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Idles @ Padova & Roma

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• IDLES •

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Parco della Musica (Padova) // 15 Luglio 2022

Ippodromo delle Capannelle c/o Rock In Roma (Roma) // 16 Luglio 2022

 

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Due anni fa, il Parco della Musica di Padova annunciava il primo grande evento estivo: il concerto della formazione inglese Idles.

L’hype schizzò subito alle stelle per quello che si prospettava un concerto imperdibile per appassionati e seguaci del genere ma non solo. Qualche settimana più tardi il governo annunciava il lockdown con cui iniziava il tristemente noto periodo pandemico. Il concerto degli Idles venne quindi rimandato all’anno successivo per poi avere luogo solo due anni più tardi.

Nel frattempo lo scenario mondiale è cambiato, il pubblico è cambiato, gli eventi – in un certo senso – sono cambiati. Ma andiamo con ordine.

Venerdì 15 Luglio 2022 è il giorno tanto atteso della data patavina della band di Bristol e il Parco della Musica si prepara ad accogliere il pubblico. Padova è la seconda data del weekend italiano degli Idles e arriva subito dopo un Carroponte (Milano) gremito e trionfante. Bisogna fare meglio o per lo meno eguagliare.

Negli ultimi tempi Joe Talbot e soci non sono certo rimasti fermi ma anzi, l’ultimo disco in studio Crawler (Novembre 2021) li ha portati in giro per i vari festival che quest’anno hanno potuto svolgersi dopo lo stop pandemico. Si sente dire da chi è tornato dai festival quanto spaccano dal vivo, quanto sono carichi, coinvolgenti, gli Idles un must have dei live in circolazione. Stasera li mettiamo alla prova.

L’apertura è affidata ai romani Calzeeni, band che accompagna i nostri eroi per tre date su quatto previste. Purtroppo chi scrive ha perso l’opening act a causa di disagi autostradali (fare il tratto Verona – Padova la sera d’estate è come fare la fila alle poste) ma, stando a quanto sento una volta a destinazione, mi sono perso solamente un tuffo nel punk anni ’90.

Arrivo in tempo per vedere Mr. Talbot e i suoi salire sullo stage accolti da una folla festante e affamata di pogo e sudore. Fin dalle prime note capiamo quello che ci aspetta.

Gli inglesi ruggiscono sul palco e ringhiano il loro post punk grezzo e incazzato, pesante come un macigno, dolce come un pugno dritto in pancia. La batteria martellante di Joe Beavis scandisce il pogo che parte all’istante dalle prime file. Il potente suono che dal palco si diffonde nel parco entra nelle orecchie dei presenti come una sassata contro un vetro. Se su disco gli Idles non scherzano, dal vivo si difendono anche meglio ed è proprio sul palco che la vena hardcore punk supera di gran lunga quella post punk che rimane però la base compositiva dei nostri.

Per quanto post punk sia un genere ampio e ormai parecchio abusato, rispecchia però il sound della band inglese che ci ricorda i momenti più incazzati dei Killing Joke nei loro periodi più illuminati, passando per i fraseggi disordinati alla Gang Of Four.

La scaletta è quella che ti immagini: spazio alle tracce dall’ultimo disco e qualche vecchia gloria qua e là, soprattutto sul finale.

Per quanto mi riguarda i momenti più elettrizzanti sono stati l’esecuzione di Meds, le chitarre impazzite di War e le grida di Crawl. Pieni voti anche per la tenuta del palco e il carisma di Talbot che fra un “grazi mille” e un altro non annoia mai chi ascolta senza essere coinvolto nel pogo.

Un’ora e quaranta più tardi gli Idles ci salutano lasciandoci sudati e senza fiato. Come non accadeva da tempo, il palco del parco si spegne e la matassa di gente avvinghiata subito sotto si scioglie lasciando scorrere una marea di facce sconvolte dal caldo, dallo show e dalla musica che fino a poco prima ha schiantato i timpani. Mi piace molto il pubblico che vedo intorno, un carosello di magliette di Misfits, Descendents, ma anche camicie hipster floreali, qualche abito nero e un po’ metal qua e là. La magia è finita e si torna a casa e lo facciamo con le orecchie fischianti che implorano un altro concerto del genere.

Che la musica dal vivo sia finalmente ripartita lo si era capito da qualche mese ma è con concerti del genere che si capisce cosa abbiamo perduto nei due anni precedenti.

 

Testo di Fernando Maistrello

Foto di Siddharta Mancini (Padova), Simone Asciutti (Roma)
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