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Tre Domande a: Nevica

Tre Domande a: Nevica

| Redazione

Come e quando è nato questo progetto?

Questo disco non era nei miei programmi assolutamente. Addirittura quando mio padre nel 2019 è venuto a mancare mi sono completamente bloccato per mesi. Non avevo voglia di suonare e pensavo a quanto tempo sarebbe passato prima di riuscire a ritrovare la serenità giusta. L’amico promoter Roberto Forlano mi aveva chiesto di fare Fragile una cover dei Nine Inch Nails per una compilation e stavo quasi per rinunciare.
All’improvviso una domenica di settembre ad un mese dal funerale avevo una giornata libera dove mi sono detto: “Vado a fare un giro o scrivo?” – Fu cosi che sono entrato nel mio studio e verso sera il pezzo era pronto, venuto fuori con una naturalezza incredibile.
In quel momento decisi che sarebbe stato importante trasformare il dolore che avevo in un disco dedicato a mio padre per ringraziarlo di tutto l’aiuto datomi nella musica.
A differenza di molti genitori che ostacolano i figli io sono stato fortunato perchè lui mi ha sempre incoraggiato a sviluppare il mio talento.
Così è nato QuaNti di getto in pochissimo tempo.
Per ispirarmi ho utilizzato alcuni vecchi nastri dove registrava la sua voce e raccontava di storie di vita quotidiana tra cui anche delle favole quando ero bambino. Soprattutto mi ero sbloccato di getto e mi chiedevo come la musica potesse essere così potente da riuscire a dare tanta forza, coraggio e fiducia nel futuro.
Penso sia grazie a questa forza che sono riuscito a terminare quest’opera.

 

Cosa vorresti fare arrivare a chi ti ascolta?

Da sempre mi chiedo che significato abbia per me scrivere canzoni. Da una parte c’è un senso di sfogo in cui metti in musica tutte le tue frustrazioni e le tue sconfitte che inevitabilmente si incontrano nel corso della vita. Quindi scrivere rappresenta una forma di psicoterapia per liberare delle energie che se rimangono dentro possono fare male (ad es. il dolore per la morte di una persona cara). Questo è un punto di vista introspettivo e anche un po’ “egocentrico” diciamo, ma ci sta è a fin di bene.
D’altro canto credo fermamente che ognuno di noi nasce con una missione precisa in questo mondo e che spesso noi artisti siamo come delle antenne di una radio puntate sull’universo che captano dei segnali che traduciamo in musica e canzoni senza merito alcuno. È solo il compito che ci ha assegnato qualcuno e noi possiamo solo obbedire.
Fatta questa premessa credo che chi ascolta sia libero di vederci quello che vuole in una mia canzone. Posso anche avere un intento e cercare di trasmettere un messaggio ma il pubblico vive e fa sua ogni singola nota in base ai propri vissuti ed emozioni. A volte mi raccontano che un mio brano ha rievocato loro delle sensazioni cui io non avevo pensato quando ho scritto il pezzo e che è stato fondamentale in un certo momento della loro vita.
Tutto ciò per me è straordinario. Ma non posso pensare che sia merito mio io ho solo manifetsato qualcosa che da qualche parte esiste già.
Concludendo, se posso avere ogni tanto una piccola possibilità di scelta cioè di decidere cosa vorrei che arrivasse alla gente che ascolta le mie canzoni, risponderei consapevolezza, desiderio di conoscersi meglio, migliorare il proprio rapporto col mondo e “crescere” spiritualmente.
Infatti non parlo mai di politica o di attualità nei miei pezzi cè sempre molta introspezione e spiritualità una dimensione purtroppo molto poco presente oggi.

 

Progetti futuri?

Ho già in mente di scrivere un disco nuovo. QuaNti è servito a chiudere un ciclo ‘la trilogia dell’anima”, a mettere un punto fermo sul passato.
Ho voglia di pensare al futuro e mettermi alle spalle definitivamente questi ultimi due anni che pandemia a parte, sono  stati per me molto difficili. Amo produrre dischi di altri artisti per cui mi dedicherò molto anche a questo che fondamentalmente è il mio lavoro, ma spero di poter fare anche tanti concerti nel 2022.
Abbiamo tutti bisogno di ripartire e di continuare a credere che il nostro compito di essere musicisti sia importante per l’umanità intera.