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L’ultimodeimieicani tra chitarre prese male e provocazioni

L’ultimodeimieicani tra chitarre prese male e provocazioni

| Francesca Garattoni

Hanno uno dei nomi più geniali del panorama musicale italiano. L’ultimodeimieicani sono Lorenzo Olcese, Pietro Bonuzzi, Beniamino Parodi, Rachid Bouchabla e Stefano Pulcini e stanno cercando, sia con la loro musica che con il collettivo Pioggia Rossa Dischi, di far capire che la scena genovese è tutt’altro che spenta. 

Abbiamo fatto due chiacchiere con Lorenzo, Pietro e Beniamino, rispettivamente voce, chitarra e basso della band.

 

Sono passati quasi tre anni dal vostro primo EP, In moto senza casco. Vi sentite cambiati in quest’arco di tempo, sia a livello musicale che personale?

Beniamino: “Direi di si da entrambi i punti di vista. Sicuramente a livello personale siamo cresciuti e le nostre storie sono cambiate. Pensa che quando è uscito In Moto Senza Casco nessuno di noi, tranne Pietro, viveva ancora da solo. Adesso invece siamo tutti più indipendenti.”

Lorenzo: “Per quanto riguarda la musica, invece, il nostro primo lavoro non era stato troppo ritoccato. Mattia Cominotto, che l’ha registrato e prodotto, segue una filosofia per cui l’album d’esordio di una band non deve essere toccato da nessuno e quindi ci aveva fatto registrare le canzoni così come le avevamo preparate, senza metterci mano. Ti Voglio Urlare invece è il risultato di uno studio e di un lavoro molto intenso, che è durato circa 40 giorni in studio, quindi c’è per forza una maggiore cura per il dettaglio sia sui testi che sulla musica. Non abbiamo lasciato nulla al caso.”

Doveste riassumere il nuovo album in 3 parole, quali scegliereste?

Pietro: “Sicuramente il titolo, ‘Ti Voglio Urlare, è già un buon riassunto di quello che è effettivamente il disco.”

Beniamino: “Se ‘chitarra elettrica’ vale come una sola parola, io sceglierei innanzitutto quella.”

Lorenzo: “Io direi anche ‘vero’. Ho sempre pensato che questo lavoro, parlando di noi e delle nostre esperienze, fosse molto realistico, autentico. E poi aggiungerei ‘tristezza’, che non ce la facciamo mai mancare.”

Pietro: “Potremmo quasi dire ‘chitarre prese male’.” [ridono]

C’è qualche artista in particolare a cui vi siete ispirati nel creare il sound del disco?

Lorenzo: “Ispirati direttamente no, ma che ci sono delle influenze che arrivano soprattutto da quello che ci piace ascoltare di solito. Tame Impala, Strokes, Phoenix, Radiohead, solo per citarne alcuni…”

Beniamino: “Per quanto riguarda i gruppi italiani, ci piacciono molto i Verdena.”


Com’è nata l’idea dietro al primo singolo Pensione a 20 Anni?

Lorenzo: “Nasce da una provocazione abbastanza palese e cioè di dare a tutti nel momento della formazione le stesse possibilità, una pensione appunto, per poi entrare nel mondo del lavoro con le competenze che abbiamo liberamente scelto di acquisire. Un giorno, mentre stavamo decidendo come promuoverlo per bene, essendo il primo singolo, ci è venuto in mente di trasformarla in una petizione su Change.org e solo dopo la gente ha scoperto che si trattava di una canzone.”

Pietro: “Quando abbiamo iniziato a pensarci era il periodo in cui si sentiva parlare spesso della questione del reddito di cittadinanza, quindi ci piaceva l’idea di presentarla come un’istanza politica reale.”

Beniamino: “Tra l’altro, la petizione ha anche ricevuto una certa attenzione e consenso su internet, anche se era nata come provocazione. Avere la pensione a vent’anni è forse uno dei più grandi paradossi a cui si possa pensare, ma comunque ha dato modo di riflettere a parecchie persone.”


Dato che nel disco parlate molto delle vostre città, che rapporto avete in generale con Genova e con la scena musicale genovese?

Beniamino: “Diciamo che, per quanto mi riguarda, non è dei migliori [ride]. Il nostro rapporto con Genova è sintetizzato bene dalle prime parole di Sirene, anche se in realtà è stata scritta da Lorenzo per Treviso. “Tu che ti presenti così bella, io che vivo così male”, ma in un certo senso anche “che ti vivo così male”, perché c’è un certo distacco tra quello che è Genova, quello che chiede e propone e quello che invece siamo noi. Sicuramente il progetto di Pioggia Rossa Dischi è stato un modo per dar forza a noi e ad altre realtà emergenti locali che purtroppo qui non trovano troppe opportunità per affermarsi. Essendo comunque abbastanza grande, secondo noi Genova dovrebbe avere un posto di rilievo nel panorama musicale, perché c’è tantissimo movimento, ma bisogna trovare dei canali per farlo uscire e Pioggia Rossa vuole fare un po’ questo.”

Lorenzo: “In giro ci sono davvero tanti progetti molto validi, quindi abbiamo deciso di collaborare con i LENIN! [altro gruppo genovese] per creare una serie di occasioni e dare così voce a tutti quelli che riteniamo più interessanti. Oltre a varie serate che organizziamo durante l’anno, insieme ad altre realtà locali abbiamo tirato su il Balena Festival qui in Porto Antico. È un evento ancora giovane, ma sta funzionando bene.”

 

Francesca Di Salvatore