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Lust for Youth @ Locomotiv Club

Lust for Youth @ Locomotiv Club

| Francesca Garattoni

Bologna, 7 Ottobre 2022

 

Finalmente recuperata la data bolognese dei Lust For Youth, inizialmente prevista a febbraio ma rimandata a causa delle restrizioni Covid.
Il duo danese synth pop è una vecchia conoscenza del Locomotiv Club, ma probabilmente a causa della indaffaratissima movida della città felsinea non ha riempito la sala come la scorsa volta (in città c’è IL FESTIVAL di musica elettronica per eccellenza che ha sicuramente accalappiato una buona fetta di fan, NdA).

Hannes Norrvide e Malthe Fischer, per rendere il loro live più onirico, hanno esplicitamente richiesto di riempire la sala di fumo, ma in maniera quasi eccessiva tanto che a malapena riuscivo a vedermi i piedi. Le loro figure sul palco erano silhouette oscure senza volto, che vibravano a suon dei cupi synth, illuminate solo da violenti fasci di luce colorata che li rendeva eterei, quasi provenienti da un altro mondo.
La scaletta prevedeva quasi interamente il secondo disco omonimo, uscito nel 2019 a cura della celeberrima etichetta Sacred Bones, dal piglio decisamente new wave che ricorda i primi New Order e con derivazioni industrial alla Depeche Mode. 

Infatti da lì vengono eseguiti a dovere, forse anche un po’ troppo, Venus de Milo, Insignificant e New Balance Point, tanto a ricordare completamente l’ascolto dal disco. 

Anche la figura di Norrvide alla voce rimane un po’ piatta e poco coinvolgente durante il live. Il suo ciondolare avanti e dietro sul palco manca completamente di mordente. Il set è breve e senza vitalità. Non so bene cosa mancasse, forse l’assenza della ex membra Soho Rezanejad pesa molto di più sul live che su disco, oppure bastava semplicemente distaccarsi un po’ di più dai cliché del genere e provare qualcosa di diverso, almeno durante il concerto. 

Peccato anche per il loro singolo più iconico, New Boys iniziato e non eseguito del tutto, lasciando un po’ di amaro in bocca. L’amore per il nostro Paese è una costante nella band, infatti viene riprodotto, anche qui alla lettera, il singolo Lungomare con un lungo intro malinconico nella nostra lingua.

Le atmosfere cupe e sognanti dei i Lust for Youth non mi convincono del tutto, nonostante l’ottima tecnica dimostrata dal duo. Mancava il trasporto, il coinvolgimento che un live del genere dovrebbe avere. Ho ballato al suon della dance wave cercando di farmi trasportare nelle loro malinconiche tonalità, ma senza mai sentirle veramente. Peccato.

 

Alessandra D’aloise

foto di copertina Marianna Fornaro