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Tre Domande a: Youngest

Tre Domande a: Youngest

| Redazione

Come state vivendo questi tempi così difficili per il mondo della musica?

“Il primo lockdown non è stato facile. All’uscita di Slow Fade, uno dei nostri nuovi singoli, a fine febbraio avremmo dovuto iniziare un mini tour in giro per l’Italia, come opener per Hundredth e Slow Crush. Ovviamente si è dovuto annullare tutto e per noi è stato un grande dispiacere, soprattutto perché avremmo potuto suonare con band che adoriamo e che ci hanno ispirato per la scrittura dei nuovi pezzi.
In ogni caso, nei mesi successivi, abbiamo continuato a comporre nuovi brani, quando possibile vedendoci, ogni tanto a distanza. È stato un nuovo modo per noi di approcciarci alla scrittura, sicuramente ci ha dato la possibilità di ragionare in modo diverso sui nuovi pezzi. Ma la verità è che non vediamo l’ora di tornare a suonare su un palco.”

 

Come e quando è nato questo progetto?

“Siamo nati a inizio 2016 come trio. In quel periodo io (Ivan), Luca e Federico ascoltavamo le stesse band ed è stato naturale iniziare a suonare insieme. Abbiamo subito iniziato a scrivere dei pezzi, che sono usciti nel nostro primo EP We’re Made of Memories, pochissimi mesi dopo. Nel 2017 Noah è entrato come batterista sostituendo Federico e qualche mese dopo Stefano si è aggiunto alla band come chitarra principale e seconde voci. A maggio 2018 è uscito Could Never Be You, il primo disco che abbiamo scritto in quattro, e nei mesi successivi abbiamo diversi mini tour in giro per l’Italia. Da allora sono usciti Ghosting, Slow Fade e Lotus, tre nuovi singoli.”

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

“Nei nostri pezzi parliamo di noi stessi, delle nostre esperienze personali. Quindi speriamo che qualcuno di chi ci ascolta possa ritrovarsi anche solo un momento nei nostri testi.”