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Turin Brakes “Wide-Eyed Nowhere” (Cooking Vinyl, 2022)

16 Settembre 2022
di Andrea Riscossa

Si intitola Wide-Eyed Nowhere il nono lavoro in studio dei Turin Brakes.
Scritto in epoca pre-pandemica, è stato registrato nello studio di casa di Olly Knights.
La band racconta di un disco nato di parto naturale, nel giardino dove la band si ritrova spesso per improvvisare. Bambini che scorrazzano, qualche accordo, il sole di Londra (?), in questa atmosfera rilassata i Turin Brakes hanno dilatato tempo e serenità, si sono abbandonati a una malinconia più dolce che amara e gli è scappato un disco. 

Disco che inizia con When You’re Around, una canzone fatta di atmosfere rarefatte, ma ritmate, sussurrate e dondolanti quasi R&B.
Up For Grabs segue questa linea. westcoastissima, al limite del patinato, tra cori-tormentone e un uso criminale di percussioni esotiche. Siamo lontani dagli ultimi lavori dei Turin Brakes, se sia cosa buona o no dipende dai gusti personali.
Si ritorna, invece, a casa con il terzo brano, World Like That, primo singolo del disco. Qui tornano arpeggi e una costruzione più tipiche dei nostri, anche se rimane un senso di fondo di artificiale, soprattutto nelle ritmiche, forse troppo lineari e ripetitive. Anzi, ridondanti.
Into The Sun esplora l’ennesima variatio sul tema del disco, aggiungendo un momento mistico, con voci raddoppiate, triplicate, viaggiando verso una lisergicità appena accennata, quasi un’eco. All’ingresso della batteria questa punta di novità si perde, rientrando in canoni più classici.
The Ride nulla aggiunge a quanto sentito, mentre Isolation sembra scuotere un po’ il ritmo del disco, aumentando i bpm, ma senza mai esagerare. Un pò b-side dei Kings Of Leon, il classico pezzo che farebbe inconsapevolmente battere la mano sul volante, in piena tangenziale, in coda, lunedì mattina. Uno sprazzo di Nevada nella nebbia.
This Love vanta l’unica cassa non-dritta dell’intero album, ma riesce anche nell’arduo compito di non avere un solo cambio di ritmo in quasi quattro minuti. Risultato finale: nessuno.
Rain And Hurricanes scivola via senza scossoni, Solid Ground promette di essere una ballad piacevole, ma non sale mai lo scalino e rimane piuttosto anonima.
Wide-Eyed Nowhere è forse il pezzo più interessante dell’album, un crescendo che si porta dentro tutte le sfumature della band. Un po’ un accento che cambia il senso al disco proprio sull’ultima sillaba. 
No Rainbow inizia con chitarra acustica ed effetti laser. Slide guitar ed ufo. Il pezzo che chiude l’album sembra un eastern egg della produzione, un esercizio di stile che chiude il disco senza particolari acuti. 

Wide-Eyed Nowhere è un disco che è un tappeto sonoro perfetto per una grigliata estiva, lieve brezza a centrocampo, amici e sole. Mancano le tavole da surf di Jack Johnson, manca qualcuno con un ukulele e uno sguardo da martire cristiano, ma il mood è quello lì. Serenità di sottofondo, magari un pelo ovattata, ogni tanto un picco di originalità, che però riporta al 2001, più che a un radioso e promettente futuro. 

È un disco che non verrà ricordato per aver spostato gli equilibri nella discografia del gruppo, né sembra aver l’intenzione di farlo. È un buon disco e i Turin Brakes sono un’ottima band, che offre una musica coerente. L’essere coerenti ventuno anni dopo il primo album però mette un po’ alla prova l’amore verso di loro. Diciamo che adesso è più affetto. 

 

Turin Brakes
Wide-Eyed Nowhere
Cooking Vinyl

 

Andrea Riscossa