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Phoenix “Alpha Zulu” (Loyaute/Glassnote Records, 2022)

Phoenix “Alpha Zulu” (Loyaute/Glassnote Records, 2022)

| Alma Marlia

Nell’immaginario, spesso la Francia è un paese di arte, moda e cucina dove la baguette regna sovrana, ma per la musica, il primo pensiero va a sonorità languide e canzoni che sanno di bistrot parigini. Perciò non può non stupire la presenza di un gruppo come i Phoenix, un gruppo musicale pop rock nato a Le Chesnay e formatosi a pochi chilometri da Parigi, più esattamente a Versailles, che deve il suo successo a un lavoro minuzioso fatto sul suono e le sfumature musicali trasformandoli da una band di quartiere a star del pop sintetico con già sette album in studio all’attivo e il nuovo progetto Alpha Zulu per Loyaute/Glassnote Records.

Il synth domina l’album, con un forte richiamo alla new wave, ma con un uso così sapiente e combinazioni sonore calcolate talmente nel dettaglio che la band è riuscita ad evitare l’omologazione tra i brani per farli vivere della loro peculiarità. La title track Alpha Zulu apre l’album esplodendo con la forza di un beat potente come un martello, ma chiunque si lasciasse fuorviare dal titolo per trovare qualche richiamo tribale in questi suoni rimarrebbe deluso; quei colpi così decisi non sono altro che la riproduzione della potenza degli elementi naturali, o meglio della tempesta, la stessa in cui si è trovato durante un volo il frontman Thomas Mars che della frase di emergenza pronunciata dal pilota ne ha creato una canzone. L’emergenza diventa quindi bisogno creativo e filo conduttore del brano e di tutto il progetto attraverso un ritmo incessante di musica e parole. Il beat diventa più cupo e ovattato per Winter Solstice, mentre Mars crea della sua voce un sussurro leggermente robotico, per una canzone emozionante, dalle note più lunghe, che quasi si adagiano per poi ripartire e non fermarsi mai. La sensazione di ipnosi pervade l’ascoltatore mentre il solstizio invernale ci avvolge in un profondo mistero. Altrettanto eterea, anche se con un ritmo più veloce è All Eyes On Me dove, attraverso il flusso sonoro, l’ascoltatore si perde in un loop di sguardi. Con Tonight, invece, i Phoenix si muovono, per la prima volta nella loro carriera discografica, in un featuring con lo statunitense Ezra Koenig dei Vampire Weekend per una melodia disinvolta ed accattivante di un brano semplice e ricercato al tempo stesso. 

Alpha Zulu è un progetto di eleganza e ricercatezza, ma non per questo un inutile giro di note che ripetono e finiscono se stesse. Si vive nel ritmo a cui ci si può lasciare andare per ballare, oppure per vedere come i testi sono perfettamente incastonate nei suoni, quasi a diventare melodia della melodia stessa, senza languide sospensioni, solo cadenze che giocano su combinazioni senza sbavature, anche se con una certa sfumatura naif che rende la loro produzione fresca e godibile in qualsiasi momento. I Phoenix non sono una banda per chi cerca gigioneschi suoni oscuri, qualche rantolo che gratta il microfono e pose da artisti compassati. Loro sono semplici e diretti, eppure molto minuziosi in ciò che fanno, per questo motivo possono soddisfare chiunque desideri farsi trascinare dalla musica.

 

Phoenix
Alpha Zulu
Loyaute/Glassnote Records

 

Alma Marlia