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Pinguini Tattici Nucleari @ Balena Festival

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• Pinguini Tattici Nucleari •

 BALENA FESTIVAL

Arena del Mare (Genova) // 26 Luglio 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ma chi l’avrebbe mai detto! 

Espressione di stupore che spesso si accompagna a frasi di piacevole sgomento, ad esempio: “ma chi avrebbe mai detto di riuscire a riempire i palazzetti”. Altre volte invece si accompagna a frasi non altrettanto piacevoli, come “chi avrebbe mai detto che prima di poter ripartire in tour sarebbero passati più di due anni”.

Il concerto del 26 luglio al Balena Festival dei Pinguini Tattici Nucleari non era dentro un palazzetto, ma era comunque sold out, quindi rientra a pieno titolo negli eventi piacevoli descritti da quella semplice frase che introduce il loro singolo Verdura e che avrebbe dovuto dare il nome al loro primo tour nei palazzetti nella Primavera del 2020. 

Oggi il tour ha un nome diverso, tocca più città di quante avrebbe dovuto toccare due anni fa e anche i Pinguini nel frattempo sono un po’ cambiati, con un successo inaspettato in primis per loro, come hanno detto sul palco.

Lo show è stato anche un modo per fare una passeggiata sul viale dei ricordi, per ricordare com’erano, da dove sono partiti – a bordo di un furgone usato per andare a fare interventi odontoiatrici in Croazia (probabilmente il racconto più divertente della serata) – e dove sono arrivati adesso, con tutta la loro gratitudine per poter essere di nuovo su un palco a suonare accompagnata forse ancora da da un po’ di stupore nel vedere tutta l’Arena del Mare cantare le loro canzoni. 

Canzoni e racconti per ricordare, per riflettere e per divertire. Uno spettacolo di due ore piene, a tratti teatrale: lo abbiamo capito fin dall’inizio, quando la voce di Riccardo Zanotti in apertura ci ha raccontato a modo suo l’epopea di rinvii che questo tour ha dovuto subire mentre tutto – anche noi stessi – attorno a noi stava cambiando, per poi iniziare a intonare Ridere e far sciogliere i presenti in una canzone. 

Le abbiamo cantate tutte, dalla prima all’ultima, dalle più vecchie alle più recenti, e ci siamo divertiti a capire quali avessero inserito nel medley della “storia pinguina”, che per cinque minuti ha creato un’atmosfera quasi da villaggio vacanze, ma senza la parte fastidiosa. 

Ma soprattutto le abbiamo cantate tutti, dai ragazzi ai “giovani wannabe” passando per i genitori che hanno accompagnato bambini più piccoli. Ed è stato divertente, fin liberatorio in alcuni momenti, poter ballare e gridare in quel modo. Com’era ovvio ci sono stati anche momenti più emotivi, momenti altrettanto sentiti e partecipati per natura diversa. D’altronde, sfido a non restare coinvolti dalle parole di Freddie o di Pastello Bianco oppure a non ripensare a posteriori al significato di Cancelleria.

Anche il finale è stato teatrale. Non so se sia usanza anche negli altri paesi urlare una loro versione nazionale di “se non metti l’ultima noi non ce ne andiamo”, ma ieri sera c’è stato un momento – dopo che un The End aveva già campeggiato sullo schermo dietro di loro ma noi ci aspettavamo ancora le battute finali – in cui ho seriamente pensato che avrebbero potuto davvero fare un coup de théâtre e chiuderla così, anche se non ci sembrava di certo il loro stile. E infatti, per fortuna, così non è stato e sono riusciti per intonare Tetris prima e Pastello Bianco poi.

E ancora, dopo tutti i ringraziamenti, ancora qualche frase al pianoforte, quasi come se non volessero lasciarci andare.

“Perché noi siamo
Fuori dall’hype
Fuori dall’hype
Fuori dall’hype
Comunque vada io non piango mai
Fuori dall’hype
Fuori dall’hype
Fuori dall’hype
E vaffanculo a te che te ne vai”

Una sorta di manifesto.

Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe finita così.

 

Francesca Di Salvatore

foto di Ingrid Zambrano

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