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Tre Domande a: Bia Rama

Tre Domande a: Bia Rama

| Redazione

Se doveste riassumere la vostra musica in tre parole, quali scegliereste e perché?

La prima parola che scegliamo è “incontro” perché è quello che è successo alla nascita del nostro progetto, è quello che succede ogni volta che suoniamo assieme ed è quello che succederà sempre in futuro. È una parola che può avere più significati, anche per questo è stata la prima che abbiamo scelto e quelli che più ci identificano ne sono due. Il primo e il “ritrovarsi”, cioè stare assieme, essere presenti tra persone che si percepiscono e che si sentono. Questa è una conditio sine qua non per portare avanti un progetto come il nostro, proprio perché riusciamo a trovare idee e spunti necessari alla nostra musica sopratutto dalle nostre diversità, dovute alle differenti esperienze che ognuno di noi vive, dai differenti stati emotivi che ognuno di noi prova e dai diversi studi e interessi musicali che ognuno sta portando avanti in quel momento. L’altro significato è come sostantivo, quello che viene spesso usato nelle competizioni sportive. Come un incontro di boxe, il nostro è stato un incontro musicale forte perché si è risolto spesso dopo momenti di difficile conciliazione. Tutti e tre ci siamo battuti, ognuno con una personale idea sonora, per portare avanti il proprio pensiero riguardo un arrangiamento, o delle soluzioni musicali, per la scelta di alcuni suoni o altro, sempre riguardo la musica. Poi, contrariamente a come si potrebbe pensare, la cosa divertente sta nel fatto che riusciamo sempre ad uscircene con una musica dove sono forti tutte e tre le diverse identità e idee musicali.
La seconda parola è “riscatto”. Questa motivazione può essere anche letta con una leggera flessione egoista, perché in un certo senso può riguardare la riscossa o l’emancipazione personale da qualcosa, nel nostro caso dal panorama musicale a cui apparteniamo. Comunque, sebbene valutiamo l’egoismo come un sano atteggiamento che ognuno di noi, nei giusti modi e nelle giuste quantità, dovrebbe avere, in questo caso il riscatto riguarda sopratutto il riscatto da noi stessi. Siamo convinti di avere tra le mani delle idee musicali interessanti e di poter realizzare, in potenza, qualcosa a cui teniamo tanto. Non perché siamo narcisisti e stravediamo per la nostra musica, come quasi tutti di rado siamo contenti delle nostre performance musicali. Faccio riferimento a fatto che siamo veramente appassionati a quello che facciamo, della musica che proviamo a realizzare, sopratutto perché nasce da un bisogno naturale che abbiamo e che si realizza realmente solo quando otteniamo un risultato musicale, che noi per primi dobbiamo ritenere all’altezza. Proviamo a riscattarci prima di tutto da noi stessi e dall’idea che abbiamo di noi.
La terza parola ve la regaliamo, perché in realtà già la prima ne vale due! Comunque questa è “complesso”, inteso come aggettivo. Riguarda la nostra musica ed è quello da cui, per certi versi, la maggior parte delle volte proviamo a scappare. Spesso ci hanno detto che la nostra musica è complessa. Da musicisti, e da ascoltatori, sappiamo che al mondo esistono migliaia di musiche terribilmente semplici che hanno però una forza inaudita. Può sembrare strano ma spesso è a quel tipo di musica, a quei ritornelli o a quel semplice giro di accordi, ciò a cui ci ispiriamo. La nostra è un eterna lotta per provare a rendere semplice cioè che per noi è complesso, mediante un intenso lavoro di arrangiamento e di ricerca sonora, oppure provando a rendere più naturale e musicale possibile una progressione ritmica. Siamo consci che la strada è ancora lontana ma ci stiamo provando!

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

L’idea del progetto nasce per trovare un posto, un luogo, qualcosa in cui ci si può esprimere senza compromessi, senza condizionamenti. Quello che vorremmo far arrivare al pubblico che ci ascolta è proprio questo. L’obiettivo che ci poniamo è quello di ricercare un qualcosa di autentico, che ci appartiene e speriamo arrivi al pubblico… vorremmo che la gente si emozioni, pianga, o rida con noi, e magari balli anche!

 

Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perché?

Se dovessimo scegliere, Tightrope Walker sarebbe il nostro biglietto da visita.
Questo brano rappresenta un po’ il nostro “primo amore”. È, infatti, il primo inedito che abbiamo realizzato e segna il nostro incontro, la fusione e l’equilibrio tra noi tre,come identità artistiche,che vogliono emergere attraverso la ricerca di un sound che si muove tra influenze jazz, neo-soul, sonorità acustiche ed elettroniche.
È un brano che ci rende orgogliosi e ci emoziona ogni volta. Noi lo definiamo “un viaggio”: un viaggio di voci che si sovrappongono a variazioni ritmiche che evolvono, attraverso momenti, che arrivano ad un crescendo, musicale ed emozionale.
Tightrope Walker è la nostra anima che prende forma e non potrebbe che essere, a nostro parere, la scelta migliore da proporre a chi non sa di noi, con lo scopo di poter coinvolgere l’ascoltatore in questo mix elettrizzante e sognante.