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L’ultimodeimieicani “Ti Voglio Urlare” (Pioggia Rossa Dischi, 2019)

L’ultimodeimieicani “Ti Voglio Urlare” (Pioggia Rossa Dischi, 2019)

| Francesca Garattoni

Ballare sul pessimismo

 

Ti Voglio Urlare de L’ultimodeimieicani è un album strano, ovviamente in senso buono. 

È uno di quegli album che sembra voglia lanciarti addosso pessimismo un tanto al kg, ma lo fa con un sound che al tempo stesso ti fa venire voglia di ballare in modo casuale e senza riflettere. È questa la sensazione che si ha quando si ascolta Everest, ad esempio: un ritmo energico e incalzante su cui la voce canta “ogni volta che ti guardi allo specchio, ti senti un minuto più vecchio”. 

È anche un album onesto, che non edulcora niente, quindi è normale che dopo averlo ascoltato ti rimanga nelle ossa una sensazione di spossatezza, proprio come quando di colpo smetti di ballare e inizi a pensare.

Questo è il primo LP della band genovese, uscito sempre per Pioggia Rossa Dischi a quasi 3 anni di distanza dal loro EP di esordio, In Moto Senza Casco, e anticipato da ben cinque singoli. Il primo, Pensione a 20 Anni, è uscito l’8 marzo scorso e per l’occasione le strade della loro città sono state ricoperte di tanti volantini gialli. La provocazione dietro alla canzone è inequivocabile: esiste un rischio fondato di scegliere a vent’anni un percorso che non è quello giusto per noi, ritrovandosi così imprigionati in una vita monotona e che non sentiamo nostra. Da qui l’idea di iniziare a lavorare solo più avanti, forse con le idee più chiare e una testa più matura.

Pensione a 20 anni è stato seguito poi da Sirene, Gelato — singolo che conta anche la partecipazione del giovane rapper genovese Canca — e Ciao. Quest’ultimo vuole raccontare la fine di una relazione nascosta dietro a un saluto così banale, “quel momento in cui vorresti dire tante cose, ma ti escono solo quelle quattro lettere”, come scrive la stessa band su Instagram. Chiude la fila Cosa vuoi cambiare, uscito due settimane prima dell’album.

Particolare attenzione è data anche il rapporto con le proprie città, spesso definite provinciali e, sembra, a tratti soffocanti. È un rapporto di amore-odio, come quello che si sente in Sirene oppure Provincialismo, perché alla fine sono proprio loro, le nostre città, nonostante un certo disprezzo, che contribuiscono a renderci quelli che siamo.

Ti Voglio Urlare è quindi il ritratto di chi si ritrova fermo immobile in un presente insoddisfacente, di chi si sente “come macchine ferme a guardare i semafori verdi”, di chi desidera un cambiamento che spezzi la monotonia e che invece, purtroppo, pare non arrivare mai.

Ma forse riconoscere l’immobilità è già un primo passo per iniziare a muoversi.

 

L’ultimodeimieicani

Ti Voglio Urlare

Pioggia Rossa Dischi, 2019

 

Francesca Di Salvatore