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Tre Domande a: California

Tre Domande a: California

| Redazione
Come e quando è nato questo progetto?
Il progetto nasce da una forte amicizia con il  chitarrista Fabio Brando (ex Canova), una sera di agosto di due anni fa. Dopo una pizza entrammo nella sua stanza per chiacchierare, lui si sedette al pianoforte e mi disse “Dai, io invento un giro e tu ci canti delle frasi sopra!” . Quella sera nacque una della canzoni a cui siamo più legati, la prima del progetto (di cui ora non posso dire il titolo, lo scoprirete più avanti).
Tutto comunque è nato in maniera naturale senza forzature, dalla passione che hanno in comune due veri amici, che sfogano le proprie ansie e i propri problemi con la musica. Da lì in poi sono arrivate altre canzoni, come Mediterraneo appunto.
Fabio mi ha inoltre seguito in studio durante il processo creativo nella lavorazione dei brani, insegnandomi e consigliandomi un sacco di cose che non conoscevo, è stato un vero e proprio guru, non smetterò mai di ringraziarlo!
Ci sono degli artisti a cui ti ispiri per i tuoi pezzi?
Solitamente ascolto davvero tutto, soprattutto nell’ultimo periodo, dove il mercato discografico è ricco di uscite.
Io però sono cresciuto con il pop/rock americano: Blink 182, Sum 41, Green Day, Offspring, ma anche la scena britpop come Oasis, Blur e The Verve. Ci sono poi altri gruppi ai quali sono molto legato come i Nirvana, quando ho cercato di scrivere e comporre musica in studio mi sono sempre ispirato a loro. Il suono di quei gruppi per me rimarrà sempre il mio preferito, tant’è vero che nonostante ascolti un sacco di altra musica, torno poi sempre a quella, perche è l’unica che ancora oggi mi dà forti emozioni e mi riporta un po’ alla mia adolescenza.
Per i testi invece è un discorso diverso, nel senso che non mi sento vicino a nessuno, qualcuno mi ha detto che somiglio a Gazzelle, anche se lui scrive da dio, io no!
Mi piace molto inventare racconti, storytelling dove la gente si rivede, ma anche parlare della vita che vivo tutti i giorni. Credo che al giorno d’oggi, scrivere cose autentiche ma soprattutto sincere sia la chiave per far bene.
Come ti immagini il tuo primo concerto live post pandemia?
A volte me lo sogno la notte. Giuro, non scherzo, ci penso spesso con la speranza che arrivi presto.
La cosa più bella della musica è portare alla gente il tuo lavoro, farglielo ascoltare dal vivo, senza filtri, solo loro e la tua musica.
Dopo un periodo così tragico e pesante c’è bisogno di concerti, di aggregazione, e non capisco perché a oggi ancora si sia mosso ben poco.
Nei piccoli live che ho fatto mi piace trasmettere al pubblico energia, ma anche far riflettere con i pezzi più lenti. Insomma, spero arrivi presto il mio primo concerto post pandemia, e spero pure di avere tanta bella gente sotto al palco da invitare a bere una birra insieme finito il live!