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Tre Domande a: Fucksia

Tre Domande a: Fucksia

| Redazione

Come e quando è nato questo progetto?
Mariana: Fucksia nasce da una base musicale, quella che poi è diventata il pezzo dell’EP I’m a Freak.
In una fredda giornata invernale, quando l’apocalisse sembrava alle porte e “il Nulla” culturale, artistico e mentale incombeva su tutti noi, una canzone viaggiava nell’etere e nell’ethernet. Dall’estremo sud della Puglia passando per Bologna per giungere infine a Venezia I’m a Freak fu capace di creare una connessione tra tre artiste distanti geograficamente ma vicine tra loro in termini artistici.
Poppy plasmatrice di sonorità plastiche, Marzia ipnotizzatrice vocale ed io, Mari, disturbatrice professionista abbiamo iniziato a scambiarci file musicali ed a creare un primo di numerosi contatti virtuali nei quali abbiamo composto tutti i sei pezzi che compongono l’EP. Il primo incontro in presenza è stato a Bologna solo diversi mesi dopo.
L’armonia fra noi si è creata fra le note ed è così che sono nate le nostre poesie Teckno, riuscendo ad “accordarci” e viaggiare sulle stesse frequenze.

 

Ci sono degli artisti in particolare a cui vi ispirate per i vostri pezzi?

Poppy: Tutto ciò che creo fa parte di un grande bagaglio di ascolti che parte dalla musica rock di David Bowie alla musica dark new wave degli anni ’80/’90, dal noise al punk fino ad arrivare ai primi ascolti di musica elettronica come Terranova , Apparat, Moderat, Byetone, etc…  Ma l’ispirazione più grande non arriva da un artista in particolare. La mia attenzione è stata catturata, invece, da un movimento, quello dei rave party.
I ritmi tribali e i suoni dei Synth ipnotici della tekno, mi hanno subito rapito il cuore. In più la voglia di libertà che ho visto in quei party non organizzati in club, ma in posti spesso occupati o in mezzo alla natura, mi hanno fatto capire che la maggior parte della gente che vuole divertirsi e ballare, ha bisogno di questo svago come dell’aria che respiriamo.

 

Se doveste riassumere la vostra musica in tre parole, quali scegliereste e perché?

Marzia: “Follia techno antipatriarcale”.
Follia perché senza la nostra orgogliosa imprudenza e visionaria sconsideratezza saremmo la metà di ciò che siamo e faremmo la metà di ciò che facciamo.
Techno è ciò che caratterizza maggiormente le nostre basi musicali su poi cui costruiamo linee melodiche e testi densi di messaggi che mirano a diffondere una cultura e una visione transfemminista e antipatriarcale.