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Mese: Ottobre 2022

Tre Domande a: Kenai

Se dovessi riassumere la tua musica con tre parole, quali sceglieresti e perché?

Probabilmente definirei la mia musica contaminata, ricercata e personale. Contaminata si riferisce al fatto che i miei pezzi, in particolare il mio ultimo singolo Calzini Bucati, intersecano trasversalmente più generi musicali tra loro anche distanti; il pezzo già citato è propriamente indie, ma sono presenti moltissimi richiami alla musica anni ’80, e lo stesso discorso vale anche per i pezzi in uscita. La mia musica è ricercata perché sia io che Paci Ciotola, il produttore che cura tutti i miei brani, spendiamo davvero tanto tempo nell’arrangiamento, cambiandolo più o più volte e curando anche il minimo dettaglio, perché spesso sono proprio i dettagli a fare la differenza. Per i testi, poi, ogni parola ha un suo perché, non è mai lasciato nulla al caso e, alla fine, il risultato è frutto di una costante ricerca di suoni e significato. L’ultimo aggettivo, personale, è riferito al fatto che racconto, in qualche modo esperienze a me molto vicine e faccio di tutto per creare un legame tra me e ciò che scrivo; questo arriva all’ascoltatore. Vince sempre la verità.

 

C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare/condividere il palco?

Questa è una bellissima domanda. Per quanto riguarda la scena internazionale penso subito a Bruno Mars, che per me incarna il prototipo della pop star: canta, performa, danza ed interpreta magistralmente tutti i pezzi che affronta. Diciamo che per il momento i nostri generi sono forse diametralmente opposti, però penso che se avessi l’opportunità di dividere il palco con lui, suonerei anche musica classica. Guardando invece il panorama italiano, mi affascinerebbe dividere il palco con Cesare Cremonini, che ha per me un penna straordinaria oltre ad essere un artista eclettico e sempre al passo con i tempi. In riferimento alla scena indie, mi piace molto il modo particolare di scrivere di Calcutta, ha una voce che arriva diritta al cuore ed è in grado di muovere in me i tasti giusti.

 

C’è un evento, un festival – italiano o internazionale – in particolare a cui ti piacerebbe partecipare?

Penso che il sogno di tutti gli italiani sia Sanremo: ha un’atmosfera incredibile, un hype assurdo ed un pubblico vasto capace di raccogliere sia le istanze dei più grandi che dei giovanissimi, basti pensare a Sangiovanni e Massimo Ranieri dell’ultimo festival. È un’opportunità enorme per tutti gli artisti, dai big agli emergenti, e non è necessario vincere o occupare posizioni particolarmente alte per riscontrare il favore del pubblico, vedi Tananai. Per quanto riguarda i festival internazionali, penso che il Lollapalooza sia in pole position in quanto sono presenti i migliori artisti della scena internazionale in uno scenario a dir poco sublime… magari ne avessi l’occasione.

Verdena @ Estragon Club

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• Verdena •

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CACAO

 

Estragon Club (Bologna) // 29 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1667087266650{margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_column_text]Finalmente. Finalmente abbiamo potuto assistere al ritorno dei Verdena, all’Estragon Club di Bologna.
Scendiamo dall’auto, avvertiamo subito una sensazione parecchio suggestiva.
Sembra il minuto che precede l’apocalisse.
La gente all’esterno parla sottovoce, mangiucchia qualcosa, beve birre da sessantasei. La staticità dell’aria si contrappone al costante e rumoroso passare delle auto nella tangenziale, a qualche metro da noi.
Il palco, già allestito e illuminato, fa da sfondo alla sensazione suggestiva che aleggia nell’aria, riempiendo una fotografia già carica di significato. Persino i vestiti del pubblico lasciano poco spazio all’immaginazione: fra calze, jeans, vans e felpe dei Nirvana e Pink Floyd si respira aria rock alternativo a tonnellate.

I Cacao, la band di apertura, sono accolti con caldissimo affetto. Tempo qualche secondo per accordare gli strumenti e partono immediatamente a suonare. Le distorsioni del basso e della chitarra aprono subito le porte di un mondo al di fuori dal nostro. Guardarsi attorno significa vedere persone che picchiettano il piede a tempo, con lo sguardo sgranato verso il chitarrista, completamente persi. Mentre l’Estragon inizia a riempirsi, la gente sotto palco è già in sintonia con gli strumenti dei due musicisti. Non hanno suonato: hanno lasciato che chitarra e basso parlassero la loro lingua d’amore. Nonostante una performance particolarmente statica, limitandosi a suonare ma rimanendo fondamentalmente immobili sul palco, gli artisti escono di scena ringraziando il pubblico e sorseggiando una Beck’s. Ci hanno regalato uno spettacolo unico nel suo genere.

C’è da dire che la musica d’intermezzo ha spezzato un po’ l’atmosfera; probabilmente i battiti trap ci hanno agevolato a distrarci da quell’universo che la band aveva creato all’interno dell’Estragon.

Attaccano i Verdena, è subito magia.
La band viene accolta da un lunghissimo fischio generale. La lunga attesa per il loro ritorno è stata ripagata attraverso i suoni e la carica che da sempre li contraddistinguono.
Attorno a me, gli ascoltatori sono molto posati. Battono la testa a tempo, ma nessuno si scompone più di tanto. Sotto palco, invece, le persone diventano quasi le onde del mare. Saranno state le luci a strobo, la distorsione della chitarra o le loro voci, calde e accoglienti sebbene graffianti, io non lo so; so soltanto che al quarto brano ci siamo lasciati tutti trasportare dalla musica.
È stato come vedere un treno partire: calmo, lento, ma sicuro di sé, per poi raggiungere una velocità folle, rimanendo coerente e costante. A qualche metro da me due amici iniziano a pogare, ma smettono quasi subito per poi concentrarsi completamente sulla musica. A questo punto non c’è più una singola persona ferma all’interno del club.
Alberto Ferrari (chitarra e voce) riesce a interpretare le canzoni in modo teatrale: le corde vocali stanno vivisezionando le canzoni, per aprirle e porgerne l’anima al pubblico. Il gruppo è una potenza: impattano come onde d’urto mentre si scatenano sopra il palco. La bassista, Roberta Sammarelli, si interrompe spesso per l’headbanging mentre fa urlare il basso con impeto dirompente. 

Mentre gli assoli di chitarra proseguono verso un climax che pare non aver più limite, le luci si fanno via via sempre più psichedeliche. Ormai è appurato: i Verdena ci hanno trasportato in una realtà a sé stante.

Il cambio di chitarra da elettrica ad acustica, con la canzone Certi Magazine, è riuscita a svoltare un concerto che all’apparenza sembrava correre senza fermarsi. Sono riusciti a lasciar spazio a sentimenti più dolci, teneri, malinconici. A questo punto, abbiamo avvertito una sorta di decompressione, come se avessimo finalmente espulso tutta la carica emotiva che avidamente ci eravamo tenuti dentro, rilasciandola in aria. 

Alberto Ferrari cambia di nuovo strumenti, tornando alla chitarra elettrica, per poi finire alla tastiera. Attraverso la moltitudine di sonorità che caratterizza il gruppo, i Verdena sono riusciti a porre un punto fermo in un concerto già consolidato a livello di tecnica, riportandoci verso suoni più distorti. Tutti ballano, probabilmente con molta più foga di prima.

Le ultime canzoni sono servite da collante, coronando perfettamente l’atmosfera che aveva tenuto fede fino a quel momento. La voce del chitarrista, la potenza del basso e i battiti estremi della batteria ci hanno tenuti incollati al palco fino all’ultimo secondo.

Una volta concluso, non siamo più riusciti ad uscire da quel mondo parallelo. Non volevamo più magia, i Verdena sono riusciti ad instillarcela, a tatuarla sulla nostra pelle, come un tatuaggio.

 

Riccardo Rinaldini

Foto di Luca Ortolani
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CACAO

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Thrice @ Estragon Club

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• Thrice •

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Coheed and Cambria

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Touché Amoré

 

Estragon Club (Bologna) // 28 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Francesca Garattoni
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COHEED AND CAMBRIA

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TOUCHÉ AMORÉ

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Ásgeir “Time On My Hands” (One Little Independent Records, 2022)

Cronache emotive di lande gelide

 

Scritto sulla sabbia

Fuori attende la sabbia nera
sottile e umida
Il dito si ghiaccia un poco
a scrivervi
Il corpo si scalda un poco
e anche il groviglio che si chiama
spirito
mente
anima
Le onde si avvicinano
il respiro
pieno di mestizia
di gioia di vita
Le onde si avvicinano

Sigurður Pálsson

 

Uno dei più grandi poeti Islandesi descrive appieno il clima in cui si diventa grandi in quest’isola glaciale.

Con le nostre caotiche metropoli, la bellezza dei piccoli centri storici, le distese verdeggianti a perdita d’occhio, la brulicante gioia di vivere delle nostre spiagge, il profumo del nostro cibo, la particolarità dei paesini arroccati nelle montagne è davvero arduo anche solo immaginare di vivere in un luogo così sperduto e quasi surreale.

L’ambiente che ci circonda influisce sulla percezione di noi stessi, sui nostri bisogni e sulle nostre priorità. Così, in uno dei paesi meno popolati del nostro continente, si resta a casa, si coltiva la propria individualità. Un popolo di introversi; nel tempo libero spesso poeti, scrittori, musicisti o cantanti.

Come se il gelo infiammasse i loro animi e li spingesse a scavare sempre più a fondo, a sviscerare ogni emozione, aprendo una finestra su sé stessi e vedere colori vivi e rigogliosi, quando ogni altra finestra affaccia sul grigio dei paesaggi appiattiti da un inverno pressoché perenne.

Una landa quasi desolata, tra ghiacciai, montagne, vulcani e fiumi gelati, ma abitata da esseri umani che mantengono il loro sangue caldo e il cuore pulsante.

Questa piccola isola glaciale ha donato varie gemme musicali tra cui Björk, Sigur Rós, i Múm e gli Of Monsters and Men per citare i più conosciuti.

Dal 2012 è apparso un ulteriore diamante grezzo, Ásgeir, diventato subito famoso nella sua terra, riuscendo a vendere più di Björk, e nel 2014, traducendo i suoi pezzi in inglese, ha intrapreso la conquista verso il mondo. 

Ora prova a rivendicare il suo spazio e la sua identità con un nuovo album, Time On My Hands, sperimentando e tentando di portare il suo stile ad un livello nettamente superiore rispetto ai suoi primi lavori.

La sua natura introversa e riflessiva lo ha portato a sfornare un album eccelso, lontano dal “classico” folk melodico con cui  è stato in passato etichettato. Una crescita di questo giovane uomo concreta, riscontrabile nella ricercatezza delle parole, delle melodie e nella potente sfumatura malinconicamente introspettiva, solenne, che assume ogni testo.

Mescolando l’acustica con l’elettronica, riesce a rendere anche i pezzi più intensi più eleganti.

Già dal primo brano, Time On My Hands, che porta il nome del disco, la delicatezza nella voce di Ásgeir colpisce come il vento gelido islandese; un pezzo molto classico, chitarra morbida e batteria che accompagna senza spezzare il brano. Il secondo brano Borderland ci mette subito in difficoltà, accostando la finezza della voce con la sfrontatezza di un synth e una base più elettronica.

Il terzo pezzo Snowblind è il primo singolo estratto dall’album è il matrimonio perfetto tra elettronica e sonorità ricche di sensibilità. In Waiting Room il suo falsetto leggero riesce ad emozionarci, e, socchiudendo gli occchi, ci troviamo esattamente dove lui vuole portarci: una stanza con vista su una terra di nessuno. Giantess è un pezzo altisonante, dove Ásgeir si avvale di un ritornello folk molto orecchiabile, mentre in Limitless riesce a dare davvero l’idea di qualcosa di illimitato con la dolcezza della sua voce, facendoci planare sull’eternità di un ghiacciaio immacolato.

Time On My Hands non è solo l’ultimo album di questo cantautore, non è solo un connubio tra falsetto, synth ed elettronica, è molto di più. Un lungo viaggio nella sua interiorità, un lungometraggio di terre lontane, di venti gelidi che sferzano le acque, di paesaggi impervi. 

Un riassunto di anni di lavoro e impegno sulla sperimentazione con vari suoni, che riesce egregiamente a padroneggiare per creare qualcosa di davvero caratteristico.

 

Ásgeir
Time On My Hands
One Little Independent Records

 

Marta Annesi

Cmqmartina @ Santeria Toscana 31

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• Cmqmartina •

Santeria Toscana 31 (Milano) // 27 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Oriano Previato

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Placebo @ Mediolanum Forum

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• Placebo •

Mediolanum Forum (Milano) // 27 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Maria Laura Arturi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”26544″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26540″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26536″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”26537″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26538″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26534″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26541″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26535″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”26542″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26543″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26539″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Live Nation Italia
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Tre Domande a: Argo

Se doveste riassumere la vostra musica con un tre parole, quali scegliereste e perché?

Confesso di aver avuto bisogno di una chiamata con Trem per ragionare bene sulla risposta a questa domanda.
Abbiamo scelto queste tre parole: istinto, immagine e viaggio.
Sono le tre parole chiave dei principali “sentieri” che scegliamo di percorrere con le canzoni. L’istinto è l’input fondamentale per ogni progetto e, per esempio in “Mi hanno detto che” diventa addirittura protagonista, come se fosse il motore che fa andare avanti la traccia.
Successivamente abbiamo scelto la parola immagine perché spesso, nei testi delle canzoni, riesco a descrivere meglio uno stato d’animo analizzando piccole “fotografie” di contesto, apparentemente circoscritte che caratterizzano un certo tipo di situazione.
Il viaggio è qualcosa che spesso ti fa dimenticare da dove sei partito, per questo è la nostra terza parola. Spesso ci siamo sentiti così lontani dalla nostra comfort zone che abbiamo voluto riportare questo aspetto della nostra vita anche nella musica. In Metà settembre, soprattutto grazie all’andamento musicale del pezzo, abbiamo voluto regalare un piccolo viaggio all’ascoltatore: si decolla dal nostro quotidiano disordine mentale per atterrare sulle nuvole.

 

C’è un artista in particolare con cui vi piacerebbe collaborare/condividere il palco?

Sicuramente mi farebbe molto piacere collaborare e condividere il palco con gli Psicologi, nella scena italiana attuale li considero i più affini alla roba che sto facendo in questo momento.
Mi ricordo una sera, probabilmente al Traffic, Alessio (Lil Kvneki) fece salire me e Morb sul palco durante una serata con vari artisti della scena di Soundcloud, solamente perché ci avevamo chiacchierato mezza volta, infatti ricordo che era una presa a bene inaspettata.
Qualche mese dopo andai ad ascoltare Diploma, aspettandomi qualcosa di simile a quella serata basata su pogo e lacerazioni alle corde vocali, e rimasi sorpreso dal cambiamento.
Probabilmente sono stato condizionato da quei due ragazzi, involontariamente mi hanno spinto a sperimentare di più e a distaccarmi da quella che, agli inizi, era la mia comfort zone.

 

Qual è la cosa che amate di più del fare musica?

Ci piace sapere che almeno nella musica riusciamo ad avere un equilibrio. Inizialmente scrivo da solo, o costringendo in un silenzio agghiacciante le persone che si trovano vicino a me in quel momento. Successivamente Trem compone e arrangia tutto e, visto da fuori, sembra alienante quanto mistico, è affascinante.
Quando arriva il momento di registrare iniziano ad intravedersi le stelline della magia, sembra di lasciare il corpo in studio mentre la testa si perde nel testo e nell’interpretazione che gli voglio dare. Durante il lavoro di editing, mix e mastering è come se tutto iniziasse a prendere vita e, per quanto si tratta dello step meno emotivo, spesso riusciamo a capire bene se la traccia ci convince o no proprio in questa fase. Nel live, in modo diverso, ci sentiamo comunque guidati da un preciso modus operandi che in altre circostanze non abbiamo, quindi la cosa che più amiamo del fare musica è senz’altro il processo.

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI ANNUNCIANO ‘LA VIA DI CASA 3’: 31 OTTOBRE @ TRIESTE TEATRO MIELA. SUL PALCO: TARM, POPULOUS, CACAO MENTAL E DJ SET DI SQUARTA (COR VELENO)

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI

ANNUNCIANO

“LA VIA DI CASA 3

31 ottobre 2022 – Trieste @ Teatro Miela

CON

POPULOUS

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI

CACAO MENTAL

SQUARTA dj-set (COR VELENO)

Torna per la terza edizione “LA VIA DI CASA”, il festival dei TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI che, dopo aver realizzato nel 2020 e 2021 dei concertiesclusivi in meravigliosi luoghi del Friuli-Venezia Giulia, riporta il gruppo in città.

Il festival che La Tempesta e Tre Allegri Ragazzi Morti dedicano alle meraviglie del Friuli-Venezia Giulia fa infatti tappa a Trieste, al Teatro Miela, e lo fa in un giorno speciale, lunedì 31 ottobre, ovvero halloween, con: POPULOUS, TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, CACAO MENTAL, SQUARTA dj-set (COR VELENO).

Una serata unica che è una festa per ballare, con gli interventi hip-hop/rap di Squarta dei Cor Veleno, la cumbia psichedelica dei Cacao Mental, il rock ’n’ rolldei Tre allegri ragazzi morti e per finire l’irresistibile elettronica di Populous.

L’evento

31 ottobre 2022 – Trieste @ Teatro Miela

Apertura porte ore 20:00 – chiusura ore 02:00

Ingresso €15,00 + d.p.

Grafica e illustrazione di Vito Manolo Roma (@vitomanoloroma)

Con il contributo della Regione Friuli-Venezia Giulia  Turismo

Biglietti: https://www.vivaticket.com/it/Ticket/halloween-special/193704

Etichetta: La Tempesta Dischi

Booking: La Tempesta Concerti – [email protected]

Ufficio Stampa e Promozione: Big Time – [email protected]

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI – biografia

 

Conosciuti per le loro performance mascherate e per i loro live di rock essenziale, Tre allegri ragazzi morti sono considerati uno dei pilastri della scena rock alternativa italiana fin dalla loro formazione, nel 1994. 

 

Nati sotto la guida del celebre fumettista Davide Toffolo, la band è formata dal batterista e membro originario Luca Masseroni e dal bassista Enrico Molteni, aggiuntosi alla band per il primo album ufficiale “Piccolo intervento a vivo” (1997 BMG/Ricordi), preceduto dagli auto-prodotti su audiocassetta “Mondo naïf” (1994), “Allegro pogo morto (1995) e “Si parte” (1996). 

 

“Piccolo intervento a vivo” è un live, per il primo disco di inediti (secondo i crismi della discografia vera e propria) bisognerà aspettare il 1999 con “Mostri e normali”, sempre per BMG/Ricordi. È con questo lavoro in bilico tra pop e rock che la notorietà e l’attività live della band cominciano a crescere notevolmente. 

 

Il rapporto con la major ha però breve durata e la band pubblica l’EP “Il principe in bicicletta” nel 2000 con la neonata e da sé stessi fondata La Tempesta, che negli anni a seguire darà luce a buona parte della miglior musica indipendente italiana. 

 

Nel 2001 viene pubblicato “La testa indipendente”, prodotto da Giorgio Canali, che contiene una delle più conosciute canzoni della band: “Ogni adolescenza”. La prolifica carriera del gruppo prosegue nel 2004 con la pubblicazione de “Il sogno del gorilla bianco”, disco caratterizzato da leggere venature etniche. Il trio pubblica il suo quinto album nel 2007, dal titolo “La seconda rivoluzione sessuale”, uno dei lavori più amati e che contiene il singolo “Il mondo prima”. Nel loro album “Primitivi del futuro” del 2010 iniziano ad essere presenti le prime influenze reggae che proseguono mescolate ad altri suoni di un’etnia immaginaria fino all’album “Nel giardino dei fantasmi”, rilasciato a dicembre 2012, sempre da La Tempesta. 

 

A celebrare un 2013 che li ha visti come uno dei gruppi di punta della scena italiana, grazie anche al tour insieme a Jovanotti con cui hanno condiviso i palcoscenici dei maggiori stadi italiani, Tre allegri ragazzi morti intraprendono un tour europeo che ha toccato Londra, Bruxelles, Parigi e Barcellona. Nel luglio dello stesso anno pubblicano, in allegato facoltativo al numero 88 della rivista XL di Repubblica, un album live chiamato “Il fantastico introvabile live. Bootleg”.

 

Il 2014 è dedicato al ventennale della band (#tarm20 – Una festa lunga un anno) con la pubblicazione dell’autobiografia a fumetti di Davide Toffolo “Graphicnovel is dead”, la realizzazione di un musical basato sul fumetto “Cinque allegri ragazzi morti” e il tour “Aprile 1994” in cui la band ha eseguito per intero le prime cassette registrando una serie di sold out in tutta la penisola.

 

Nel 2015 Tre allegri ragazzi morti si esibiscono nel tour “Unplugged”, una serie di concerti acustici in locali di piccole dimensioni (da cui l’album “Unplugged – Live”) e nel maggio dello stesso anno la band pubblica l’album “Quando eravamo swing”, una raccolta di brani arrangiati in stile swing con l’Abbey Town Jazz Orchestra, con la collaborazione di Maria Antonietta nel brano “Occhi bassi serenade”, al quale è seguito il tour estivo di presentazione dell’album.

 

Il 12 gennaio 2016 la band annuncia il nuovo album dal titolo “Inumani” uscito nel marzo successivo per La Tempesta Dischi. Il 25 febbraio viene pubblicato il primo singolo estratto dal disco, “In questa grande città (La prima cumbia)”, che vede la partecipazione di Jovanotti. Grazie ad “Inumani” Tre allegri ragazzi morti partecipano ad alcune trasmissioni televisive come “Quelli che… “ e “Che tempo che fa”. Il tour di Inumani è composto da una sessantina di date, molte delle quali con ospiti speciali sul palco MoniqueMizrahi ed Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion).

 

Il 30 ottobre 2018 Tre allegri ragazzi morti pubblicano il nuovo singolo “Caramella”, seguito da “Bengala” e “Calamita”, brani che anticipano “Sindacato dei sogni”, il nuovo disco di inediti uscito il 25 gennaio 2019.

I Tre allegri ragazzi morti hanno presentato il nuovo album “Sindacato dei sogni” in diverse trasmissioni radiofoniche, tra cui Rai Radio1 Music Club e Rai Radio2 Rock and Roll Circus, con intervista e minilive, Rai Radio1 In viva voce, Rai Radio3 La Lingua Batte, Rai Radio1 Sciarada, Rai Radio1 Centocittà, Rai Radio1 Un giorno da gambero, Radio Deejay TropicalPizza, Radio Lattemiele. In televisione, la band ha presentato il nuovo disco, con intervista e minilive, nel programma Stracult su Rai2, ed è stata intervistata dal Tg1 Rai, da Rainews24 e dal TGCOM24.

 

Il 3 maggio 2019, inoltre, Tre allegri ragazzi morti si sono esibiti in uno speciale concerto in onda su Rai Radio2, in diretta dalla Sala B di Via Asiago a Roma per ‘Radio2 Live’, a conclusione di un tour indoor in cui hanno collezionato numerosi sold out.

 

L’album “Sindacato dei sogni” è stato recensito nell’edizione nazionale del Corriere della Sera, Il Venerdì di Repubblica ha dedicato una doppia pagina di intervista alla band, mentre la rivista Rockerilla ha destinato loro la copertina del numero di febbraio 2019 e 12 pagine interne con focus e intervista. Numerosi altri quotidiani e riviste di settore hanno parlato dell’album “Sindacato dei sogni”.

Il 31 ottobre 2019 i Tre allegri ragazzi morti hanno celebrato con una grande festa all’Estragon di Bologna i primi 25 anni di carriera. Venticinque anni di musica, indipendenza e avventure; più di millecinquecento concerti, dischi, fumetti, maschere, disegni, sogni e un’etichetta (La Tempesta) che ha dato voce a tantissimi nuovi artisti.

 

Il 2021 vede la partecipazione di Davide Toffolo al Festival di Sanremo 2021 ospite degli Extraliscio e la partecipazione della band al Concerto del Primo Maggio di Roma.

Nel 2022 Tre allegri ragazzi morti sono insieme ai CorVeleno per il progetto inedito “Meme K Ultra”, un disco che vede le due formazioni unite in un Supergruppo.

The Afghan Whigs @ Largo Venue

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• The Afghan Whigs •

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Ed Harcourt

Largo Venue (Roma) // 26 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Marta Bandino
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”26523″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26525″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26526″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”26524″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”26522″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”26519″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”26520″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”26521″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”26527″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

ED HARCOURT

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Nilüfer Yanya @ Locomotiv Club

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Nilüfer Yanya

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LEA SEN

Locomotiv Club (Bologna) // 26 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Luca Ortolani

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LEA SEN

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Wet Leg @ Magazzini Generali

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• Wet Leg •

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COACH PARTY

Magazzini Generali (Milano) // 25 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Era il 15 giugno del 2021 quando uscì l’EP d’esordio delle Wet Leg, Chaise Longue. In pochi mesi arrivò a tre milioni di streams e raddoppiarono le quote quando, a settembre dello stesso anno, uscì anche il secondo singolo, Wet Dream. I due brani viaggiano entrambi verso i 34 milioni di streams solo su Spotify.
Non era un caso. Le due ragazze dell’isola di Wight, al secolo Rhian Teasdale e Hester Chambers, sono due musiciste con un solido passato artistico e con una incredibile esperienza di live, iniziati ben prima della pubblicazione del singolo che diede loro fama e gloria. Nel 2019, a un concerto degli IDLES, le due trovano il nome per la band e da allora vagano per festival e tour, inanellando date e oliando sempre meglio la loro macchina da concerti.
Andiamo però con ordine. 

Ad aprire la serata ai Magazzini Generali di Milano ci sono i Coach Party, anch’essi provenienti dall’isola di Wight e già passati a luglio in Italia come spalla agli Editors. Sono prodotti dalla Chess Club, che tenne a battesimo i Wolf Alice e i Mumford & Sons. Hanno all’attivo un paio di EP, in attesa dell’uscita del loro album di esordio. Il loro live è piacevole, con un paio di pezzi davvero notevoli, e hanno dalla loro parte la giovane età, garanzia di sicuri – futuri – miglioramenti. 

Il locale è gremito in ogni ordine di posto, quando, alle 21.30 circa, salgono sul palco i cinque membri delle Wet Leg: oltre alle già citate Rhian Teasdale ed Hester Chambers, sono Josh Omead Mobaraki, polistrumentista, Henry Holmes alla batteria e al basso Ellis Durand.
Già al secondo pezzo, Wet Dream, pubblico e band hanno trovato la giusta alchimia e il concerto procede con ordine, tra brani, brevi introduzioni ed interazioni tra palco e prime file, che culminano col il dono di una teglia di lasagne alle due ragazze. Accade solo in Italia. E meno male.
Mi aspettavo un caos ordinato, qualcosa di più impattante e più teatrale, e invece la band è pulita, precisa, musicalmente impeccabile, tecnicamente più che valida.
Nella setlist vengono inseriti anche tre brani inediti, segno che la band è effettivamente al lavoro su nuove canzoni e all’orizzonte c’è un secondo album.
Alla fine saranno tredici pezzi, ampiamente preannunciati dalle serate precedenti, ed il concerto termina dopo circa un’ora. 

È stato un live divertente, perché quello delle Wet Leg è un album divertente, irriverente, maleducato, schietto. C’è coerenza tra quello che hanno inciso e quanto visto ieri e allora mi permetto di (auto) citare la recensione del disco uscito ad aprile di quest’anno:

È un disco che contiene sentenze.
Sentenze sui denti.
Ciò non impedisce di sorridere coi buchi.

 

Andrea Riscossa
Foto di Elisa Hassert

 

SETLIST

Being in Love
Wet Dream
Convincing
Supermarket
Red Eggs
I Want to be Abducted (by a UFO)
Obvious
Oh No
It’s a Shame
Ur Mum
Too Late Now
Angelica
Chaise Longue

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COACH PARTY

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Tre Domande a: Diamarte

Come e quando è nato questo progetto?

Il progetto diamarte è nato nel 2018.
Siamo amici e suoniamo da tempo insieme, diamarte è l’ultimo nome che abbiamo dato alle nostre varie jam in sala prove sin dalla prima adolescenza.
Abbiamo deciso di lavorare e immergerci completamente nel mondo musicale ed elaborare inconsapevolmente tutto quello che abbiamo ascoltato, valutato, vissuto e maturato negli anni.
Viviamo in un piccolissimo paese sperduto tra le montagne del matese in molise e il luogo ha sicuramente influenzato lo stato d’animo e il suono della band per adesso.
Il primo disco Transumanza è il risultato delle nostre piccole esperienze sensoriali e le influenze saranno abbastanza palesi (rock, stoner, noise) ma a noi non ci importa, non ci nascondiamo e per ora va benissimo così!

 

C’è un artista in particolare con cui vi piacerebbe collaborare/condividere il palco?

Siamo molto affascinati dai musicisti italiani. Sono persone che indirettamente hanno influenzato la nostra musica e la nostra vita. Parliamo di artisti come Carmelo Pipitone, Roberto Dell’era, il maestro Enrico Gabrielli, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo, Dario Ciffo, Dan Solo… Sono tutti artisti con cui ci piacerebbe collaborare ovviamente.
Pensandoci meglio anche con Trent Reznor non sarebbe male…

 

Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perché?

Forse Falso Risveglio, il nostro primo singolo.
Bisogna presentarsi in maniera tranquilla come ci consiglia la buona educazione… non vorrei mai presentare il lato mio più estremo/incazzato al primo appuntamento.
Falso Risveglio è una canzone che indubbiamente ti fa capire in che mood viviamo e suoniamo, ma non gode di troppe pretese come altri brani del disco Transumanza (in uscita l’11 novembre 2022)
È accettabile anche per chi non ascolta la musica rock… credo.