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Deproducers “DNA” (Ala Bianca Records, 2019)

Deproducers “DNA” (Ala Bianca Records, 2019)

| Francesca Garattoni

Dopo essersi avventurati tra le stelle con Planetario (2012) e aver fatto ritorno sulla terra, tra le meraviglie del mondo vegetale in Botanica (2016), i Deproducers firmano DNA, il nuovo capitolo del progetto Musica per Conferenze Scientifiche, in collaborazione con AIRC. Lo straordinario collettivo artistico formato da musicisti, cantautori, produttori del calibro di Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia, Gianni Maroccolo e Max Casacci accoglie come frontman d’eccezione il filosofo e bio-evoluzionista Telmo Pievani per raccontare la storia dell’antenato comune di tutte le forme viventi, il DNA. 

Nella comunicazione tra musica e scienza, nel loro scambio reciproco, si sviluppa la narrazione dei temi cardini dell’evoluzione, dalla formazione delle prime cellule, alla comparsa dell’Homo Sapiens, fino alle nuove conquiste della genetica e della ricerca oncologica, sottolineandone il valore culturale ed umano. 

Un’opera innovativa, ambiziosa ma allo stesso tempo accessibile, che permette di trasformare un convegno scientifico in uno spettacolo live coinvolgente, immersivo che punta sulla sinergia tra brani inediti, immagini suggestive e una scenografia costruita ad hoc (la data zero del tour è prevista per il 9 aprile al Teatro Grande di Brescia, la Prima andrà in scena l’11 aprile al Parco della Musica di Roma). 

In una alternanza tra concetti esposti da un cantato semplice, al limite del “parlato” nelle voci di Pievani e Sinigallia, e atmosfere delineate dalla sola musica, vagante tra ambient, acustica, neoclassica e rock, Abiogenesi dà il via a questo viaggio, elevandosi a colonna sonora introduttiva, come una nuova Così parlò Zarathustra in 2001 Odissea nello spazio. Storia compatta della vita introduce la figura di Carl Segan, astronomo che nel 1966 inventò il calendario cosmico: l’intera storia dell’universo, dal big bang ad oggi, comparata ad un anno solare. Miliardi di anni compresi tra il primo gennaio e la mezzanotte del 31 dicembre. Un crescendo musicale che va di pari passo e sfocia in una pura traccia elettronica, dominata da una voce computerizzata che elenca, tappa dopo tappa, le scoperte fondamentali nella storia dell’uomo, ricordando i Daft Punk in Harder Better Faster Stronger.

Sullo stesso impianto sonoro si snoda DNA, la title track, in una successione di bassi potenti, suoni taglienti e la ripetizione delle iniziali delle basi azotate che compongono la doppia elica: A per adenina, C per citosina, G per guanina, T per timina. Suite cellulare è l’opera lirica del disco. Divisa in quattro movimenti, accompagna le fasi evolutive con solennità. Dalla ritualità di un coro iniziale, il ritmo cambia, si riempie e si completa. Monofonia e polifonia che rappresentano, in musica, il passaggio dagli organismi monocellulari a quelli pluricellulari, giungendo al picco di massima intensità nella nascita del sesso. Quest’ultima, definita in termini evoluzionistici come prevenzione naturale che allontana dal pericolo dell’omologazione e dell’uniformazione, si colora di tinte romantiche e ammiccanti nella melodia lontana di un sassofono. L’energia e la vitalità di L.U.C.A. celebrano l’ultimo antenato comune universale (Last Universal Common Ancestor) e si contrappongono allo scenario inquieto di Cancro, in cui le percussioni cupe e il timbro tipico dell’organo riecheggiano la Cavalcata delle Valchirie di Wagner. La chiusura è affidata a Serendipità, termine coniato dall’inglese Horace Walpole nel 1754 per indicare la fortuna di fare scoperte casualmente, trovando qualcosa di inaspettato nella ricerca qualcos’altro.

Un riassunto di tutte le vibrazioni precedenti, un’aria melodica di apertura e progressione. Quello che prima era un coro serioso, quasi gregoriano, ora sono voci illuminate dallo stupore. La sintesi del percorso di riflessione che si intraprende, spesso, anche grazie alla musica e alle sue capacità di introspezione. Il potere di unire questo strumento essenziale con la ricerca scientifica, fonte inesauribile di domande e risposte, metafora del processo di miglioramento di se stessi e dell’umanità, attraverso la conoscenza.

 

Deproducers

DNA

Ala Bianca Records, 2019

 

Laura Faccenda