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Mese: Ottobre 2018

Bullet For My Valentine

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• Bullet For My Valentine •

+
| Of Mice & Men |

| Nothing More | Shvpes |

 

Estragon – Bologna // 31 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]31 Ottobre 2018

È la sera di Halloween, ed è la sera dei Bullet For My Valentine. Tocca ai giovani Shvpes inaugurare questa serata, l’energia e la potenza sprigionata da Griffin Dickinson scalda fin da subito il pubblico dell’Estragon!

Purtroppo dopo poco più di 5 canzoni lasciano il palco agli americani Nothing More.

I Nothing More sono un gruppo pazzesco! Il quartetto di San Antonio capitanato da Jonny Hawkins conquista tutti i presenti con il suo rock alternativo condito con urli, sintetizzatori e tanta melodia.

Sul finale Jonny suona e cavalca quella che prima era una batteria e che ora portandolo a due metri da terra, assomiglia più ad un Transformers. Guardare le foto per credere!

Non facciamo in tempo a riprenderci che salgono sul palco gli Of Mice & Men!

La band a seguito all’incredibile successo di Defy, pubblicato a Gennaio, ha annunciato da poco di essersi messa nuovamente al lavoro su materiale inedito e pronta a rientrare in studio di registrazione.

Ho da sempre un debole per questa band ed Aaron Pauley e soci questa sera non mi hanno deluso! Partono alla grande con Defy tratta dall’omonimo album, e con Unbreakable e Bones Exposed a mio avviso gli episodi migliori.

Alle 20:50 finalmente loro, i Bullet For My Valentine, il gruppo inglese che non penso abbia bisogno di molte presentazioni. Coreografia essenziale che lascia il posto a fantastici giochi di luci e led.

Ammetto di avere tutti gli album di questa band, purtroppo però ascoltarli dalle casse dello stereo è tutto un altro paio di maniche. Ma anche se ho visto gruppi migliori tecnicamente, i BFMV riescono comunque a farsi amare dal pubblico dell’Estragon, grazie anche a Jamie Mathias che con il suo screamo va sicuramente a tirare su la performance di tutta la band.

Matthew Tuck e compagni non si risparmiano per la folla accorsa a Bologna ed eseguono tutti i brani più famosi della loro discografia, passando da 4 words a Scream aim fire, Suffocating Under Words of Sorrow e la bellissima Tears don’t fall accontentando ovviamente i fan di vecchia data.

Aspettavo da qualche anno di vederli live, e questa sera sono stato accontentato.

Sicuramente non saranno eccelsi dal vivo ma sono comunque i BFMV e va bene così!

 

 

Grazie a Vertigo.

 

Testo e Foto: Luca Ortolani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9060,9066,9071,9061,9070,9056,9055,9054,9063,9050,9064,9052,9068,9073,9059,9065,9067,9057,9058,9062,9069″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

Of Mice & Men

 

 

 

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Nothing More

 

 

 

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Shvpes

 

 

 

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Lacuna Coil

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• Lacuna Coil •

+ What a Funk

Lucca Comics & Games // 31 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Dopo una giornata trascorsa all’interno delle mura di Lucca tra padiglioni e stand, tra fumetti e giochi da tavolo, tra jedi e supereroi, tra principesse Disney e zombie, quando arriva sera il primo pensiero di chiunque sarebbe andare a letto.

Ma il 31 ottobre è la notte di Halloween e al Lucca Comics & Games sanno come festeggiarla.

L’accesso al baluardo S. Donato è consentito soltanto a chi è riuscito a ritirare il coupon dal mattino, ma saranno tante le persone che si accontenteranno di esserci da fuori le transenne.

La notte di Halloween, dicevamo, e quale migliore band made in Italy (tema di quest’anno della manifestazione) avrebbe potuto suonare in questo contesto?

Con calma arriveremo a rispondere a questa domanda, ma prima c’è spazio per i tarantolatissimi e fluorescenti What a Funk, che nel poco tempo a disposizione scaricano tutta la loro energia sul pubblico, e vi assicuro che è tanta.

Ma è la notte di Halloween e tutti stanno aspettando loro: i Lacuna Coil.

I ragazzi del gruppo sono da sempre legati alla manifestazione a cui hanno partecipato molto spesso come visitatori, soprattutto Cristina e Maki, che per l’occasione ha disegnato una maglietta speciale.

Li avevamo lasciati poco meno di due mesi fa, a Reggio Emilia, a conclusione del loro tour estivo e li ritroviamo a Lucca per la prima data del tour autunnale che li porterà in giro per l’Europa.

Salgono sul palco sulle note di Our Truth con una scenografia di croci led e qualche piccola variazione in scaletta.

Scendono dal palco sulle note della Marcia Imperiale e la 501st Italica Garrison (gruppo ufficiale cosplay di Star Wars) che nomina Cristina e Maki membri onorari.

Il primo concerto della band al Lucca Comics non si scorderà tanto facilmente.

Il pubblico è stato entusiasta di poter apprezzare un gruppo del loro spessore e così legato al mondo che si crea nei giorni della fiera.

Adesso, se si riesce a prender sonno dopo l’energia ricevuta dai Lacuna Coil, si può andare a letto e prepararsi per un’altra giornata tra padiglioni e stand, tra fumetti e giochi da tavolo, tra jedi e supereroi, tra principesse Disney e zombie.

Grazie all’organizzazione del Lucca Comics & Games e un grazie particolare a Riccardo Bondielli.

 

Testo e Foto: Mirko Fava[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9083,9077,9078,9079,9076,9080,9081,9082,9084,9085,9086,9087,9088,9089,9091,9092,9093,9094,9095,9096″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

What A Funk

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9104,9103,9102,9101,9099,9100,9098,9097″][/vc_column][/vc_row]

Slaves

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• Slaves •

+ Submeet

Zona Roveri – Bologna // 27 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Sono gli italianissimi Submeet a rompere il silenzio dell’arena rock di Zona Roveri a Bologna, attaccando con il basso del cantante Andrea Zanini.

Distorsioni come tuoni, effetti a non finire, voce straziata ed ecco che i fan degli Slaves, arrivati prestissimo, apprezzano questo gruppo che infatti ci rivela virtuosismo ed energia.

Questo trio gaze punk è solo all’inizio, dopo aver pubblicato solo l’anno scorso il suo primo EP con titolo SUBMEET, ma sul palco sembrano già vivere nel loro ambiente naturale. L’avventura per loro è appena cominciata.

Mi sono ascoltata tutti i brani degli Slaves salendo in macchina fino a Zona Roveri, ma onestamente, la performance che mi si è parata davanti è stata molto più di quello che mi aspettavo.

Soprattutto perché Are you satisfied, il primo album (2015), ascoltato su cd, tendeva pericolosamente al commerciale.

E invece guardateli: questo british duo, poco più che ventenni non temono confronto con i più affermati gruppo punk.

L’attacco è con Sockets (2015): il batterista canta in piedi… Come in piedi?… Sì, in piedi, picchiando sulla pelle dei tamburi prendendo la rincorsa da lontano.

Pensavo che ormai le note del punk fossero già state suonate tutte e invece mi sbagliavo.

Ripetitivi? Mai. Scontati? Assolutamente no. Incazzati neri, semmai!

Il terzo brano, Magnolia è uno dei più attesi dai fan, che lo ascoltano forse live per la prima volta, visto che è estratto dall’ultimo album Acts of fear and love (2018).

Il pubblico vuole loro e loro vogliono il pubblico.

Scendono dal palco.

Laurie Vincent, il chitarrista, fa qualsiasi acrobazia per avvicinarsi ai fan: con un piede sulla cassa e uno sulla transenna si mette in posa davanti a noi.

Isaac Holman, cantante e batterista, col microfono in mano scende in mezzo al pubblico e sembra avere voce ed energia inesauribili.

Vi dico la mia. Questi due ragazzetti sanno come fare show, come fare musica e anche come fare affari, visto che sono già sotto contratto con una della major discografiche più importanti al mondo.

E via si continua con Cheer Up LondonCut and run e la ritmatissima Chokehold, tutti pezzi nudi e crudi, tanto nel sound quanto nei testi.

Isaac fra un brano e l’altro si ferma, invita un fan sul palco a muoversi con loro e continua ad urlare i suoi testi con tutto il fiato che ha.

Non è teatro: è finalmente quello che il pubblico vuole, un ritorno alle origini, un concerto senza barriere, che si possa vivere, autentico dall’inizio alla fine. E non è una trovata pubblicitaria, loro sono proprio così.

E grazie a Dio che ancora ne esistono di punkers, brutti, sporchi, cattivi e incazzati come loro.

Amen.

Hasta il punk. Siempre.

 

Setlist Slaves:

SOCKETS
BUGS
MAGNOLIA
FUCK THE HI-HAT
LIVE LIKE AN ANIMAL
CHEER UP LONDON
T L T W T H
CUT & RUN
DEBBIE
CHOKEHOLD
PHOTO OP
S C B T
BEAUTY QUEST
THE HUNTER

 

Grazie come sempre a Hellfire Booking Agency.

 

Testo e Foto: Valentina Bellini[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8949,8957,8960,8971,8959,8976,8961,8977,8950,8966,8963,8951,8962,8953,8965,8968,8952,8974,8970,8973,8967,8958,8954,8975,8955,8956,8972,8964,8969″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

Submeet

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8985,8978,8980,8981,8984,8979,8986,8982,8983″][/vc_column][/vc_row]

Banana Joe e il loro Supervintage

Aprite il calendario del cellulare o, se siete dei nostalgici come la sottoscritta, tirate fuori l’agenda e segnate come data da ricordare il 26 ottobre.

Questo perché uscirà Supervintage, il cd d’esordio dei Banana Joe.

La band, che prende il nome dal celebre film di Bud Spencer, è composta da tre ragazzi di Genova che, nonostante la giovane età, si sono fatti conoscere suonando al fianco di artisti del calibro di Omar Pedrini e i Punkreas.

Supervintage è un album variegato in cui si intrecciano diverse tonalità appartenenti a generi apparentemente incompatibili ma che vanno a creare un mix sorprendente.

Come si può evincere dal titolo dell’album il cardine che lega insieme le canzoni sono le atmosfere vintage, in particolare quelle un po’ psichedeliche degli anni ’60.

Il tutto però è condito da toni rock e grunge, tipici degli anni ’90, che uniti insieme vanno a creare una sorta di vintage-moderno, se mi passate l’ossimoro.

Otto brani da ascoltare tutti d’un fiato per immergersi in un’atmosfera un po’ d’altri tempi ma anche estremamente attuale perché va a toccare tematiche e situazioni in cui ci siamo ritrovati tutti.

Come succede in Neve, una metafora della vita in cui si riflette su come, con il passare del tempo, cambiamo il modo di percepire le cose.

E quindi la neve che da bambini era una cosa quasi magica con l’arrivo dell’età adulta non è null’altro che una scocciatura.

Abbiamo l’immancabile  canzone d’amore, Polvere, che forse proprio per la semplicità e la linearità del testo ti rimane in testa e ti ritrovi a canticchiare il ritornello.

Per il loro cd d’esordio i Banana Joe hanno provato a mischiare sonorità distorte a groove dal sapore vintage e il risultato è tutto da ascoltare.

Un pugno di canzoni che lasciano il segno, come un cazzotto di Bud Spencer.

 

Laura Losi

Ma quanto è puttana questa felicità?

Se ieri sera avessi avuto modo di fermare un attimo Tommaso Paradiso (nella sua totale illegalità estetica, tra l’altro) avrei preteso una risposta chiara e tonda a una mia domanda.

Poiché uno dei miei motti è: la vita è una puttana poi arriva lui e sostituisce la parola “vita” con “felicità” e mi rendo conto che la felicità è puttana davvero, ma davvero tanto. Una felicità “che dura un minuto ma che botta ci da”.

Ieri sono arrivata all’Unipol Arena di Bologna, per la terza tappa del tour dei TheGiornalisti, band che ormai non ha bisogno di grandi presentazioni, perché nel giro di pochi anni è riuscita benissimo a presentarsi e farsi spazio da sola nel panorama della musica italiana.

Sono arrivata a Bologna con la mia compagna di avventure e disavventure, nonché direttrice di questo magazine: Sara Alice Ceccarelli.

Il LOVE tour ha registrato sold out in ogni palazzetto possibile, con l’aggiunta di un secondo giro di date, perché per questo primo giro i biglietti sono andati letteralmente a ruba.

Tutto esaurito, un po’ come me e come i parcheggi intorno all’Unipol Arena (ndr).

Amo la parola LOVE, anche se ieri, appunto, il titolo della mia giornata non era proprio questo, ma la musica aiuta in ogni circostanza.

Alla musica non rinuncerei mai, neanche in una di quelle giornate talmente storte nelle quali la parola LOVE vorresti tipo eliminarla dal vocabolario.

Ma bando alle ciance e si va.

Inizio live previsto per le 21:00 e dalla tribuna est è tutta un’altra storia.

Dopo il classico quarto d’ora accademico inizia lo spettacolo, con un pubblico in delirio e una partecipazione continua, nessuno ha smesso di urlare e cantare. Nemmeno per un attimo.

Un concerto nel concerto, insomma, iniziato con Zero stare sereno e da lì, è stato un andare avanti e indietro nel tempo.

Brani come Fatto di te e Il tuo maglione mio, si alternano a pezzi del nuovo album come Controllo e Una casa al mare.

Non sono mancati neanche pezzi storici storici come Proteggi questo tuo ragazzo e Promiscuità, hit di inizio carriera che non tramonteranno mai, e che per chi segue la loro musica dagli esordi, finiscono per emozionare sempre un po’ di più.

L’unica canzone che avrei eliminato dalla scaletta è Riccione, ma solo perché ho rifiuto per quei singoli super commerciali che non rispecchiano assolutamente lo stile essenziale del gruppo.

A questo live non è mancato nulla. Si è vista una band consolidata e un Tommaso Paradiso in formissima, che tra salti e battute col pubblico, è stato capace di intrattenere andando oltre le solite frasi che si dicono durante i live.

Originali? COMPLETAMENTE.

 

Testo: Claudia Venuti

Foto strappalike anche se non intenzionale: Sara Alice Ceccarelli

The Smashing Pumpkins

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 • The Smashing Pumpkins •

 Unipol Arena – Bologna // 18 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Ieri sera Gli SMASHING PUMPKINS hanno concluso il loro tour all’Unipol Arena di Bologna con 3 ore e 15 minuti di concerto.

Una scaletta che sarebbe stata riconoscibile anche da quelli un po’ meno fan di quello che sono io, che non potevo credere di essere realmente nello stesso posto di Billy Corgan.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_placement=”middle” css=”.vc_custom_1539949299019{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][edgtf_single_image enable_image_shadow=”no” image=”8930″ image_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Gli Smashing Pumpkins hanno subito scaldato il pubblico con Disarm, una canzone che è quasi evocativa per i tempi in cui viviamo anche ora e lui ci spedisce subito un sorriso.
Non ho potuto fare in modo di non vedere una sorta di parallelismo in questa scelta come brano d’apertura.
Attorno a me il clima che si respira è proprio quello che mi sarei aspettata da un concerto di un gruppo come gli Smashing Pumpkins, che per lungo tempo hanno calcato le scene e hanno riunito sotto un genere particolare con una voce altrettanto originale, un pubblico sempre più eterogeneo.
Giovani, molto giovani, meno giovani (come noi) e pubblico di mezza età che cantavano e saltavano. Bellissimo.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1517934209414{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][edgtf_single_image enable_image_shadow=”no” image=”8929″ image_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Billy corgan ha una voce che pare è rimasta tale e quale, delle chitarre e una batteria che non sembrano nemmeno suonati dal vivo.
Una scaletta che ancora adesso mi fa commuovere al solo pensiero, perché se già non avevo ricevuto una botta di emozioni tutte assieme con Disarm all’inizio, Billy ha pensato bene di incasellare una dopo l’altra canzoni come Tonight , Tonight, Today, la splendida e mia preferita 1979 e Ava Adore, tra gli altri.
Tre ore e un quarto quindi.
Un tempo davvero unico, trascorso con tutti i membri di VEZ Magazine.
Eravamo cinque realmente presenti, ma la nostra chat “aziendale” è stata ricca scatti e note audio. Per stare comunque tutti assieme.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1517934209414{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][edgtf_single_image enable_image_shadow=”no” image=”8928″ image_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

Disarm

Rocket

Siva

Rhinoceros

Space Oddity
(David Bowie cover)

Drown

Zero

The Everlasting Gaze

Stand Inside Your Love

Thirty-Three

Eye

Soma

Blew Away

For Martha

To Sheila

Mayonaise

Porcelina of the Vast Oceans

Landslide
(Fleetwood Mac cover)

Tonight, Tonight

Stairway to Heaven
(Led Zeppelin cover)

Cherub Rock

1979

Ava Adore

Try, Try, Try

The Beginning Is the End Is the Beginning

Hummer

Today

Bullet With Butterfly Wings

Muzzle

Encore:
Silvery Sometimes (Ghosts)

Baby Mine
(Betty Noyes cover)

Foto per gentile concessione di Luigi Rizzo

Testo: Sara Alice Ceccarelli[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

The Amity Affliction

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• The Amity Affliction •

The Plot In You | Endless Heights | Dream State

Zona Roveri – Bologna // 15 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Reduci dal Warped Tour che li ha visti impegnati tutta l’estate e dalla notizia della partecipazione al Download Festival 2019, gli Australiani The Amity Affliction approdano a Bologna con il loro tour europeo, in compagnia di The Plot In You, Endless Heights e Dream State.

Questa sera sono a Zona Roveri per presentarci il loro ultimo album, Misery.

Come sonorità non si discosta molto da This Could Be Heartbreak (2016), forse ancora più commerciale del predecessore.

Alle 19:30 in punto salgono sul palco i Dream State.

Il Quintetto inglese capitanato da CJ Gilpin, esegue tutto il nuovo ep Recovery più Rebuild, Recreate tratto da Consequences, ep uscito nel 2015.

A seguire, gli australiani Endless Heights invece ci presentano il loro nuovo album Vicious Pleasure, a mio avviso il gruppo più interessante della serata.

Infine è il turno dei The Plot In You, quartetto americano nato nel 2010. I quattro ragazzi dell’Ohio hanno alle spalle già 4 album ed 1 EP. Dispose uscito quest’anno è sicuramente il loro album migliore.

 

L’attesa è finita!

 

Finalmente alle 22:10 ecco sul palco i The Amity Affliction, Il pubblico è impazzito per Joel Birch e compagni, sopratutto le ragazze presenti!

Mi sono meravigliato di non vedere tra le mani delle tante ragazze qualche cartellone stile Blink182 con la scritta I’M PREGNANT!

Partono subito con Drag The Lake, la canzone che preferisco del loro ultimo full lenght.

Alternano tracce tratte dai loro ultimi 3 album più Chasing Ghost tratta dall’omonimo album del 2012, Pittsburgh e D.I.E forse i pezzi più coinvolgenti!

Questi ragazzacci australiani hanno davvero una carica pazzesca durante il live, oltre ad essere bravissimi tecnicamente.

Lascio il concerto tra le urla della folla e le mani alzate immerse nelle luci rosse e blu, consapevole di avere assistito ad un gran concerto.

 

Setlist:

Drag the Lake

Chasing Ghosts

This Could Be Heartbreak

Shine On

D.I.E

Holier Than Heaven

Don’t Lean On Me

The Weigh Down

Set Me Free

Encore:
Ivy (Doomsday)

Pittsburgh

 

 

Grazie come sempre a Hellfire Booking Agency.

 

Testo e Foto: Luca Ortolani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8910,8909,8907,8905,8906,8903,8904,8911,8902,8896,8901,8897,8900,8892,8898,8890,8893,8894,8899,8908,8895,8891,8889,8888,8887,8886,8885,8882,8883,8879,8884,8880,8881,8877,8876,8878,8875,8873,8874,8870,8872,8871,8869,8865,8866,8867,8868,8857,8860,8862,8863,8861,8859,8864,8858,8856,8853,8854,8855,8852,8849,8851,8850,8848,8843,8846,8841,8845,8833,8835,8838,8847,8832,8836,8839,8831,8837,8844,8842,8840,8834″][/vc_column][/vc_row]

Xavier Rudd

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• Xavier Rudd •

Estragon – Bologna // 9 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]In un Estragon gremito è andata in scena la seconda data italiana del tour Europeo di Xavier Rudd.
Dopo il concerto di ieri sera all’Atlantico di Roma questa sera tocca a Bologna.

Xavier si presenta sul palco, ovviamente scalzo, con il suo sorriso raggiante e un energia travolgente, presentando il suo ultimo disco Storm Boy.

Diverso dall’ultimo tour che aveva toccata l’Italia, dove il sound reggae era molto più presente e potente, questa volta la formazione leggermente più ridotta ha lasciato molto più spazio alle emozioni e alle musiche più spirituali, non dimenticando i suoi cavalli di battaglia come Follow The Sun, Spirit Bird, Come Let Go

Immancabile il solo (encore) in formazione “One man band” con batteria e didjeridoo che ha mandato il pubblico dell’Estragon letteralmente in visibilio.

Ultimo immancabile appuntamento italiano, domani sera (oggi 10 ottobre, ndr) all’Alcatraz di Milano.

 

Grazie come sempre a Barley Arts.

 

Testo e Foto: Michele Morri[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8795,8797,8817,8798,8825,8814,8799,8811,8816,8824,8807,8800,8804,8818,8801,8822,8796,8823,8810,8802,8819,8803,8805,8813,8806,8808,8821,8820,8826,8812,8809,8815″][/vc_column][/vc_row]

A Toys Orchestra

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• A Toys Orchestra •

Teatro Pallavicino di Polesine – Zibello // 6 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Prendete una serata piovosa di inizio ottobre, come se fosse un clima tipicamente inglese.

Prendete un paese della bassa parmense e immaginate che sia un paese della campagna del Regno Unito.

Ed infine prendete un piccolo teatro di inizio ‘800, con l’ingresso nascosto sotto i portici di un palazzo signorile tra una bottega ed una trattoria, e trasformatelo in un pub.

Avrete più o meno il risultato che hanno ottenuto gli A Toys Orchestra ieri sera al Teatro Pallavicino di Zibello, in una delle rare volte in cui viene aperto al pubblico.

La band, nata a Salerno 20 anni fa, è riuscita a portare il suo indie rock dalle sonorità tipicamente britanniche in un ambiente che negli scorsi secoli ha ospitato melodie non proprio simili, coinvolgendo il pubblico presente grazie a musiche e testi non banali enfatizzati dall’acustica perfetta del luogo.

Luogo che, appunto, per una sera ha abbandonato le sue vesti storiche per catapultarci in un ambiente intimo e farci apprezzare al meglio un gruppo di musicisti che, non a caso, ha deciso di chiamare il loro ultimo disco Lub Dub, come i suoni che emette il cuore.

 

Grazie come sempre a DNA Concerti.

 

Testo e Foto: Mirko Fava[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8749,8748,8736,8737,8735,8734,8747,8746,8745,8733,8743,8731,8732,8742,8730,8744,8741,8740,8739,8738″][/vc_column][/vc_row]

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Covo Club – Bologna // 05 Ottobre 2018

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Grazie a The Front Row[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]