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Salmo @ Unipol_Arena

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• Salmo •

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P L A Y L I S T   T O U R

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Unipol Arena (Bologna) // 16 Marzo 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]La sera del 16 marzo a Bologna, Maurizio Pisciottu in arte Salmo, ha coinvolto il pubblico dell’Unipol Arena in uno spettacolo degno di un artista navigato che calca palchi importanti da qualcosa come quarant’anni.

Al mio arrivo, il palco e la scenografia sono coperti da teli neri. L’intenzione di creare attesa e curiosità con me generalmente funziona poco, dato che preferisco vedere il palco vuoto e immaginare cosa potrà succedere successivamente con gli artisti in scena.

In realtà la solennità dei tendoni neri unita al frastuono di un palazzetto sold out con personaggi di tutte le età hanno aggiunto un’aura di eccitazione che, diciamolo, ha toccato anche me.

L’artista olbiense, punta tantissimo sulla propria simpatia innata e sulla capacità di saper stare comodo comodo sul palco quasi come fosse casa propria e il risultato incarna un riuscito mix di sperimentazione ed eccitazione.

In un mondo indie tinteggiato principalmente di quel viola e rosa che io tanto amo, quello che Salmo ci presenta è un arancione carico nutrito da tinte rosso carminio. Un vitaminico mix che si amalgama con la forza espressiva di un artista a “tinte forti” che sceglie consapevolmente di essere differente affermando così la propria grandezza.

Sta esagerando, direte voi.

Ebbene, non proprio, dato che sono appena stata colpita all’altezza dell’ombelico dal pugno di un rapper che incorpora un sound rock sfiorando l’hardcore, perché forse non tutti sanno che Salmo alle spalle ha trascorsi rock, punk e metal dovuti alle tante collaborazioni con gruppi come Skasico e To Ed Gein, tra gli altri.

Jacopo Volpe alla batteria mi ha lasciato senza parole ancora una volta, passando da un rock melodico ad un rap atomico con la scioltezza con cui ci si addormenta dopo due ore di nuoto intenso. E che dire del basso di Dade (Linea 77 ndr)? Incredibile oggi sul palco come incredibile è sempre stato.

Salmo interagisce con il pubblico. Scherza, sfotte e poi chiede alla platea di collaborare con un pogo circolare che può fare invidia a Giotto. Una ragazza si ferisce e il dolce Maurizio la chiama sotto al palco per vedere se ha bisogno di qualcosa.

Cuore.

E mentre sono ancora qui a chiedermi se una bomba energetica come questa possa aver avuto precedenti, e per mia esperienza solo Caparezza lo eguaglia, Salmo ha fatto un cambio d’abito. Nero, tono su tono con luci stroboscopiche verdi che introducono il pubblico al suono techno che nemmeno alla festa dei cento giorni puoi trovare, e lì si che ti serve la carica, cazzo.

Arancione, rosso e giallo. Poi tinte acide, fredde. Occhiali da sole. Ora giubbino di pelle. Infine Nitro sul palco (per Dispovery Channel). E ancora stage diving buttandosi da un parapetto laterale… Salmo è un figo ragazzi, anche se non ha mai visto una partita di calcio (nota dolente per una calciofila) e non ha mai visto dal vivo una ola.

E comunque non è finita, perché ad un certo punto ci regala dei balli afro che se potessi gli chiederei se durante la propria adolescenza non sia passato qualche volta in Romagna alla Melody Mecca. No, perché ci saremmo potuti fare una birretta.

Comunque un giorno qui in redazione si diceva che ad ognuno il suo genere, ma se così fosse e nessuno si mettesse alla prova con ciò che non conosce, io non sarei qui a chiedermi come mai siano solo 6 mesi che ascolto Salmo.

Osate, ragazzi. Sperimentate. Ce lo insegna anche Salmo.

 

Grazie a VIVO Concerti

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Luca Ortolani

Testo: Sara Alice Cecarelli

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danilo sacco, Live, Music, teatro sociale villastrada