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Limbrunire e l’innovazione nel cantautorato

Limbrunire e l’innovazione nel cantautorato

| Luca Ortolani

Siamo nell’era dell’emulazione, del – tutti copiano tutti – con la convinzione che la stessa formula valga e funzioni a prescindere da quelli che siano i contenuti di ogni singolo individuo.

Siamo nell’era in cui la musica sembra un grosso contenitore, a tratti fin troppo piccolo, incapace di racchiudere così tante note e parole, ma la cosa più difficile è senza dubbio quella di distinguersi ed “emergere” facendo la differenza.

C’è un ragazzo che sa bene come fare, sa bene come farsi riconoscere senza che ci sia neanche lontanamente il rischio di non essere identificato e questo accade per due motivi: il primo riguarda i testi delle sue canzoni, tutti lontani dalla parola “banale” perché ha la straordinaria capacità di descrivere e raccontare in un modo tutto suo ciò che sente e lo fa con estrema cura nella scelta delle parole da usare e accostare l’una all’altra.

Il secondo riguarda la sua persona, il modo in cui percorre la strada che ha scelto “lottando” a mani nude e con la sua chitarra creando musica vera, proteggendo e conservando la sua identità artistica che coincide perfettamente con la sua identità personale e umana.

Il ragazzo in questione si chiama Francesco Petacco, meglio conosciuto come Limbrunire un giovane talento proveniente dal levante ligure che ho scoperto qualche mese fa grazie al suo ultimo singolo “Ho – Oponopono” estratto dal suo primo disco: “La spensieratezza”  uscito a giugno del 2018.

La prima cosa che ho pensato ascoltando quella canzone dal titolo quasi impronunciabile è stata: “Che genio!” e la stessa esclamazione mi ha accompagnata durante l’ascolto di ognuna delle restanti tracce del disco che ho ascoltato e riascoltato fino a conoscerle a memoria.

Limbrunire ormai mi accompagna “all’imbrunire”di molte delle mie giornate, soprattutto durante i viaggi in macchina.

Con la sua musica è un po’ come fare un “viaggio nel viaggio” e ho aspettato prima di chiedergli un’intervista, perché volevo andare a fondo.

Volevo capire bene quali fossero i suoi messaggi e quale fosse la sua linea che si è rivelata ben presto una bellissima linea curva, proprio come la vita di ognuno di noi…

E’ solo che poi c’è qualcuno che ha una sorta di “dono” nel raccontarla e risulta quasi impossibile non rimanerne affascinati.

Ecco alcune delle mie curiosità….

 

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Facciamo subito un passo indietro prima di arrivare ad oggi e all’uscita del tuo primo album: La spensieratezza Chi era e quali erano i sogni di Francesco prima di diventare Limbrunire?

Francesco era ed è un ragazzo come tanti altri con una grande passione diventata nel tempo sostanza vitale e necessità primaria come la testa fuori dall’acqua dopo secondi d’apnea. I sogni di Francesco in realtà sono fiori di un prato che vengono annaffiati costantemente, a volte appassiscono ma poi rinascono più grandi e colorati di prima, alle volte vengono raccolti e regalati ad un sorriso come un battito di ciglia, di stupore. Francesco ha sempre creduto nelle possibilità di ogni individuo e come tale sente il bisogno di mettersi in gioco per lasciare un punto esclamativo su questo interrogativo passaggio! La condivisione per Francesco è un pasto fondamentale così come la curiosità di andare oltre i propri limiti, circoscrivere la temuta drammaticità del tempo a favore del qui ed ora, dell’essere presenti appieno, adesso!

 

L’uscita di un disco è il primo e vero confronto diretto con il grande pubblico, è il traguardo al quale si arriva attraversando vari step che vanno dalla stesura di un testo alla sua registrazione. A distanza di quasi un anno dal giorno di uscita del tuo debut-album e dopo aver avuto modo di portare in giro la tua musica con un bel tour in giro per l’Italia, qual è la parte che hai amato o che ami maggiormente di quello che hai avuto modo di vivere grazie a questa esperienza e in generale del tuo percorso musicale personale?

Chiudere i flight-case, preparare la valigia, salire in auto, fermarsi agli autogrill, le cazzate, i chilometri on the road, le domande, i dubbi, le tensioni, i gradini, il palco, il sound-check, il riscaldamento, il bicchiere di vino, l’ultimo briefing e l’abbraccio con la band, l’ok, 3..2..1, la sensazione d’infinito! Turbinio d’emozioni e lacrime trattenute a stento, nastri riavvolti.

 

C’è un tuo brano che amo in particolar modo e che ad ogni ascolto mi regala una riflessione in più perché riesco a cogliere sempre qualche dettaglio che la volta prima mi era sfuggito ed è Non è allarmante. Prendendo spunto proprio dal suo testo, per te di cos’è fatta quella bellezza (da tramandare) e come inganni le forze contrarie?

La bellezza da tramandare risiede dentro di noi, nella nostra anima, nella fratellanza e riconoscenza, nella mano allungata e non nel pugno in faccia, nei piccoli gesti e negli spazi grandi, negli abbracci sinceri, nella presenza! Il mondo è pregno di bellezza ma l’odio, la brutalità, la malvagità ahimè fanno più notizia, hanno maggiore appeal mediatico e catalizzano maggior interessi, e tutto ciò che si ripete ciclicamente se viene servito come unico pasto quotidiano alla fine diventa paradossalmente buono, l’alibi sul quale addossare un nemico. Io credo che l’impegno di ognuno possa risiedere nel tramandare i flussi positivi e non considerare quelli negativi, nell’ignorarli completamente. Martin Luther King affermava:

“L’odio genera l’odio, la violenza genera la violenza, un conflitto genera conflitti ancora più grandi”.

Io credo che la bellezza possa generare solo bellezza, la non violenza la pace, la gratitudine e riconoscenza solo un mondo migliore. Gli esempi sono fondamentali perché noi un giorno saremo gli antenati di coloro che verranno! La mia missione risiede in questo, nell’essere ricordato come “artista” ma ancor prima come persona.

 

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Seguendoti molto sui social, ho avuto modo di vedere che hai fatto da poco un viaggio a Praga e da lì hai pubblicato la foto di un foglio pieno di parole, ci sono nuovi progetti in cantiere? E a proposito di viaggi, se avessi la possibilità di teletrasportarti in questo istante da qualche parte, dove andresti e perché?

Ci sono sempre nuovi progetti in cantiere, vivo di progetti, mi aiutano ad essere intenso e costantemente stimolato, ad essere proiettato sempre sul prossimo step da compiere! Nell’immediato uscirà un nuovo singolo con relativo videoclip e dopo… Chissà. Se avessi la possibilità di teletrasportarmi adesso sarei in Islanda o in Nuova Zelanda, comunque sia agli antipodi di dove sono adesso, per immergermi totalmente nell’ambiente selvaggio, lasciarmi rapire da scenari unici e creare un tutt’uno con gli elementi per ridimensionare l’ego e riconsiderare me stesso.

 

Se dovessi descriverti con uno stato d’animo, quale sceglieresti e perché?

Nostalgico perché ho la sensazione che qualcosa ci sia sfuggito, che qualcosa ci manchi.

 

Ultima domanda: quali sono gli elementi fondamentali della tua felicità? Li hai tutti in questo momento o c’è qualcosa che ti manca?

Non so cosa sia realmente la felicità, ci sto lavorando. So cos’è l’altopiano della serenità, il benessere psico-fisico e quello che mi permette di essere allineato. Mi manca sempre e comunque una cosa ma non la dirò per scaramanzia, la sto cercando da anni!

 

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Ringrazio Francesco per aver condiviso un pezzettino del suo mondo raccontando qualcosa in più di sé stesso e vi consiglio di ascoltare il suo album (disponibile su tutte le piattaforme online) per intraprendere uno di quei viaggi di cui vi parlavo poco fa, in grado di far guardare tutto quello che ci circonda ogni giorno da una prospettiva diversa da quella a cui siamo abituati.

Se a scuola durante l’ora di musica ci fosse la possibilità di studiare i testi delle canzoni, proporrei senza dubbio di analizzare alcune delle sue.

Chi mette attenzione in quello che fa, poi quella stessa attenzione la merita ed automaticamente l’attira.

Limbrunire in questo è un fuoriclasse.

 

Claudia Venuti