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Tag: sold out

Caparezza

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Caparezza “Prisoner 709 Tour” @ Unieuro Arena “Pala Achille Galassi” – Forlì 

February 9, 2018

 

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“Perché nella vita non è importante AVERE COMPRARE POSSEDERE. Ma lo è CONDIVIDERE CONDIVIDERE CONDIVIDERE”
Caparezza, 9 febbraio 2018

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C’è stato un momento nel quale non ci siamo divertiti in questa serata? C’è stato, per esempio, un momento   dove non abbiamo ballato, riso e cantato?

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Ma facciamo un passo indietro.
Sapete cosa succede ad un concerto, se sei della stampa, un giornalista o un fotografo? Succede che non ci sei solo tu, e succede che devi stare attento a scattare a caso e ad andare dove vuoi, perché giustamente ci sono delle regole. E spesso sono molto restrittive. Ma è come vengono applicate che fa la differenza. E qui lavorare è stato un piacere. Di concerti ne ho visti tanti da spettatrice, da giornalista, da ufficio stampa. Eppure la disponibilità dello staff e una collaborazione serena come questa è rara da trovare. Sarà stato il clima creato da Caparezza perché Caparezza ci ha regalato uno show unico. Colorato e allegro. Perché certo questa è una prigione. Ma non è la prigione in sé ad essere stretta, è come la vivi e cosa ne fai dell’esperienza. Che poi diciamolo, Caparezza è da quando ha iniziato la propria carriera che “colora” tutto quello che produce, anche la detenzione.

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Come dicevo, c’è stato un momento in cui non ce la siamo goduta alla grandissima?
No, non credo. Eppure ho chiesto.
Ho chiesto mentre Luca (Ortolani ndr) e Mattia (Celli ndr) facevano la loro magia. Ho chiesto mentre Tobia (Lughi Montanari ndr) scattava, cantava e ballava. (Lo staff di VEZ si è divertito parecchio). Ho chiesto al babbo con il figlioletto e il compagno di classe. Ho chiesto alla mamma che era assieme alla propria bimba. Al gruppo di ragazzi che saltava cantando ogni sillaba invece, non ho chiesto nulla.

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Il concerto? Tra laser, fuochi d’artificio, cannoni spara coriandoli e brillantini, le canzoni energiche per un totale di due ore e venti, i cambi di costume dalla tuta spaziale alla tuta da carcerato passando dalla tunica di provenienza Egitto del 1000 a.C. , i discorsi impegnati su Van Gogh e l’eredità emotiva che ci ha lasciato e sulla società odierna che da capitalista quale è sta inficiando i rapporti sociali, c’è stato tanto rispetto reciproco e amore.
“Io amo andare ai concerti, ne sono un frequentatore. Immagino molti di voi, che magari non siete tutti di Forlì e avete dovuto prendere la macchina per venire qua, avete dovuto prenotare un albergo per stare una notte fuori…  Lo so che cosa vuol dire quindi gli applausi che voi fate a me, Io invece li giro a voi”.
La musica può fare tanto. Anche farti sentire protagonista, come fossi anche tu sul palco.

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Per questa serata i ringraziamenti sono diversi. Grazie al Vidia Club che propone sempre delle venue di livello. Grazie a Vertigo e all’organizzazione. E infine vogliamo ringraziare anche la altre testate che erano con noi come Troublezine e Nightlife, che come ogni volta, si lavora in armonia.
E grazie Capa.
Alla prossima.

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Scaletta:

Prosopagnosia
Prisoner 709
Confusianesimo
Una chiave
Ti fa stare bene
Migliora la tua memoria con un click
Larsen
L’uomo che premette
Autoipnotica
Prosopagno sia!
Fuori dal tunnel
Legalize the Premier
Non me lo posso permettere
Jodellavitanonhocapitouncazzo
Goodbye Malinconia
China Town
La fine di Gaia
Vieni a ballare in Puglia
Mica Van Gogh
Encore:
Avrai ragione tu (ritratto)
Vengo dalla luna
Abiura di me

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Luca Ortolani e Mattia Celli[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

COEZ

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COEZ @ Estragon – Bologna // December 14, 2017

 

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Ancora una data sold-out per Silvano Albanese, in arte Coez. Questa volta è toccato all’Estragon di Bologna ospitare il cantante romano, che con il suo ultimo album sta collezionando tutti i dischi d’oro e di platino che non era mai riuscito a conquistarsi prima d’ora. Ci sta riuscendo finalmente adesso, dopo anni passati dietro le quinte della grande scena musicale italiana e dopo aver investito su se stesso più di quanto non abbiamo mai voluto fare le grandi etichette discografiche.

 

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Così, da a tutti uno schiaffo morale e fa il tutto esaurito, riscaldando con la sua energia positiva anche una sera di dicembre come quella di ieri, con la temperatura esterna che segnava i 4º ma quella corporea di chi ballava, saltava e cantava ogni suo pezzo, decisamente superiore. Non è mancato nulla, dai suoi più grandi successi come “Lontana da me” & “Ali sporche” passando per “Jet” fino ad arrivare alla tanto amata e ormai famosissima “La musica non c’è” che ha circa 35 milioni di visualizzazioni su youtube ed è in assoluto la canzone più amata del momento. Non c’è radio che non la passi o persona che non sappia a memoria quel ritornello melodico e dannatamente poetico.Nelle parole di Coez, la magia si respira a pieni polmoni, con strofe talmente profonde da toglierti il respiro e con altre, che a tratti, è possibile sentire cazzotti dritti allo stomaco.

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Se non vuoi provare determinate sensazioni, non devi ascoltarlo. Viviamo in un tempo fatto di cose banali, nessuno ha voglia di sentire e nessuno ha voglia di parlare. Abbiamo paura di esporci, di cambiare rotta, di investire parte di noi stessi nei rapporti umani. Abbiamo paura di star male ma ci riusciamo benissimo. Abbiamo paura di donare e di donarci. Ecco, chi scrive lo fa. Lo fa anche per tutti quelli che non riescono a farlo da soli. Quante volte abbiamo pensato: “Questa canzone sembra scritta per me.” Oppure: “Questa vorrei dedicarla a lui o a lei…” bene, nel caso in cui aveste dei dubbi, l’ultimo album “Faccio un casino” quel casino lo fa davvero. Scatenerà sicuramente qualche casino dentro di voi. Vi perderete sicuramente tra “Le luci della città” e ripenserete sicuramente a QUELLA PERSONA con le note di “Ciao”
Se è vero che la musica aiuta e spesso ci salva, Coez è la terapia perfetta per chi ha ancora il coraggio di mostrare i propri sentimenti, è quello che con due frasi ti riempie vuoti che probabilmente neanche sapevi di avere o che facevi finta di aver sistemato e archiviato. Entra persino in quei cassetti che avevi chiuso a chiave, nascondendo la chiave. E niente, lui la trova, li riapre ed è capace di rimettere tutto in disordine, ma per assurdo, lasciare tutto in ordine quando va via.

 

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Ti apre le cicatrici e ti ci va a finire a fondo ma poi ricuce tutto e ti fa persino sorridere ripensandoci. Ti guarda in faccia e ti sfida, sfida il tempo, sfida le spade che ci sono rimaste incastrate nel cuore, sfida chi dimentica, sfida chi scappa pur di non rimanere a vedere cosa succede, sfida le paure e ti pone nella condizione di prendere uno specchio in mano e mettertelo a due centimetri dalla faccia per guardarti bene negli occhi, per farti vedere chi sei… con tutte le volte che hai toccato il fondo e tutte le volte che hai avuto la forza di riprendere quello specchio in mano, con le tue stesse braccia e renderti conto che le volte che sei finito KO sono tante quante le volte in cui sei di nuovo OK. In qualche fottuto modo ce l’hai fatta anche stavolta.

 

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Lui dice tutto, anche quello che non vuoi sentire, anche quello che non vuoi provare e persino quello a cui non hai voglia di pensare. La verità è che le cose vere si sentono. Quando un artista scrive le proprie canzoni, è tutta un’altra storia. Arriva.

Arriva e basta. E chi ascolta lo sa, il
pubblico lo sente, lo percepisce. Coez è in assoluto uno di quelli. Ha creduto nella sua penna, senza mai sporcare i suoi fogli con un inchiostro diverso dal suo. Ha portato avanti il suo sogno, fatto di parole venute fuori dalla sua persona e dal suo vissuto. E le cose vissute hanno un altro sapore. T’invadono i sensi. Ecco cosa mi succede ogni volta che aspetto l’uscita di un suo disco. Mi preparo ad una lunga seduta psicologica. So già che dovrò ascoltare e riascoltare e andare fino in fondo per capire. So già che probabilmente tornerò indietro nel tempo, ma guarderò anche avanti. So che nulla sarà banale e nessuna parola sarà scontata o messa lì a caso per riempire uno spazio vuoto sul foglio.
L’ultimo brano nella scaletta è “La strada è mia” e la strada, adesso è davvero sua. Sudata e meritata, ma finalmente sua.

 

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FUCT CLUB
Scaletta:
 –
INTRO
FOREVER ALONE
OCCHIALI SCURI
SIAMO MORTI INSIEME
PARQUET
LE LUCI DELLA CITTA’
DELUSA DA ME
HANGOVER
E YO MAMMA
LONTANO DA ME
NON ERANO FIORI
MEDLEY
COSTOLE ROTTE
ALI SPORCHE
JET
FACCIO UN CASINO
LA MUSICA NON C’E’
CIAO
LA STRADA E’ MIA

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Claudia Venuti

Foto: Luca Ortolani

Thanks to Antenna Music Factory and Big Time[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Elio e Le Storie Tese

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Elio e Le Storie Tese @ Vidia Club – Cesena // December 6, 2017

 

 

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Al via il TUR finale di Elio e le storie tese con la prima data al Vidia il 6 dicembre, con un SOLD OUT che si è fatto sentire. Per la band non è una novità registrare il tutto esaurito, ma in questo caso il sentimento di gratitudine verso il pubblico tocca anche picchi di commozione, data la peculiarità della situazione: Gli EELST si sciolgono. Ed è tutto vero.

 

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1503314855353{padding-bottom: 22px !important;}”][vc_column][edgtf_single_image enable_image_shadow=”no” image=”5285″ image_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1503314855353{padding-bottom: 22px !important;}”][vc_column width=”1/2″][edgtf_single_image enable_image_shadow=”no” image=”5281″ image_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”5280″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

Artisti eclettici a tutto campo, dagli anni ’80 hanno caratterizzato la scena musicale italiana di nonsense e surrealismo, nascondendo nei loro testi la capacità unica (e irripetibile) di unire anche una satira politica pungente. E ora al Vidia ripropongono un repertorio che anche i neofiti riconoscono. Da Servi della Gleba al Fantasma Formaggino per arrivare alla Canzone Mononota e concludere con Tapparella e sì, quel Forza Panino che prima o poi tutti abbiamo intonato.

 

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1503314855353{padding-bottom: 22px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”5266″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1503314855353{padding-bottom: 22px !important;}”][vc_column width=”1/2″][edgtf_single_image enable_image_shadow=”no” image=”5287″ image_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”5283″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1503314855353{padding-bottom: 22px !important;}”][vc_column width=”1/2″][edgtf_single_image enable_image_shadow=”no” image=”5269″ image_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”5271″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

 

La ricerca e la sperimentazione del gruppo sia in termini melodici che testuali rende però impossibile una catalogazione del gruppo che risulterebbe una forzatura. Gli EELST sono un genere a parte, più vicino ad un’avanguardia ce ad un ammiccamento a qualche altro genere precedente. E il pubblico lo sa e il Vidia esplode fra risate, canti e balli, perché Elio (Stefano Belisari ndr) ha creato uno show alla Elio. Canzoni, dialoghi e recitazione con una formazione straordinaria sul palco che oltre al frontman si avvale come sempre degli evergreen Faso, altrimenti detto “un uomo che soffre”, Cesareo alla chitarra, Christian Meyer alla batteria – che poi è anche un dj che mixa lo Jodel con la techno, Jantoman alle tastiere e la grandissima Paola Folli che con la voce accompagna EELST da qualche anno. Chiaramente poi c’è anche Mangoni, un artista a sé che però – come dice Elio –  “Ha la fortuna di non essere parte degli Elio e le Storie Tese e quindi lui non si scioglie e viene lasciato libero di spiccare il volo da solo”. Peccato per a pesante mancanza di Rocco Tanica, sostituito però dall’egregio Vittorio Cosma in arte (per la serata) Carmelo.

 

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Libero Cola, titolare del Vidia Club alla notizia del loro scioglimento si dice dispiaciuto e ricorda il tempo trascorso in loro compagnia “quel primo concerto… un sold out clamoroso tant’è che organizzammo di trasmettere il concerto in diretta su Radio Melody per cercare di agevolare tutti quelli che erano rimasti senza biglietto. Con un mixer a 16 canali si sono collegati al canale della regia del concerto. Tutta la Romagna riuscì a seguire la loro esibizione”.

 

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E così per gli Elio e le Storie Tese è stato l’inizio della fine. Forse, parola di Elio, se non si fossero sciolti non sarebbe stato così bello. Forse si riuniranno, magari per sciogliersi di nuovo in bellezza.

 

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Scaletta:

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Luca Ortolani & Tobia Montanari Lughi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]