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Le Endrigo e la genuinità del cambiamento

Le Endrigo e la genuinità del cambiamento

| Francesca Garattoni

Avevamo fatto due chiacchiere con Le Endrigo nel 2019, poco prima dell’Indie Pride Festival.
Due anni dopo la band pubblica l’album Le Endrigo per Garrincha Dischi e ad oggi conta due nuovi singoli, l’ultimo, Uno, Due, è uscito il 1° luglio.

 

L’ultima volta che abbiamo parlato è stato nel 2019 poco prima dell’Indie Pride Festival. Sono passati quasi tre anni e sono successe un sacco di cose. Intanto, come state?

“Alti e bassi come prima, ma per fortuna siamo ancora qui a fare ciò che amiamo.”

 

Nell’occasione dell’Indie Pride Festival avevamo discusso di attivismo contro omotransfobia, bullismo e sessismo. Ci avevate risposto così: “[…] quando non ne parliamo con la musica, lo facciamo sul palco, dal palco, comunicando tra una canzone e l’altra in modo più schietto. Il palco è per noi un riflettore e un momento importante per veicolare questi messaggi.” E non solo dal palco! A marzo dello scorso anno annunciate pubblicamente “Oggi muoiono Gli Endrigo e nascono Le Endrigo”. Qual è stata la spinta verso questo cambiamento? Ci sono state reazioni che non vi sareste aspettati?

“La spinta è nata dopo aver scritto Cose più grandi di te. Finalmente eravamo riusciti a convogliare messaggi a cui tenevamo con una formula che ci piacesse e non ci sembrasse troppo retorica. Sull’onda di questo abbiamo voluto portare ancora più in profondità il concetto, cambiando direttamente il nome alla band. Siamo stati sempre molto convinti una volta deciso di farlo, io personalmente penso che oggi scriverei un manifesto molto diverso, formulato meglio, ma c’era molta genuinità e sincerità e questo ci porta comunque ad esserne fieri. Nessuna reazione imprevista, forse pensavamo sarebbe stato più criticato ma in realtà è stato un piccolo gesto apprezzato dalle persone che volevamo supportare.”

 

Parliamo delle novità di quest’anno! Dopo Un santo, un ricco, un fascio, è uscito il 1° luglio il vostro nuovo singolo Uno, Due, che catapulta l’ascoltatore in una dimensione molto “live” ed elettronica. State sperimentando nuove sonorità?

“In realtà a livello di scrittura stiamo mantenendo più o meno la stessa direzione dell’ultimo album, però in studio stiamo giocando un po’ di più in fase di produzione e quindi sono uscite fuori delle sfumature nuove, cosa che ci rende molto contenti. Sicuramente continueremo in questa direzione, mentre dal vivo per ora tendiamo a tornare all’arrangiamento originale, ma anche qui se in futuro avremo i mezzi saremo molto felici di esplorare con altri strumenti e perché no anche musicisti sul palco.”

 

Questa per voi non è la prima esperienza al Donkey Studio di Medicina (BO). Vi ricordate la prima volta che ci siete entrati? C’è un aneddoto particolare che vi va di raccontarci? 

“La prima volta saremo sicuramente entrati mentre qualcuno che conosciamo stava registrando, ma difficile ricordarsi. Invece ricordiamo bene la prima volta che ci siamo entrati per registrare, due settimane in cui avremo dormito mezz’ora a notte e preso infiniti kg. Una volta rientrati ci sono voluti giorni di sonno per recuperare, mentre i kg sono ancora lì.”

 

Dopo lo stop causato dalla pandemia e dopo la recente esperienza a X-Factor, il vostro approccio alla performance live è cambiato? 

“Abbiamo capito che dobbiamo riscaldare la voce perché siamo invecchiati, per il resto nessun cambiamento clamoroso ma nel nostro piccolo abbiamo provato a diventare più professionali dal punto di vista della preparazione del live. Poi spesso dopo la prima nota va tutto in malora e si torna alla vecchia scuola.”

 

Momento curiosità: come scegliete la scaletta per i concerti? La preparate insieme, di getto o è pensata attentamente?

“Di solito prepariamo una scaletta ipotetica per ogni tour, ad esempio una primaverile e una estiva, giusto per fare in modo che chi torna a vederci non senta gli stessi pezzi. Poi tendiamo a cambiare alcune cose in corsa a seconda della serata, ad esempio se c’è poca gente sotto palco facciamo un pezzo che ci aiuti a fare avvicinare, mentre se va tutto come deve andare ci piace seguire lo snodo che ci siamo prefissati, che appunto è pensato con un criterio di crescendo e calando per poi ricrescere. Questa estate stiamo aggiungendo una cover acustica spesso diversa e mezza improvvisata al momento in caso ci chiedano i bis, oppure se la serata è particolarmente bella finiamo il concerto in mezzo alla gente con la chitarra acustica senza microfoni. In più spesso chiamiamo amici e amiche musicist* delle varie città dove suoniamo per fare qualcosa assieme sul palco. Sono tutte piccole cose per mantenere innanzitutto noi sempre carichi, e in più regalare un po’ di varietà a chi si fa magari più date nello stesso tour, magari pure giorni consecutivi.”

 

Per chiudere, progetti futuri e prossimi live?

“Per i live trovate tutto sul nostro Instagram, per quanto riguarda il futuro abbiamo il solito punto di domanda gigante con una serie di possibili risposte che non vediamo l’ora di darci e darvi.”

 

Cecilia Guerra