Skip to main content

Mese: Novembre 2018

Editors @ Paladozza Bologna

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Editors •

Paladozza (Bologna) // 29 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Dopo il sold out di Torino all’interno del ToDays Festival, la band inglese torna in Italia per un’unica data a Bologna il 29 novembre.

La band, oltre ai successi degli album pubblicati sino ad oggi, presenta l’ultimo bellissimo lavoro Violence, pubblicato a marzo in Play It Again Sam e acclamato dalla critica internazionale.

Gli Editors sono una delle band più amate del rock indipendente mondiale, e stasera, salgono sul palco di Bologna con la formazione completa:

Tom Smith: voce,chitarra, piano

Russell Leetch: basso, sintetizzatore

Ed Lay: batteria

Justin Lockey: chitarra solista

Elliot Williams: tastiere, sintetizzatore, chitarre

Il concerto si apre con Andy Burrows che porta sul palco un terzetto di sole corde, basso, chitarra acustica e mandolino.

Burrows suona un rock classico, senza effetti speciali, fino a quando il pubblico si scalda per l’entrata in scena di Tom Smith per un duetto inaspettato, ma non troppo (i due in realtà hanno già collaborato bel progetto Smith & Burrows, ndr).

Ma si viene al sodo quando la formazione di Stafford sale sul palco.

Il suono diventa subito potente e caldo ed il pubblico è già con gli occhi incollati sul frontman.

Tom Smith è un leader carismatico e capace di attirare su di se l’attenzione per ogni istante del concerto con una presenza scenica permeante.

La voce riconoscibilissima, è più che mai capace di adattarsi ai ritmi dello show e a nuovi arrangiamenti di qualche successo.

L’ultimo album Violence, uscito a marzo 2018, non ha più bisogno di presentazioni dopo il grande successo ottenuto e quindi la band può permettersi di ripercorrere il suo passato per la gioia, mia e del pubblico, tra sessioni acustiche ed uso spinto dei sintetizzatori.

Una menzione speciale va all’ottimo show di luci che sono in grado di far sentire la platea parte integrante dello spettacolo, creando un’atmosfera coinvolgente di colori che ti porta direttamente sul palco.

 

SET LIST.

The Boxer

Sugar

Hallelujah (So Low)

All Sparks

An End Has a Start

Fingers in the Factories

Darkness at the Door

Salvation

Violence

No Harm

Bullets

A Ton of Love

Formaldehyde

Nothing

Nothingness

Ocean of Night

Blood

Papillon

Magazine

Encore:

The Weight (Acoustic)

Cold

The Racing Rats

Munich

Smokers Outside the Hospital Doors

 

Testo: Alessio Bertelloni

Foto: Carlo Vergani

 

Grazie a DNA Concerti[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9752,9753,9754,9755,9756,9757,9758,9759,9760″][/vc_column][/vc_row]

La fabbrica di Apollo – Edizione II

Dopo il successo della prima stagione, torna la rassegna La Fabbrica di Apollo.

Ogni primo venerdì del mese, da novembre ad aprile, presso la Sala Polivalente della Biblioteca di Anzola dell’Emilia (piazza Giovanni XXIII), sei appuntamenti tra musica e teatro con una formula originale e innovativa.

Accolti da un piacevole brindisi di benvenuto con i vini delle cantine del Consorzio Vini dei Colli Bolognesi, dopo gli spettacoli gli artisti incontreranno il pubblico davanti ad un bicchiere e ad un assaggio di specialità della cucina tradizionale e stagionale.

Interessante dal nostro VEZ-punto di vista è proprio l’intima cornice della rassegna che mette a proprio agio gli artisti che racconteranno così di loro stessi, dei progetti futuri e di tutto quello che riguarda il livello esperienziale del loro essere artisti e uomini e donne.

Il pubblico sarà così invogliato a fare domande e a partecipare il prima persona alla serata, sentendosi quasi parte dell’atto creativo.

Una formula vincente organizzata quindi per il secondo anno da artisti e operatori culturali di Anzola con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, del Centro Culturale Anzolese, dell’Anzola Jazz Club Henghel Gualdi e della Pro Loco di Anzola.

Abbiamo incontrato Sergio Altamura e gli abbiamo fatto un po’ di domande in attesa delle prossime date.

 

Parlatemi un po’ di voi. Quanti siete nell’organizzazione?

Siamo un gruppo composto da una quindicina di persone con esperienze diverse ma tutte utili all’organizzazione della rassegna.

Tra di noi ci sono musicisti, cuochi, baristi, scenografi, backliners, contabili, grafici e volontari.

L’idea dell’organizzazione della rassegna è nata dalla volontà di proporre musica e spettacoli teatrali originali in provincia, dando così la possibilità alla comunità di scoprire nuove realtà artistiche contemporanee.

Per questa ragione abbiamo scelto artisti che propongono materiale originale. La rassegna vuole essere una finestra sulle nuove proposte artistiche ed e’ appoggiata dal Comune di Anzola dell’Emilia, il Centro Culturale Anzolese, la Pro Loco, Anzola Jazz Club.

 

Quanto è stato difficile organizzare una rassegna di questo tipo?

Diciamo che la parte più difficile è la parte burocratica, purtroppo. Per il resto ciascuno di noi ha delle mansioni precise legate alla
propria competenza e questo rende tutto più facile.

Non ci pesa organizzare e lo facciamo con una certa allegria. Essendo un appuntamento al mese riusciamo a gestire la situazione senza troppi affanni.

 

Quali sono i cambiamenti che avete attuato dall’anno scorso? Su quali fronti avete aggiustato il tiro e quali avete potenziato?

L’anno scorso, la rassegna, ha avuto un buon successo, la sala polivalente del comune di Anzola dell’Emilia che ha una capienza
all’incirca di un centinaio di persone,  si è sempre riempita ed il pubblico ha reagito sempre con entusiasmo.

La formula dell’aperitivo prima del concerto (compreso nel prezzo del biglietto) e il dopoconcerto con una proposta culinaria a tema accompagnata con un bicchiere di vino ha permesso al pubblico di socializzare e poter interagire con gli artisti .

Percio’ quest’anno abbiamo voluto far conoscere questa rassegna anche fuori da Anzola dell’Emilia incrementando la promozione nei comuni limitrofi , soprattutto Bologna.

Ci piacerebbe che si conoscesse di più la nostra iniziativa in modo tale da creare sinergie con realtà più vicine alla città.

 

Qual è stata la risposta da parte del pubblico?

Ottima, la sala e’ sempre Sold Out. Il pubblico è eterogeneo, ed è il punto di forza di questa rassegna: ragazzi condividono questa
esperienza con persone adulte e viceversa  senza problemi di socializzazione, anzi diventa una serata aperta al confronto
generazionale.

 

Cosa vi aspettate dal secondo anno di rassegna?

Intanto di proporre la stessa qualità artistica, e che il pubblico rimanga contento come l’anno scorso.

L’obiettivo principale è quello di dare la possibilità ad artisti che propongono lavori originali di avere più visibilità e di farli entrare in contatto il pubblico.

Vorremmo che la rassegna diventasse un piccolo punto di riferimento, per questo avremmo bisogno di una maggiore visibilità nei media cittadini ed è una cosa sulla quale stiamo lavorando.

 

Ecco le prossime date

Emanuelle Sigal – 7 dicembre 2018

Love is The Revolution – 11 gennaio 2019

Centoquarantuno – 1 febbraio 2019

Elisabetta Pasquale (Orelle) – 1 marzo 2019

Alice Tambourine Lover – 5 aprile 2019

 

Tickets:
singolo:10,00 euro (spettacolo + consumazione)
abbonamento: 50,00 euro (6 spettacoli)

 

Prevendite Anzola dell’Emilia:
Ocean Bar e Edicolè via Goldoni
Rosa e Morena via Schiavina
Stefy & Stefy via Emilia

 

Infoline: 347/8936204
[email protected]
[email protected]
Official

Press, info e materiali stampa[email protected]

 

Andy Warhol e la musica al Complesso del Vittoriano

Vez Magazine è diventato grande.

Siamo partiti come un magazine musicale ma adesso, dopo aver festeggiato il nostro primo compleanno, abbiamo deciso che era arrivata l’ora di ampliare i nostri orizzonti. Non più solo musica quindi ma anche altre tematiche sono arrivate ad arricchire la nostra schermata.

Oggi inauguriamo la sezione dedicata all’arte e ho pensato di farlo con un’artista che ha influenzato pesantemente, il cinema, la cultura e, ovviamente, la musica.

Sto parlando di Andy Wharol, il papà della pop-art, che fino al 3 febbraio 2019 sarà il protagonista di una mostra al complesso del Vittoriano. L’esposizione, che conta 170 opere, ripercorre la sua carriera dagli esordi fino alle opere più mature.

Con oltre 170 opere, l’esposizione vuole riassumere l’incredibile vita di un personaggio che ha cambiato per sempre i connotati non solo del mondo dell’arte ma anche della musica, del cinema e della moda, tracciando un percorso nuovo e originale che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente.

Il percorso espositivo inizia con le principali icone che hanno condizionato il divenire dell’artista: la celebre Campbell’s Soup del 1969 e Ladies and Gentlemen (1975); i ritratti di grandi personaggi – alcuni dei quali mai incontrati – che da figure storiche ha trasformato in icone pop, come Marilyn (1967), Mao (1972) e gli stessi Self portrait.

Si prosegue evidenziando e affrontando il tema dei legami con la moda, anche in ambito italiano grazie ai ritratti di i Giorgio Armani (1981) e Regina Schrecker (1983).

Ma quali sono stai i rapporti di Wharol con la musica?

Forse non tutti sanno che la vita dell’artista di Pittsburgh si è intrecciata più volte con quella di grandi musicisti che amiamo e conosciamo bene.

A lui dobbiamo opere iconiche come la copertina di Sticky Fingers dei Rolling Stones, ma ha anche messo la sua firma su alcuni album di Aretha Franklin e John Lennon, per citare un paio di nomi.

 

 

wharol 1 bassaAndy Warhol

Mick Jagger, 1975

Serigrafia su carta, 110,5×73,7 cm

Collezione Jonathan Fabio, Agliana (PT)

© The Andy Warhol Foundation for the Visual

Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

 

 

Ma nonostante queste collaborazioni il mondo della musica gli è grato, sopratutto, per il ruolo che ha rivestito nel portare al successo una delle band più famose ed iconiche che ha cambiato la faccia del rock negli anni ’60: I Velvet Underground.

L’incontro avvenuto nel 1966 segnò l’inizio della fortuna della band newyorkese e permise loro di fare il salto di qualità: da illustri
sconosciuti a rock-star.

Fu grazie a Warhol, che nel frattempo era diventato manager della band, che il gruppo si arricchì della presenza di Nico, modella e ragazza di Bryan Jones dei Rolling Stones.

 

wharol 2 bassaAndy Warhol

The Velvet Underground & Nico, 1967

Original LP

Collezione privata, Monaco (MC)

© The Andy Warhol Foundation for the Visual

Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

 

 

Ma la sua influenza sul mondo della musica non si è fermata qui. Numerosi artisti hanno tratto ispirazione dal sua figura o dalla sua arte omaggiandolo nei loro testi; possiamo ricordare Andy Warhol di David Bowie, o Like a Rolling Stone di Bob Dylan che pare trarre spunto (ma potrebbe essere solo una legenda metropolita) da un triangolo amoroso tra Dylan, Warhol e Edie Sedgwick.

Se questo intricato rapporto tra arte e musica vi incuriosisce la mostra è pane per i vostri denti.

Attraverso le opere esposte, potrete tra le altre cose ammirare i ritratti di alcuni musicisti, avrete la possibilità di immergervi nel mondo colorato e fuori dagli schemi di questo artista a 360 gradi.

Warhol è stato un artista a tutto tondo che si è cimentato in tutti i campi dell’arte e questo è un po’ quello che vogliamo fare noi di Vez: perché arte, musica e vita sono tutte facce diverse della stessa medaglia.

E noi, nel nostro piccolo, ci siamo ripromessi di mostrarvene il più possibile.

 

Laura Losi

Cesare Cremonini @ Unipol Arena

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Cesare Cremonini •

Unipol Arena (Bologna) // 27 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

27 novembre: prima delle tre tappe del Cremonini live 2018 all’Unipol arena di Bologna.
È così che Cesare torna a casa, tra la sua gente, nella sua città natale.
Tanti gli elementi che hanno reso questo live degno di essere ricordato:
la scenografia, l’insieme di effetti e luci che hanno reso l’atmosfera davvero unica anche per chi, come me, era lì con una macchina fotografica tra le mani pronta ad immortalare tutto.
Momenti pieni di così tanta energia da aver voglia di fermarsi per godersi solo la musica e lo spettacolo che l’artista, quasi come se fosse uno show man, è capace di creare.
Tra le stelle filanti che cadono dall’alto e il pianoforte al centro del palco, Cremonini va ben oltre l’idea classica di “concerto”; il suo è un vero e proprio show.
In una parola, incredibile.
Bravissimo ad intrattenere il pubblico; sia a farlo ballare con i grandi successi che tutti conosciamo, sia a fargli venire la pelle d’oca con i suoi pezzi poetici, da accendino in aria e luci basse.
È stato uno spettacolo nello spettacolo.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:
Possibili scenari
Kashmir-Kashmir
Padremadre
Il comico (Sai che risate)
La nuova stella di Broadway
Latin Lover
Lost in the weekend
Un uomo nuovo
Buon viaggio (Share the love)
Momento silenzioso
Una come te
Vieni a vedere perché
Le sei e ventisei
Mondo
Logico #1
GreyGoose
Dev’essere così
Al tuo matrimonio
Il pagliaccio
50 Special
Marmellata #25
Poetica
Nessuno vuole essere Robin
Un giorno migliore

 

Foto e Testo: Luca Ortolani

 

Grazie a Studio’s[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9697,9719,9722,9714,9690,9711,9721,9692,9709,9693,9718,9706,9695,9720,9703,9691,9698,9699,9689,9712,9700,9710,9715,9701,9707,9702,9723,9717,9704,9705,9694,9708,9713,9716,9696″][/vc_column][/vc_row]

Young Signorino @ Vidia_Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Young Signorino •

Vidia Club (Cesena) // 24 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text][/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Marco Rossi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9735,9738,9745,9734,9744,9736,9742,9741,9740,9743,9739,9737″][/vc_column][/vc_row]

Frah Quintale @ Estragon Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Frah Quintale •

Estragon Club (Bologna) // 24 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]FRAH QUINTALE

24 novembre 2017
24 novembre 2018
Esattamente un anno dopo l’uscita di Regardez Moi, Frah Quintale torna a Bologna, dove tutto è cominciato.
Francesco Servidei, in arte Frah Quintale, nasce nel 1989.
E’ la sua passione per i graffiti ad avvicinarlo alla cultura Hip Hop fin dal 2002. Il suo percorso musicale inizia con il duo Fratelli Quintale da cui si separa nel 2006 per intraprendere la strada da solista.
Il cantante bresciano festeggia all’Estragon il primo compleanno del disco davanti ad pubblico quattro volte più numeroso rispetto a quello che l’aveva salutato l’anno precedente, dal piccolo palco del Locomotiv.
Un anno importante per l’artista che ha creato con la sua musica una zona borderline tra il rap e l’indie con il potere di far sentire a casa gli amanti di entrambi i generi.

 

Grazie a BPM Concerti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Matilde Manara
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9585,9586,9592,9594,9593,9595,9587,9590,9588,9589,9591″][/vc_column][/vc_row]

Bryan Adams @ Gran Teatro Geox

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Bryan Adams •

Gran Teatro Geox (Padova) // 23 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Quando ero una studentessa universitaria lavoravo come promoter nei week-end e la mia postazione era proprio di fianco ai cd. Un giorno, annoiata, mi sono messa a spulciare tra i dischi in vendita ed è stato li che mi sono imbattuta in Anthology di Bryan Adams: dopo averlo accuratamente imboscato, sono tornata a comprarlo con il mio primo stipendio. Mi sembrava giusto: il primo cd che ho ascoltato è stato All for love, e sancire la mia entrata nel mondo del lavoro acquistando un cd, doppio per giunta, dell’artista che ha accompagnato la mia crescita, mi sembrava il modo migliore per investire i miei soldi.

Così come quando ad agosto è stato annunciato che The Ultimate Tour avrebbe fatto tappa a Montichiari mi sembrava giusto correre ad assicurarmi un biglietto.

Ovviamente si è trattato di una scelta più che azzeccata.

Bryan Adams, con la sua voce calda e la sua chitarra, non tradisce mai. Nonostante avessi già assistito a un suo concerto esattamente un anno fa non vedevo l’ora che arrivasse il 24 novembre.

Bryan e la sua band salgono sul palco alle 21.00, puntuali come degli orologi svizzeri e iniziano. Due ore senza sosta, ventisei canzoni sparate a raffica. Ritmi che dei ventenni forse non riuscirebbero a reggere.

Si parte subito con Ultimate Love, uno dei brani più recenti del canadese, e poi si passa ai pezzi storici: quelli che ci hanno fatto ballare, quelli che hanno fatto sognare e ovviamente quelli che ci hanno fatto innamorare.

Immancabile, ovviamente e per fortuna, Everything I Do (I do it for you), la canzone d’amore per eccellenza quella che tutte le donne (ok io sono di parte) vorrebbero sentirsi dedicare. Credo che sia stato uno dei momenti più emozionanti del concerto: lui, la sua chitarra, un fascio di luce e la sua voce che si diffondeva per il palazzetto. Da brividi, davvero.

Un concerto che tornerei a vedere mille volte perché pochi altri artisti riescono a trasmettere le emozioni come fa Bryan Adams. Non si tratta solo di un cantante ma di un poeta, di un’artista a tutto tondo in grado di parlare ad ogni generazione.

E’ stato un concerto piccolo, ma carico di emozioni dalla prima all’ultima nota. Bryan corre, ride e scherza con Keith Scott, il suo storico chitarrista, e con il pubblico. Ci ha invitati a cantare insieme a lui Heaven, e a ballare sulle note di You belong to me. Il rapporto che riesce ad instaurare con il suo pubblico è un qualcosa di speciale: non è un caso infatti che la canzone di chiusura dei suoi live sia All for love, colonna sonora del film I tre moschettieri.

Per spiegare le sensazioni, le emozioni e il rapporto che si è creato nel corso delle due ore vorrei prendere in prestito proprio il motto di D’Artagnan e compagni: Uno per tutti e tutti per uno. Anzi: tutti per Bryan.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Laura Losi

Foto: Carlo Vergani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9731,9729,9730,9733,9732,9728″][/vc_column][/vc_row]

Naftalina @ Sidro

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Naftalina •

Sidro Club (Savignano sul Rubicone) // 23 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]3 Gennaio 2018

Mi metto in contatto con Peter, il cantante dei Naftalina. Ho appena acquistato la raccolta 2001/2011 e voglio complimentarmi con lui. Nonostante ci fossimo presentati diversi anni prima, com’era ovvio, non si ricordava di me.

“Mi ha telefonato Klari, dopo 18 anni, sto cercando di fare una reunion ma Pinna è incasinato. A febbraio registriamo un ep. Gli ultimi 5 pezzi e chiudiamo il libro per sempre.”

 

8 Marzo 2018

Sono in studio con Peter, Clarissa e David Sabiu, produttore storico ed attuale batterista della band.

Voglio scattargli qualche foto posata.

I ragazzi ci tengono a farmi sentire i nuovi brani; sono il primo ad ascoltarli.

Parte il primo pezzo dell’album, poi il secondo, il terzo e cosi via.

Dopo sei brani mi giro verso Peter, con gli occhi lucidi ed il cuore a mille “È una bomba! Qui ragazzi si fa una figata!”

 

Estate 2018

Le pagine Facebook ed Instagram della band aumentano di follower ed iniziano ad arrivare le prime richieste per i live.

L’album rimane in attesa, mentre giriamo i video dei due singoli che usciranno nel 2019.

Nel frattempo RetroPopLive crede nei ragazzi e gli fissa due date: una al Sidro Club ed una al Vidia Club.

 

23 Novembre 2018

21:45

Io, Peter, Clarissa e David siamo nella sala di registrazione sopra al Sidro. È un momento molto intimo: loro si scaldano, ridono e provano qualche canzone.

 

22:15

Sono esattamente 8 e 17 gli anni che hanno separato Peter e Clarissa dal loro ultimo live ad oggi. Il Sidro si sta affollando.

Arrivano messaggi a Peter: la gente di sotto sta aspettando.

 

22:35 

Finalmente scendiamo.

La gente li saluta e li abbraccia.

Si alzano i primi cori.

Le persone presenti li aspettano: vogliono i Naftalina.

 

22:45

Inizia lo show, ed è una grande festa!

Sono presenti molti amici di vecchia data, c’è tantissima stima da parte di tutti.

Il concerto parte con Ignoro, e poi ci sono cinque nuove canzoni presenti in scaletta, tra cui una con la collaborazione di Frank e Teone degli IESSE ai fiati.

I ragazzi ingranano subito ed è veramente un peccato quando arrivati all’ultima canzone, Se, ci deliziano con un solo bis, A me piace così.

Torneremo a vederli a Cesena a gennaio, in quel del Vidia, e sicuramente ci saranno delle sorprese.

Questo è solo l’inizio del libro.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

IGNORO

LABILE

A ME PIACE COSI’

11 AGOSTO

BAGLIORI INSOLITI

ERROR 404

SCUOLA GUIDA

NOSTRAND AVENUE

NON SALTI COME ME

STANZA 423

CRIMINE

NON MI DIRAI

BUBONIX

DEBBY

DISTRUGGIMI

SE

BIS:

A ME PIACE COSI’

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9546,9557,9552,9551,9561,9568,9562,9571,9554,9560,9555,9540,9541,9542,9577,9543,9545,9547,9548,9549,9556,9553,9544,9566,9573,9558,9559,9579,9563,9574,9564,9565,9550,9567,9569,9570,9572,9575,9576,9578″][/vc_column][/vc_row]

Luchè @ Kindergarten

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Luchè •

Kindergarten (Bologna) // 23 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Prima data del Potere Tour ieri sera a Bologna per Luchè.
Il concerto, già sold out da diversi giorni, si è dimostrato essere particolarmente atteso dai fan del rapper, che si sono radunati davanti ai cancelli con diverse ore di anticipo. Luchè ha trovato nel locale bolognese un pubblico non solo numeroso ma anche caloroso, che è stato ripagato con un concerto lungo quasi due ore.
Ottima partenza, dunque, per il tour dell’artista napoletano, classe 1981, che vede già esaurita anche la prossima data a Firenze.
Vi ho prestato la mia città/ E poi me la sono ripresa/ Perché perdere una cosa/ Fa più male di non averla mai avuta.
Si apre così il live, con questo estratto dalla canzone Potere/il sorpasso.
L’artista mette subito a nudo le turbolenze del suo recente percorso che l’ha visto sparire dalla scena rap per poi tornare con un nuovo album, apprezzatissimo sia dai fan che dalla critica.

 

Grazie a Zamboni53.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Matilde Manara
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9608,9600,9604,9609,9603,9601,9606,9605,9599,9602,9598,9607″][/vc_column][/vc_row]

Mudhoney @ Locomotiv Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Mudhoney •

+
| Please the Trees | The Devils |
Express Festival
Locomotiv Club – Bologna // 21 Novembre 2018

 

Gli appena nati The Devils aprono la serata al Locomotiv prestissimo.
Non aspettano nemmeno che il pubblico si raduni di fianco agli strumenti e iniziano a suonare: senza presentazioni attaccano crudi, antisociali e decisamente irriverenti.
Gianni Vessella, alla chitarra, ed Erica Toraldo, voce e batteria, distruggono il silenzio di pochi minuti prima.
Il loro trash’n’roll, scomodo e dissacrante, attira un gruppo di ascoltatori che ben presto si ritrova coinvolto in uno show erotico e maledetto, accompagnato da un garage rock senza pause. La band napoletana, nata nel 2015 con un disco d’esordio appena uscito, termina la performance con chitarre flagellate, amplificatori violentati e la batterista che si alza, sui suoi altissimi tacchi di vernice rossa, ed esce di scena.

A seguire, sale sul palco il gruppo spalla ufficiale dei Mudhoney: i Please the Trees, provenienti da Praga e già premiatissimi con il loro album A Forest Affair (2012). Il trio propone brani infiniti, suoni campionati e psichedeliche parti strumentali accompagnate da una voce appena percepita, come una cornice ai pezzi. Tutto molto familiare e tipico di quel genere che si chiama indie rock. Il pubblico, ormai numeroso, apprezza incuriosito questo trio ceco, probabilmente mai ascoltato prima, e la loro energia fatta da un trip di suoni, distorsioni e corde di chitarra strisciate sui piatti della batteria.

Alle 22 circa eccoli. I Mudhoney, questi ormai sessantenni, collaudati pionieri del genere grunge, nato a Seattle negli anni ’90 proprio grazie a loro, si può dire. Le prime canzoni scorrono tranquille, una dietro l’altra: sotto il palco troviamo i ventenni di allora, ormai più che quarantenni. Questa sera sono tornati lì, negli anni ’90, quando ai concerti ancora ci si ammassava e si pogava senza esclusione di colpi. Faccio appena in tempo a posare la macchina fotografica che iniziano gli spintoni e parte il crowdsurfing.
Ed ecco finalmente Touch me, I’m sick. La voce di Mark Arm non è cambiata: graffia l’aria e ti riporta lì dove tutto è nato, dove i Mudhoney sono rimasti senza cambiare di una virgola, senza svendersi per piacere ad un pubblico più ampio. E ancora da Suck you dry fino a 21st cent Pharisees buttano fuori quel sound sporco, primitivo ma maledettamente credibile e coerente, ripercorrendo tutta la loro carriera musicale.
Dobbiamo aspettare il lungo encore di 7 brani per poter saltare con Here come sickness, per poi terminare con Fix me.
Questo concerto, sold out, al Locomotiv di Bologna ci ha ripresentato l’immutevole energia del garage punk dei Mudhoney: ora possiamo tornare a casa tranquilli e sicuri che, nonostante siano già passati 30 anni dal loro debutto, la loro impronta non cambierà mai e la loro musica continuerà a piacere a pochi ma buoni. Perché il grunge non è per tutti anzi, se non fosse stato per i Mudhoney probabilmente non sarebbe mai esistito.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

 

Into the Drink

I Like It Small

Hey Neanderfuck

You Got It

Nerve Attack

The Farther I Go

Judgement, Rage, Retribution and Thyme

No One Has

Kill Yourself Live

Touch Me I’m Sick

If I Think

Next Mass Extinction

Suck You Dry

Please Mr. Gunman

Get Into Yours

Night and Fog

F.D.K. (Fearless Doctor Killers)

Oh Yeah

I’m Now

Paranoid Core

One Bad Actor

The Only Son of the Widow From Nain

21st Century Pharisees

Encore:
Here Comes Sickness

Who You Drivin’ Now?

Sweet Young Thing (Ain’t Sweet No More)

Ensam i natt
(The Leather Nun cover)

The Money Will Roll Right In
(Fang cover)

Hate the Police
(The Dicks cover)

Fix Me
(Black Flag cover)

 

 

Grazie come sempre ad Hub Music Factory e all’organizzazione del Locomotiv Club.

 

Testo e Foto:  Valentina Bellini[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9495,9511,9508,9510,9514,9515,9513,9496,9516,9497,9498,9499,9500,9502,9503,9504,9505,9506,9507,9509,9501,9512″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Please the Trees

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9522,9523,9518,9517,9521,9519,9520,9524″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

The Devils

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9526,9536,9529,9527,9532,9525,9530,9528,9531,9533,9534,9535,9537″][/vc_column][/vc_row]

Cesare Cremonini @ Rds Stadium

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Cesare Cremonini •

RDS Stadium (Rimini) // 20 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Dopo l'uscita del suo album Possibili scenari e il suo primo tour estivo negli stadi, Cesare Cremonini ha dato il via anche al tour invernale, con doppia tappa al 105 Stadium di Rimini il 20 e il 21 novembre.
Ad accoglierlo un pubblico letteralmente in estasi, dalla prima all'ultima nota suonata. 
Cremonini  ha dichiarato più volte il suo amore per la città di Rimini dicendo di sentirsi come a casa; e sarà stato questo il motivo per il quale è riuscito a far sentire a casa anche tutte le persone presenti, circa diecimila nelle due serate. Non c'è stato nessun filtro tra il palco, il parterre e le tribune: tante voci unite in un unico ritmo. 
La scaletta proposta dall'artista ha toccato i momenti più importanti della sua carriera. Cesare è un insieme di aggettivi positivi: è un poeta dall'aria romantica capace di reggere la scena con una naturalezza disarmante e allo stesso tempo coinvolgente. 
E' instancabile. Il palco è il suo habitat naturale, il luogo in cui riesce ad esprimersi al meglio, interpretando i suoi testi in modo così vero e vivo che risulta impossibile non lasciarsi andare e non rimanerne incantati. Ecco, Cesare incanta e lo fa soprattutto quando diventa un tutt'uno con i tasti del pianoforte. E' lì che nasce l'incantesimo. Ha la capacità di far sognare con brani come Vieni a vedere perchè o Dev'essere così e allo stesso tempo di far saltare con Gray groose o Mondo. 
Non è mancato un tuffo indietro, ai tempi di 50 special e Un giorno migliore, quando era il leader dei Lunapop. Ed è stato con Momento silenzioso, brano contenuto nell'album Maggese, che ha ringraziato quella fetta di pubblico che gli è fedele da sempre, fin dall'inizio della sua carriera da solista. Instancabile, esuberante e immensamente bello, nell'accezione più ampia del termine.
E poi succede che stiamo bene insieme senza nessun perchè. Ma in questo caso il perchè c'è: è la sua musica.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

POSSIBILI SCENARI

PADREMADRE

IL COMICO (SAI CHE RISATE)

LA NUOVA STELLA DI BROADWAY

LATIN LOVER

LOST IN THE WEEKEND

UN UOMO NUOVO

BUON VIAGGIO (SHARE THE LOVE)

MOMENTO SILENZIOSO

UNA COME TE

VIENI A VEDERE PERCHE’

LE SEI E VENTISEI

MONDO

LOGICO

GRAY GOOSE

DEV’ESSERE COSI’

AL TUO MATRIMONIO

IL PAGLIACCIO

50 SPECIAL

MARMELLATA #25

POETICA

NESSUNO VUOLE ESSERE ROBIN

UN GIORNO MIGLIORE

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Testo: Claudia Venuti

Foto: Carlo Vergani

 

Ringraziamo The Front Row e Carlo Vergani per la gentile concessione delle foto.

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9464,9465,9466,9482,9467,9468,9481,9469,9480,9470,9486,9471,9485,9472,9478,9473,9474,9475,9479,9484,9476,9477,9483″][/vc_column][/vc_row]

Soviet Soviet

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

Non era la prima volta che seguivo i Soviet Soviet in tour; lo avevo fatto già a primavera scorsa in centro-nord Europa (Svizzera, Germania, Austria..).

Ora toccava all’est! Quattro fulminee date, senza day-off e giri turistici, un dai e vai veloce e poi tutti a casa.

Io sarò il loro fotografo ed il loro driver.

Prima tappa Bratislava, Slovacchia. Il furgone è carico e la prima parte del viaggio è sempre la più lunga.

Andrea, Alessandro e Matteo mi raccolgono a Rimini Nord, tappa a Bologna per far salire il fonico di fiducia Andrea (Cosmo, ndr.) e poi dritti verso la prima tappa.

Arriviamo a Bratislava a metà pomeriggio dopo oltre 8 ore di strada, la luce sta scendendo, il morale è alto.

Il locale in cui suoneranno è il Kulturak, un club underground più simile a un vecchio night; nascosto, sudicio, sottoterra ma assolutamente affascinante.

Sound check, qualche birra e parte la serata con il live della band di supporto.

Sono le 20:30, scordiamoci gli orari italiani: si inizia presto, si finisce presto! I live dei Soviet sono sempre carichi di energia ed il pubblico, che presenzia numeroso, risponde equamente evolvendosi quasi a creatura mistica in simbiosi con la band.

Andrea, voce e basso, si scalda subito dopo i primi pezzi e inizia a vorticare su se stesso pestando le corde peggio di un fabbro slovacco.

Le chitarre dilatate e precise di Matteo riempono di melodia la pressante parte ritmica di Alessandro che va avanti come una mietitrebbia. Il pubblico canta, balla e si gode un’ora e dieci di concerto senza mai fermarsi.

Gli slovacchi già conoscono i Soviet e stasera hanno avuto la conferma della loro carica esplosiva.

Qualche birra e a letto presto, domani si riparte, Praga ci attende!

Il giorno dopo arriviamo a Praga in circa tre ore di viaggio, si arriva al locale in una zona aldilà del fiume, uno scenario quasi post-bellico e di periferia, anche qui sottoterra, qualcosa di simile ad un girone dantesco, mattoni a vista e luci rosse.

Non è la prima volta dei Soviet a Praga, e lo si vede subito dall’incitamento febbricitante del pubblico che alla prima nota del basso di Andrea si lascia andare in danze ancestrali e di sinistra natura!

Il palco suda, la band impazzisce e il giro di basso del leader non dà scampo alle gambe dei presenti che non riescono a stare fermi sulle note di Pantomime o di Endless Beauty.

A fine concerto i fan si fermano a parlare con la band, è già ora di tornare in albergo per riposare e partire per la prossima tappa: Budapest.

Dopo un viaggio di cinque ore circa arriviamo nella capitale ungherese.

La venue è un festival (Vanishing Point) all’interno di un enorme complesso (Durer Kert), districato di sale, corridoi e giardini. Un posto incredibile.

L’accoglienza è ottima, ci sanno fare gli ungheresi! I Soviet saranno tra gli headliner della serata e dopo intervista e foto per un blog locale è ora di iniziare.

Il pubblico è davvero numeroso e nel backstage la tensione si affoga tra risate, sigarette e birre.

Salgono sul palco e come sempre la miccia si riaccende, i pezzi scorrono veloci e l’energia è assolutamente palpabile; Fairy Tale, Surf a Palm, Ecstasy

Il pubblico si dimena ed Andrea non è da meno, tanto da ribaltarsi letteralmente sul palco. Si finisce con distorsioni e noise psichedelici, quasi a salutare in catarsi gli avventori del Durer Kert.

Una bomba!

Si smonta e si torna in albergo. L’ultima tappa è Zagabria, ma me la perdo: alla frontiera croata mi chiedono, oltre alla patente, la carta d’identità che da buon fesso avevo lasciato in Italia.

No pasaran! La band andrà comunque a suonare e il giorno dopo li incontro a Lubiana. E poi si torna a casa.

Alla fine di questa avventura siamo tutti stanchi ma sicuramente più che soddisfatti.

I Soviet Soviet si confermano una ottima band live, con una energia incredibile, fin troppo intrappolata nel solo spazio digitale di un disco.

La risposta del pubblico estero è davvero incredibile ed intensa. I nostri italianissimi Soviet Soviet sono seguitissimi in terra straniera e non hanno nulla da invidiare a band più affermate.

Il loro sound dal vivo è potente, graffiante ed è davvero difficile stare del tutto fermi.

Il consiglio spassionato è quindi quello di vederli in concerto, perché non ve ne pentirete.

 

Foto e Testo: Siddharta Mancini

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 B R A T I S L A V A

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9422,9417,9418,9419,9420,9421,9423″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

P R A G A

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9424,9425,9426,9427,9435,9428,9429,9430,9431,9432,9433,9434,9436,9437″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

B U D A P E S T

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9438,9439,9440,9441,9442,9443,9444,9445,9446,9447,9448,9449,9450,9451,9452,9453,9454,9455,9456,9457,9458,9459,9460″][/vc_column][/vc_row]