli pezzi di un puzzle che crea un eterogeneo universo.

Un dolce eco, quelle colonne sonore di quello che ho scoperto essere la voce dei miei nonni paterni che mi hanno più volte ricordato che se non conosciamo la storia passata siamo destinati a ripetere gli errori nel futuro.

E se non bastasse questo cassetto della memoria che si apre per farmi amare una band colta e umile, arriva anche la canzone Giganti con i continui e involontari, per ammissione di Francesco (cantante e autore ndr), collegamenti con la nostra Romagna e nello specifico Rimini.

Tra Pantani e Simoncelli, durante la nostra cena assieme veniamo anche a conoscenza del nome passato della band, Amarcord, che chiude il cerchio sulla nostra terra e strizza l’occhio agli anni d’oro della musica italiana.

Quei Giganti appunto, sui quali poggiano delle colonne dalle radici profonde, scavate e riempite dai sacrifici e le gesta di un passato da tenere sempre nel cuore.

Grazie Loren, avete restituito compattezza e spessore ad un periodo spesso ripetitivo e ridondante del panorama musicale italiano attuale.

 

Sara Alice Ceccarelli

 

Ci sono concerti che non sono solo concerti perché non si limitano ad una semplice esibizione.

Ci sono band che non sono solo un insieme di persone con la passione per la musica, ma “anime” che ci mettono davvero l’anima in quello che creano, realizzano e che poi portano sul palco dopo prove su prove, per arrivare ad avere un risultato perfetto tra arrangiamenti e sacrifici.

È il caso dei Loren e del loro omonimo album uscito per Garrincha Dischi che ieri hanno fatto tappa al Bradipop Club di Rimini con il loro Ci salveremo Tour.

È facile innamorarsi di certe parole e del modo in cui vengono intonate ed interpretate da Francesco (penna e voce del gruppo).

Ed è altrettanto facile lasciarsi coinvolgere e trasportare completamente dall’energia che la band riesce a creare dal momento in cui sale sul palco.

Ognuno al proprio “posto di combattimento”, pronti per mettere in scena una lotta tra  sentimenti, corse e soste, promesse mantenute e mancate, amori che resistono al tempo e tempo che poi sembra sempre sfuggire dalle nostre mani.

Ho visto una moltitudine di concerti, sempre pronta ad immortalare con dei video quei secondi in cui si ha la possibilità di registrare dal vivo tutte le canzoni che ami e che fino a quel momento hai ascoltato solo nelle cuffie, magari stesa sul letto o in macchina mentre vai a lavoro.

Ecco, ieri sera io ho registrato ben poco, perché avevo paura di perdermi proprio la magia di quei momenti. Ieri per la maggior parte del tempo ho lasciato il telefono in tasca, perché più che rivedere un video, volevo sentire e conservare tutte quelle emozioni che arrivavano  una dopo l’altra. Senza sosta.

A fine concerto avevo perso la voce.

Sono tornata a casa con la convinzione che è importante avere una propria identità, perché è l’unico modo per arrivare al cuore delle persone.

Che si tratti di musica o di parole, arriva solo ciò che nasce dalla verità e dall’autenticità, tutto il resto tende a scomparire.

Per questo i Loren hanno una lunga strada da percorrere, appena iniziata ma sicuramente capace di conquistare ancora molti moltissimi cuori.

Loro dicono che Ci salveremo tutti e io ci credo. A me quest’album ha salvato un sacco di volte.

 

Claudia Venuti

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 SETLIST:

 

 

002

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Garrincha Dischi

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Testo:

Foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”12572,12574,12580,12575,12582,12589,12581,12585,12577″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551660750403{padding-top: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”12571,12579,12583,12584,12587,12588,12586,12591,12576″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551660750403{padding-top: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”12578,12573,12590″][/vc_column][/vc_row]

I LOREN e l’esordio con l’album omonimo. E con il cuore.

Il 14 dicembre è una data importante per i Loren dal momento che uscirà il loro album omonimo.

La giovane band è composta da cinque ragazzi tutti fiorentini e il legame con la loro città d’origine è forte in molti dei loro testi.

Un nuovo gruppo che arricchisce la famiglia indie-rock di Garrincha dischi.

Melodie orecchiabili che di primo acchito ti fanno venire voglia di ballare ma che ad un secondo ascolto, più profondo e più attento, ti portano a concentrarti sui testi.

Perché le loro melodie fanno quasi passare le parole in secondo piano ma, credetemi, perdersi il senso di questi testi
sarebbe un vero peccato.

Suoni ottimisti e allegri che vanno di pari passo con parole ricche di speranza che strizzano l’occhio ad un futuro radioso.

Ottimismo, secondo me, è la parola chiave per decodificare tutto il disco.

Ci salveremo tutti è la traccia numero uno. Già dal titolo capiamo qual è la visione della vita dei Loren: non c’è spazio per la sconfitta o la tristezza.

Le cose del passato si incontrano con quello che il futuro ha in serbo per noi. L’unione tra il passato e il futuro è la chiave verso la salvezza; è così che una cicatrice si trasforma in un tatuaggio.

Un album eclettico ricco di riferimenti ad artisti italiani e internazionali: i Loren hanno un background di tutto rispetto che va da Cremonini ad artisti internazionali come i The killers.

Dieci tracce che ci accompagnano in un viaggio musicale: passiamo da ballate, come Blister, a canzoni dal piglio più rock, Psicosi e Tutti fermi, o ancora a brani che se chiudi gli occhi ti fanno venire in mente l’estate, Roland Garros.

Menzione d’onore, a Giganti, la canzone che mi ha toccato di più di tutto l’album. Una celebrazione del passato e della fiorentinità. Ma sopratutto una celebrazione dei momenti di vita vissuta; perché oggi, abituati come siamo a passare il nostro tempo al telefono rischiamo di perderci i momenti importanti.

Questi cinque fiorentini sono da tenere d’occhio perché hanno tanto da regalare. E non escludo che riusciranno a fare come il loro idolo Batistuta: a zittire uno stadio, ma con il suono della loro musica.

E’ quello che gli auguro.

 

Laura Losi