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Viagra Boys @ Link

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• Viagra Boys •

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Automatic Band

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Bologna // 28 Novembre 2021

 

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It was nice even though we ain’t nice

 

Dopo più di un anno di snervante attesa finalmente la data zero è arrivata: domenica 28 novembre la band svedese dei Viagra Boys si è finalmente esibita a Bologna. Inizialmente il live era previsto nell’intimo Freakout Club, ma a causa delle restrizioni covid e all’enorme richiesta (sui social si è assistiti ad una caccia all’ultimo sangue per avere dei biglietti, nonostante fosse sold out da mesi) l’evento è stato spostato al più capiente Link.

In poche parole, l’hype era alle stelle.

La serata è stata aperta dalle californiane Automatic Band, un gruppo tutto al femminile post punk, a mia detta niente male, ma l’attenzione era poca, tutti aspettavamo con impazienza il noto Sebastian Murphy solcare il palco e sbalordirci tutti.

E così è stato: la band entra e senza fronzoli attaccano con i pezzi dell’ultimo disco, Welfare Jazz, uscito ad inizio 2021, che trasuda critica sociale e surrealismo, marchio di fabbrica degli svedesi. Il pogo parte in maniera istantanea, il pubblico canta e si dimena seguendo il post punk ricco di sfumature jazz, grazie all’aggiunta nella band del talentuoso sassofono di Oskar Carls. 

Sebastian Murphy incarna il leader punk per eccellenza, bramoso di attenzioni del suo pubblico accompagnato da una totale mancanza di attenzione per se stesso e per tutto ciò che lo circonda. Sul palco, a petto nudo, mostra la sua tonda pancia da birra con orgoglio e si diletta in balletti poco aggraziati, come quegli zii avvinazzati che ti mettono in imbarazzo alle feste di famiglia. Beve, bestemmia, rutta, si butta a terra, sputa sul pubblico. In molti lo descrivono come la risposta svedese a Joe Talbot, il leader degli Idles, ma questa noncuranza estrema (NB: sulla fronte ha tatuato la parola Lös, traducibile come perdente) mi ha fatto pensare più al controverso e dissacrante GG Allin.

Il live è stato ricco anche di brani tratti dal disco precedente: in Sports, Worms e Slow Learner, tutti accumunati da testi colmi di denuncia sociale e satira e nonsense che sfiora il dadaismo. Ovviamente, più volte sono stati nominati gli shrimps (gamberetti), un vero chiodo fisso che ha portato la band a fondare un’impresa fittizia dal nome Shrimptech Enterprises. 

Non sono mancati i grandi classici come Ain’t nice, Girls & Boys e Creatures, caratterizzati da quelle sonorità dance punk ma con aggiunte di garage, jazz e basi quasi country. Inserirli in un esatto genere musicale oltre ad essere riduttivo è un’impresa e loro non ne sarebbero contenti: nel video di Girls & Boys appare la scritta: “Middle aged men fight in comments on which band this sounds like”, che ci fa capire senza giri di parole la loro idea a riguardo.

È stata una serata surreale, folle e coinvolgente, con volumi esagerati ed entusiasmo alle stelle. Non potevo chiedere di meglio: tornare ad assistere ai concerti senza distanziamento con una band di matti da legare come i Viagra Boys è un sogno che si avvera.

 

Alessandra D’aloise

Foto: Linda Lolli

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Automatic Band

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