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Leon Faun @ BOnsai Garden

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• Leon Faun •

Parco delle Caserme Rosse (Bologna) // 03 Luglio 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Il pubblico tende al giovanissimo alle Caserme Rosse. C’è anche qualche ragazzo accompagnato dai genitori. Stavo respirando gli anni adolescenziali, gli anni più belli. Avevano tutti il viso ancora innocente e gli occhi grandi. Anche Leon Faun quando entra sul palco ha gli occhi spalancati, ma indossa il viso di un pazzo. Appena sale urla “Come stai Bologna? Minchia, raga, siete bellissimi, a parte gli scherzi mi sto innamorando. La situazione è abbastanza folle, voi che dite?” e inizia subito la performance con C’era una Volta.

Leon riesce a saltare da tutte le parti e a muoversi continuamente senza intaccare l’esecuzione delle canzoni. È uno dei live più belli che abbia mai visto. È energico, sta offrendo la vita al microfono. L’impostazione è folle, ma si dimostra un ragazzo incredibilmente sensibile, dedito all’arte in maniera disumana: è il filo sottile il bisogno di urlare che sfoga nelle canzoni e il bagliore che ha negli occhi quando canta. Il pubblico incita “Leon”, e Leon sorride. “Situazioni come questa, dopo due anni, cioè mi sembrano ancora… Veramente, prima di scrivere, una cosa che volevo era fare live. L’arte, meno male sta tornando. Piano piano ce la stiamo riprendendo, no?”. Salta con la gamba destra in alto. Occhi lucidi parte con un piccolo intermezzo di Leon a cappella. Si alza, cammina sul palco, incita il pubblico. Se il filo sottile tra follia e amore per l’arte prima era a malapena visibile, ora è palpabilissimo. Riesce a cambiare galassia fra strofa e ritornello: nel ritornello è matto, pazzo, folle, occhi spalancati come fanali, è il fauno. Nella strofa smette e inizia a fissare il pubblico e cantare al cuore della gente. Con Pioggia viene accompagnato dal pubblico. A livello artistico è un momento altissimo. “L’ispirazione è la cosa più importante che abbiamo. Per un regista, uno scrittore. Tenetela sempre qua, sfruttatela tutti perché abbiamo la stessa energia e solo con quella si realizzano i sogni”. È un uragano di malinconia mischiato a follia. Quando parte Flop fa accovacciare il pubblico, per poi farli tutti saltare al drop. Il concerto sta per finire. Si siede sul pit. Ringrazia una fan per essere stata tanto presente. “Arrivati all’ultimo brano dobbiamo fare il casino che abbiamo fatto fin’ora, moltiplicato per sette”. Il live si conclude con Oh Cacchio.

 

Riccardo Rinaldini

 

Scaletta

C’era una Volta
Follia
Gaia
Alla Luna
Occhi Lucidi
Come
Pioggia
Sogni Matti
Camelot
OMG Titan
Flop
Poi poi
Oh Cacchio

 

foto di Luca Ortolani

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Bologna, bonsai garden, Festival, leon faun