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Rancore “Xenoverso” (Capitol / Universal, 2022)

Rancore “Xenoverso” (Capitol / Universal, 2022)

| Francesca Garattoni

Noi e l’altro

Parlare di questo album è complicato quasi quanto al liceo lo era parlare in modo improvvisato di cosa volesse dire Breton con le sue poesie surrealiste. Con Xenoverso, Rancore ha superato se stesso e qualsiasi aspettativa, già molto alte dopo il suo ultimo lavoro Musica per Bambini. Siamo di fronte a un viaggio difficile da decifrare, che ascolto dopo ascolto mostra nuove sfaccettature e nuove chiavi di lettura. Un diario di bordo che somiglia anche a un romanzo di formazione, una di quelle storie dove il giovane protagonista, lo stesso Tarek/Rancore a bordo della sua nave da cronosurfista, cerca di portare a compimento il suo percorso. 

C’è qualcosa di epico non solo nei testi dai toni concitati e quasi bellici ma anche nelle musiche, ancora più elaborate e curate dei lavori precedenti. Archi e tastiere si uniscono a elementi elettronici, perché d’altronde il futuro è già qui, tra viaggi nel tempo e tra le dimensioni. Tutto contribuisce a creare delle immagini così vivide da riuscire quasi a guardarle, ma allo stesso tempo veloci e difficili da decifrare, lasciando così solo atmosfere e sensazioni.

Si percepisce come queste diciassette canzoni vadano a comporre una storia complessa e studiata nei minimi dettagli, intervallata da due interludi parlati dove la voce di Tarek aiuta a contestualizzare meglio. Vengono lasciati ulteriori indizi per comporre il puzzle, si introducono nuovi personaggi in questa epica storia che è Xenoverso e che non possono non ricordarci alcuni archetipi della narrazione, dall’Aiutante al papabile Mentore. Ed è proprio grazie all’interludio che riusciamo finalmente a collocare la trilogia di singoli – Lontano 2036, X Agosto 2048 e Arkano 2100 – pubblicata a Marzo. 

Le storie ambientate nel futuro mantengono un sentore di passato e presente, declinazione di un eterno ritorno che emerge ancora più chiaramente in Federico, alter ego di Frederich Nietzsche che affianca il nostro protagonista nella terza traccia dell’album, dove si dipinge un’invasione di filosofi zombie. La vena colta e le citazioni – cifra stilistica di Rancore – sono ancora ben presenti e salde anche in questo suo ultimo lavoro.

Altro fil rouge che si lega al tema della battaglia è quello della comunicazione: quella tra Universo e Xenoverso, tra noi e l’altro, tra le parole che, in una scintilla di vita propria, arrivano fino a noi. Comunicazione già affrontata nel singolo Equatore, dove la collaborazione con Margherita Vicario ha portato alla luce una delle tracce più particolari e diverse dell’intero disco. 

Insomma, forse la difficoltà non sta tanto nel parlare di quest’album, quanto nel capirlo leggendo tra le righe. Le idee arrivano a chi ascolta con un certo décalage o addirittura si fermano prima perché incomunicabili, ma d’altronde le cose belle raramente sono immediate.

 

Rancore

Xenoverso

Capitol / Universal

 

Francesca di Salvatore