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Tre Domande a: Phomea

Tre Domande a: Phomea

| Redazione

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Vorrei incuriosire l’ascoltatore, fargli venire voglia di approfondire, indagare, immaginare. Vorrei che chi ascolta Phomea riuscisse a lasciarsi andare ad un immaginario magari suggerito ma mai imposto, che riuscisse a trovare spazio per vedere oltre la musica.

 

Progetti futuri?

Ci sono tante cose che mi frullano in testa per il futuro, sia legate al disco Me and My Army che totalmente nuove. Nell’immediato futuro voglio semplicemente riuscire a portare il disco live il più possibile! L’idea è quella di continuare ancora un pò con i concerti in solitaria per poi provare a proporlo nella sua interezza in full band.
Mi piacerebbe poi provare a fare delle variazioni sul tema Me and My Army, ad esempio rivederlo in chiave totalmente elettronica oppure realizzarne una versione al pianoforte.
In un futuro non troppo lontano invece dovrebbe arrivare un terzo disco, è già nato qualcosa e c’è già qualche idea che mi stuzzica… Qualche pezzo nuovo lo sto già portando nei concerti per vedere come me li sento addosso!

 

Qual è la cosa che ami di più del fare musica?

Sicuramente la possibilità di stabilire un dialogo utilizzando un linguaggio così complesso e semplice allo stesso tempo come la musica.
Non a caso i miei momenti preferiti nella vita di un disco sono due: gli attimi che vengono ancora prima dell’idea del disco, prima della sua nascita, quando i pezzi iniziano a formarsi e l’interlocutore sono io, solo io e le occasioni live, quando tutto quello che mi sono detto nell’intimità del mio studio/salotto/sala prove può essere condiviso con chi è lì per vivere un’esperienza ed è pronto
Mi piace fare musica perchè è l’unico modo che conosco per comunicare (davvero) con gli altri e con me stesso… alla fine, forse, senza nemmeno sapere a priori cosa ci andremo a dire.