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Tre Domande a: Bipolar

Tre Domande a: Bipolar

| Redazione

Come stai vivendo questi tempi così difficili per il mondo della musica?
Penso che la pandemia abbia danneggiato molti più artisti affermati che emergenti, l’attenzione sui social e la fame di nuovi contenuti era talmente alta che ha favorito tutte quelle figure che “non avevano niente da perdere”, quindi senza album in uscita, in-store o un tour.

 

Se dovessi riassumere la tua musica in tre parole, quali sceglieresti e perché?

Nostalgica, dettagliata e vera. Non riesco a scrivere un concetto o una situazione se non la vivo in prima persona. Con la musica riesco ad esprimermi al 100 %. Non sempre mi trovo a mio agio tra la gente, ma quando sto in studio a registrare, o scrivo qualcosa di nuovo che poi registro, mi sento vivo, e soprattutto vero.

 

Quanto punti sui social per far conoscere il tuo lavoro?

I social sono necessari ma non sono tutto. Servono a condividere l’immaginario e non a crearlo. Ultimamente le persone si lasciano trasportare dai social, e da quello che vedono. Se ci pensate, non tutti i social sono specchio di verità quanto lo sono altri momenti, come un live, o un talk show. I social, ad esempio instagram, rappresentano solo i successi e la parte più bella delle persone, ma nascondono i fallimenti. È importante avere un programma di utilizzo, ma non puntare tutto su questo.