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Nada Surf “Never Not Together” (City Slang, 2020)

Nada Surf “Never Not Together” (City Slang, 2020)

| Francesca Garattoni

IndieVirus

 

Il vero amante delle serie TV è quello che si affeziona anche alle colonne sonore. E ci sono delle canzoni che ti rimangono dentro tuo malgrado, perché sono legate all’emozione che, empaticamente, ti ha stimolato la scena del telefilm.

Ecco, per me è stato con i Nada Surf in O.C. con If You Leave e in vari episodi di How I Met Your Mother.

Una band che venne inserita nella rotazione di MTV con Popular nel 1996 (brano che rappresentava un’aperta critica verso i giovani, diventata hit estiva) non è mai riuscita a sfondare del tutto, sopratutto dopo che l’etichetta discografica li scaricò per divergenze stilistiche.

Il loro inizio alt-punk-rock simil Sonic Youth si è lentamente avvicinato al pop, tramutandosi nel corso degli anni (e delle mode) in una band indie rock. 

Il loro nuovo lavoro, Never Not Togheter, nono album della band statunitense, esce a distanza di quattro anni dal precedente You Know Who You Are.

Ormai lo spirito dell’indie li ha completamente infettati: alternando saggiamente ritmi rilassati a suoni più accesi, creano un ambient rilassato come in So Much Love, la canzone di apertura dell’album.         

I brani sono caratterizzati dalla presenza di un buon sound, interessanti le chitarre e i rullanti tosti della batteria.                                          

Un ritorno alla parte infantile e ai sentimenti genuini, questo è il frutto di anni di conoscenza, di impegno e sacrificio. La squadra composta da Matthew Caws, Ira Elliot e Daniel Lorça sembra aver trovato la sua vera nicchia.

L’ingenuità con cui inizia Looking For You e l’elettrica alla fine, la dolcezza di Crowded Star e quel riff di chitarra semplice ma ipnotico, sono dei validi motivi per ascoltare questo album.                                                                                            

La voce delicata di Caws, in contrapposizione con chitarra e batteria, crea un mix piacevole e accattivante in Mathilda.                                                                              

Questo loro nono album insegue un’idea di musica abbastanza commercializzabile, un’indie rock sentimentale, delicato, con riferimenti elettropop (come in Come Get Me e Something I Should Do).

Musicalmente preparati, è tangibile il loro feeling, come gruppo e come esseri umani.

Un album piacevole da ascoltare, anche se alcune volte ricade nello scontato. Per noi, nulla di nuovo, ma apprezzabile a livello di musicalità.

Sperando che questa sia la volta buona per questi artisti, che abbiano finalmente trovato il loro equilibrio e la loro vocazione.

Che l’Indie Rock Sia Con Voi.

 

Nada Surf

Never Not Together

City Slang

 

Marta Annesi