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Coez @ Unipol Arena

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• Coez •

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Unipol Arena (Bologna) // 16 Novembre 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Sono le 21:20 di un sabato sera che sa di pioggia e malumore. Il pubblico dell’Unipol Arena attende impaziente davanti ad un telo dorato il concerto di Coez.

Il telo cade, la folla urla e Coez, occhiali scuri e giacca multicolor, apre con Mal di Gola dall’album È Sempre Bello uscito quest’anno.

Al suo fianco, Orange al basso vero e basso synth e Gaspare alla chitarra. Sopra, alla batteria Giuseppe d’Ortona, Valerio Smordoni suona la tastiera e al suo fianco il dj White Trash aka Banana. 

Gratis riporta il pubblico ad un’estate consumata in un luna park californiano e il pubblico esplode nel ritornello “Fuori c’è un sole che spacca il culo, e com’è che ogni nuvola che vedo sembra il tuo cuscino?”.

“L’ultima volta che abbiamo suonato qui eravamo forse duemila, chi è che c’era? Tantissimi, forse la maggior parte non c’erano. Speriamo di divertirvi, questo è uno dei miei pezzi preferiti” dice Coez, con la voce ancora impastata annunciando Domenica.

Il pubblico sugli spalti è ribelle agli ordini della sicurezza e canta in piedi a squarciagola “Dici di si mentre te ne vai, un po’ di te rimane qui anche se non vuoi” durante Amami o Faccio un Casino. Coez abbraccia il suo pubblico nell’intro acustica di Siamo Morti Insieme “Questo mondo lo so non ci ha voluto bene, non scordarti però anche se non ci sto, siamo morti insieme”.

La tastiera intona il riff di E Yo Mamma: “Questo è davvero un pezzo importante. Tirate fuori gli accendini, siete bellissimi!”. L’arena si illumina di migliaia di lucciole.

Il suo pezzo preferito del nuovo album, Fuori di me, è uno dei momenti pregnanti del concerto.

Durante la pausa viene proiettato un video per Open Arms: Coez spiega quanto sia importante che ognuno faccia il proprio, parlando della storia di un suo amico partito per la Libia per salvare vite umane.“Questo video vuole essere un messaggio di supporto per chi in questo momento non lascia che le cose si trascinino nel baratro e prova a fare nel proprio piccolo qualcosa di grande”.

La seconda parte riprende con Le Luci della Città, grande successo dell’artista salernitano, scritto con Orange. Sullo schermo si vede una città dall’alto, luci, aerei e speranze. 

Occhiali Scuri rappresenta la svolta underground della serata “Non ti scordare mai gli occhiali scuri, se non sai dove dormirai stanotte”. I bassi fanno tremare l’arena. Coez mescola le sue diverse anime artistiche (rap e pop) in modo impeccabile, garantendosi l’intessere di vari tipi di pubblico.

Il concerto si chiude con La Musica Non C’È e È Sempre Bello. Al primo brano, Coez deve il suo successo nel panorama mainstream italiano. “E’ grazie a questo brano se oggi molti di voi conoscono anche i miei brani più vecchi”.

Con l’accento strascicato e la voce rotta, Coez saluta la gente sulla scia di La Strada È Mia dall’album Non Erano Fiori. “Grazie Bologna ci vediamo presto”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Giulia Illari 

Foto: Alessandra Cavicchi

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Grazie a Goigest

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alessandra cavicchi, Bologna, coez, giulia illari, Live, Music, unipol arena