Skip to main content
Tre Domande a: Lo Straniero

Tre Domande a: Lo Straniero

| Redazione

Come state vivendo questi tempi così difficili per il mondo della musica?

I tempi sembrano più complessi rispetto a quando abbiamo iniziato, offerta satura e a tratti impazzita. Con il circuito live probabilmente cambiato a tutti i livelli, sicuramente nel nostro molti club hanno chiuso e nuove realtà stanno emergendo. La pandemia ha sparigliato le carte, conosciamo in parte gli esiti su questo settore.
Come per la maggior parte delle persone anche per noi è stato difficile, ma questo momento ci ha offerto stimoli. Abbiamo vissuto per settimane chiusi in casa tutti e cinque a suonare e scrivere. Ci sono stati slanci e ostacoli, di sicuro la creatività ne ha giovato e abbiamo prodotto materiale per più di un album e a un giorno dall’uscita di Falli a pezzi! siamo subito partiti con un tour di dieci date.

 

Come vi immaginate il vostro primo concerto live post-pandemia? 

In realtà abbiamo già fatto due concerti dopo lo stop, proprio qualche giorno fa. Il 2 Luglio al Portami Via Festival insieme a Massimo Zamboni e al Cane a Genova. Oltre alla goduria che abbiamo provato nel tornare sul palco, il pubblico finalmente senza restrizioni è stato davvero partecipativo. Abbiamo chiuso i live con un brano in mezzo alla gente, un incontro sorprendente, vibrazioni bellissime e a fine concerto tutti entusiasti… speriamo che questo tour estivo sia solo l’inizio…

 

Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perché?

Sceglieremmo Sotto le palme di Algeri, un brano del nostro primo album. Col tempo è diventato un nostro manifesto. Ha un’attitudine in cui ci riconosciamo ancora, musicalmente è un ibrido ma che ci definisce, una piccola guida per viaggiatori a zonzo fra luoghi reali e immaginari. Un giorno sarebbe bello poterla incidere di nuovo, magari rivisitandola.