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Mese: Gennaio 2023

The Smashing Pumpkins “Atum: A Rock Opera in Three Acts” (Martha’s Music/Napalm Records, 2022)

Act Two: l’aspettativa dolce-amara dell’anima rock.

Solitamente una recensione si compone di tre parti: un preambolo per introdurre l’artista e il progetto, un corpo centrale per focalizzarsi su alcuni dettagli del progetto stesso e una chiusura dove si tirano le fila del tutto condite da qualche considerazione. L’occasione dell’uscita del secondo atto di Atum – A Rock Opera in Three Acts può farci saltare un’altra presentazione di un gruppo come gli Smashing Pumpkins, che si presentano da soli, e ci proibisce di volgere nuovamente lo sguardo ai nostalgici ricordi della gioventù in cui Mellon Collie and the Infinite Sadness faceva da colonna sonora a inquietudini adolescenziali. Un secondo atto è un passaggio tra un primo e un terzo, che può convincerci a restare all’ascolto, oppure ad abbandonare senza mezzi termini, ma sempre un passaggio è. Così sarà questa recensione. 

La band aveva definito Atum come il seguito di quel Mellon Collie ancora tatuato nella pelle di tante generazioni. E quando dici così a chi ha ancora voglia di provare certi brividi sonori, l’aspettativa che crei è talmente alta che corri il rischio di passare dai fremiti di piacere al freddo più intenso in un solo accordo. Così è ascoltare questa seconda parte. Non possiamo dire che non sappiano suonare, né che la voce di Corgan non ci provochi quella stretta allo stomaco che ancora c’era tempo fa. Potremmo dilungarci sulle atmosfere elettro wave di Neophyte oppure quelle industrial di Moss. Anche l’evoluzione dal pop alla dance di Every Morning potrebbe attirare la nostra attenzione, così come potremmo confrontarci con la chiusura acustica di Springtimes. Tuttavia, quello che pervade dall’inizio alla fine è quella sensazione dolceamara che prova l’anima in attesa da tempo di ciò che aveva desiderato, così attaccata al ricordo del tempo che fu da rimanere sorpresa quando si accorge che invece il tempo è passato, così come rimane stupito Florentino, protagonista di L’amore ai tempi del colera di G. G. Marquez quando dopo anni vede finalmente il seno di Fermina non più giovane, ma solo per quello che è: il seno di una donna invecchiata dal tempo. Si rimane incastrati nello stupore, comunque circondato dall’amore che porti nel cuore per chi le emozioni te le ha fatte provare davvero, eppure qualcosa ormai sembra non esserci più.  

Se nell’attesa siamo vissuti, nell’attesa ci troviamo, perché l’opera non è ancora conclusa. Le aspettative sembrano diametralmente opposte rispetto all’uscita del primo atto, i “se” si affollano nella mente, un po’ come quando si gira in moto e sei nel dubbio nell’affrontare o no una curva in un certo modo: quel dubbio contiene già la risposta. Rimane però il fatto che un’opera non può essere ascoltata solo in parte, perché è solo nella sua globalità che ha senso e parcellizzarla sarebbe tradire la musica stessa. Quindi non ci rimane che aspettare senza aspettarsi niente, e semplicemente continuare ad ascoltare. 

 

Smashing Pumpkins
Atum: A Rock Opera in Three Acts
Martha’s Music/Napalm Records

 

Alma Marlia

WHITE LIES e TURNSTILE: agosto rovente!

Hellfire Booking Agency presenta:

White Lies
https://www.whitelies.com/

Un inizio festival così non l’avete mai visto. Per la prima volta insieme, due astri lucenti del firmamento internazionale calcheranno il palco dell’Ama Music Festival nella prima giornata 2023.

Tenetevi forte, Hellfire Booking Agency  e Ama Music Festival annunciano Turnstile e White Lies!

Uno dei gruppi più scottanti del momento, non c’è palcoscenico che i Turnstile non abbiano messo in ginocchio. Marchiati da Scott Ian (Anthrax) come la rivoluzione dell’hardcore, il terremoto di Baltimora serve un mix di hardcore americano, metalcore e alt rock che ha brutalmente dilaniato il mondo in due. Coachella, Rock im Park, Rock am Ring, Primavera Sound, Dia de Los Deftones, Outbreak, Hellfest, Jera on Air: sono infiniti i festival che hanno avuto occasione di scontrarsi con le performance vulcaniche dei Turnstile, valse loro ben tre nomine ai Grammy e sold out stratosferici in ogni angolo del globo. Adrenalinici, esplosivi e devastanti, i Turnstile sono una scossa cui è semplicemente impossibile sottrarsi.

Scaraventati fra le stelle con lo stupefacente album di debutto «To Lose My Life», i White Lies non hanno nulla di ordinario. Supporti a Coldplay, Muse, Snow Patrol e sold out in tutto il mondo sono il pane quotidiano per una band in costante crescita e ben oltre l’elettrizzante: un posto fisso nelle Top Ten delle classifiche inglesi più esclusive e nei festival più eclettici del globo, i White Lies non fanno che reinventarsi con maestria, nuance e fervore impossibili da disinnescare, ricevendo premi per la loro inventiva e posizioni di rilievo assolutamente insormontabili.

Turnstile e White Lies daranno il via all’Ama Music Festival 2023 con delle performance da capogiro. Non potete assolutamente mancare.

 

23 AGOSTO 2023 | AMA MUSIC FESTIVAL, ROMANO D’EZZELINO
Via Cà Cornaro, 5, 36060 Romano d’Ezzelino (VI)
Evento FB: https://www.facebook.com/events/1199315217458192
Prevendite: amamusicfestival.com/tickets/

 

Per informazioni:

www.instagram.com/hellfire_booking
www.facebook.com/hellfirebooking
www.hellfirebooking.com
info@hellfirebooking.com

Comunicato stampa THE STORY SO FAR: ritorno da headliner!

Hellfire Booking Agency annuncia il gran ritorno headliner dei The Story So Far!

Scaturiti dalle spiagge californiane nel 2007, The Story So Far hanno contribuito a forgiare un ritorno del pop punk più adrenalinico, brusco ed esplosivo che mai. Quattro album, tre EP e una carriera florida e travolgente alle spalle, gli Story So Far tramutano lezioni emo e rock in ritmi tanto rapidi quanto incalzanti, guadagnandosi lodi dalle testate più rilevanti del globo, classifiche musicali e label discografiche. Cocktail di inni, poghi e ballad, in questi anni gli Story So Far sono più intensi che mai. Ma anche più innovativi di quanto li abbiate mai percepiti.

Gli Story So Far tornano per un’unica data headliner questo settembre, poco prima di calcare l’Unipol Arena in apertura ai blink 182 e a quattro anni dalla loro ultima parentesi italiana. Non potete mancare.

28 SETTEMBRE 2023 | SANTERIA TOSCANA 31, MILANO
Viale Toscana, 31, 20136 Milano
Evento FB: https://www.facebook.com/events/573430654689967

Prevendite*

Disponibili esclusivamente su Dice a partire dall’1febbraio alle 11:00

In collaborazione con Erocks Production

Tre Domande a: Terrøir

Come e quando è nato questo progetto?

Il progetto Terrøir ha iniziato a prendere forma durante la prima pandemia. Avevo appena finito di autoprodurmi il disco Bella Vite per il progetto Mosto, quando mi sono reso conto che ormai mi ero irrimediabilmente appassionato ai sintetizzatori, capendo più o meno come funzionavano. Così, ho iniziato ad assecondare una passione per la musica elettronica che era continuata a crescere in me in modo più o meno latente da quando da bambino avevo visto per la prima volta il video di Hey Boy Hey Girl dei Chemical Brothers. Nel frattempo però, avevo iniziato ad approfondire le tradizioni musicali del mio territorio, i Colli Tortonesi, a loro volta iscritti in un territorio più ampio chiamato delle Quattro Province: un territorio collinare e appenninico a cavallo delle province di Alessandria, Pavia, Piacenza  e Genova, dove si erano conservate, grazie ai canterini (gruppi di canto spontaneo) e ai duo piffero-fisarmonica, canzoni e tradizioni popolari nate oltre 100 anni fa. Così ho provato a unire le due cose ed è nato Terrøir.

 

Ci sono degli artisti in particolare che influenzano il tuo modo di fare musica o a cui ti ispiri?

Dal lato della musica elettronica, sicuramente il duo francese The Blaze: il loro stile fatto di crescendo e di parti di piano e voce mi ha affascinato fin dalla prima volta che l’ho sentito. Inoltre, con i loro videoclip, hanno la capacità di trasformare le loro canzoni in soundtrack per raccontare delle storie che hanno come protagonisti una parte di umanità dimenticata (dagli immigrati magrebini, ai ragazzi africani, fino alle comunità rom) che grazie ai quei video ci sembrano molto più simili a noi, anzi, decisamente fichi.
Guardando invece più all’Italia il progetto Gran Bal Dub composto da Sergio Berardo (Lou Dalfin) e Madaski (Africa Unite) mi aveva fatto capire che poteva esserci un punto di incontro tra musiche popolari, in quel caso quelle occitane, e musica elettronica, in quel caso il dub. Così ho cercato nel mio territorio e ho scoperto il duo Stefano Valla e Daniele Scurati, che aveva riportato le musiche delle Quattro Province nelle piazze e persino tra i ragazzi delle valli: sono stati e sono la mia più grande fonte di ispirazione nella riscoperta delle nostre musiche.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Mi piacerebbe fare arrivare il concetto che se scaviamo nella nostra storia e nelle nostre tradizioni non troveremo delle risposte che ci dividono (come spesso traspare dai discorsi di alcuni politici) ma anzi, scopriremo che la storia si ripete sempre, nel bene e nel male. Scopriremo ad esempio con il testo de Il Sirio che eravamo un popolo di migranti che cercava fortuna nella ‘Merica (Argentina e Brasile) e che per farlo rischiava la vita in mare. O che anche i nostri bisnonni erano capaci di innamorarsi, ballare, divertirsi emozionarsi e piangere per gli stessi motivi per cui lo facciamo oggi. Vorrei far nascere la curiosità nei ragazzi e portarli a parlare con i propri nonni, portarli a scoprire le loro origini senza vergognarsene anche se sono provinciali. O semplicemente, farli ballare sulle stesse canzoni su cui hanno ballato i nostri antenati.

Galeffi @ Locomotiv Club

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• Galeffi •

Locomotiv Club (Bologna) // 28 Gennaio 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Giorgia Zamboni

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Joe Henry “All The Eye Can See” (earMUSIC, 2023)

La voce che apre le crepe dell’anima

Cantautore. Joe Henry è un Cantautore, di quelli che ancora ti fanno provare emozioni profonde che resistono al tempo che scorre e alla modernità che aggredisce tutto, anche la musica. Trent’anni di carriera come cantautore e produttore discografico dalle molte collaborazioni tra cui possiamo contare nomi come Solomon Burke, Shivaree, Elvis Costello e molti altri. Ci si può perdere nell’elencare i suoi progetti tra album ed EP, tra cui ricordiamo il tagliente Civilians del 2007 e The Gospel According To Water del 2019, scritto dopo una diagnosi di cancro. Dominato dalla sua vena creativa, l’artista esce ora con All The Eye Can See, un album composto da dodici tracce che lo confermano ancora tra i più interessanti cantautori statunitensi della nostra epoca. 

Ascoltare l’album è un piccolo viaggio tra narrazioni sonore, dove il timbro dell’artista non sempre è perfetto, ma sono proprio queste imperfezioni che si ficcano come chiodi nella nostra anima creando crepe da cui possiamo dare uno sguardo a ciò che siamo, che potremmo essere o che non vogliamo essere più. Così colpiscono brani come il gioco di sola chitarra e voce di God Laughs, un canto che è richiesta di essere ascoltato da un Dio troppo spesso spettatore del destino dell’uomo. I brani si sviluppano musicalmente accogliendo oltre venti musicisti tra cui il figlio Levon Henry al sassofono e al clarinetto, David Pitch al basso, Patrick Warren al piano e John Smith alla chitarra acustica. Sono narrazioni di semplici quotidianità che svelano all’ascoltatore momenti speciali in cui entriamo quasi in punta di accordo come la nostalgica Kitchen Door o la melodia drammaticamente innamorata di Karen Dalton. Piccoli squarci nella tenda del quotidiani, fratture necessarie attraverso le quali la musica ci penetra per raggiungere l’amigdala delle sensazioni e dalle quali noi facciamo uscire le nostre reazioni emotive alle narrazioni che Henry fa accompagnandosi con la sua musica. E poi vieni colpito in pieno petto dalla title track che riassume tutto quello che l’artista ci vuole comunicare come con la semplicità di chi vuole solo descrivere senza giudicare la vita che ci scorre addosso “Trouble begins at waking / the weight of the world near-breaking / its wave on the heart’s undertaking / of all the eye can see”. Un momento di confidenza intenso, atteso per quasi tutto l’album. 

Joe Henry non crea musica di sottofondo per serate languide, né divertenti canzonette simili a jingle per festeggiare eventi, ma neppure un gioco di note fine a se stesso, perché le trame che crea sono un tessuto dove ricama storie sfumate dai colori scuri, ma sempre colori restano. Colori sonori che l’ascoltatore può usare come preferisce, portandoli con sé e attraverso le ombre farne uscire toni brillanti oppure vivendoli oscuri come sono. Un progetto questo che non si merita un ascolto casuale, bensì un’attenzione piena e consapevole delle melodie semplici e fluide ma ben studiate, in armonioso contrasto con i testi densi e spigolosi, ma, proprio per questo, assolutamente necessari. 

 

Joe Henry
All The Eye Can See
earMUSIC

 

Alma Marlia

THE PRODIGY di ritorno in scena in Italia a maggio con due date a Milano e Padova!

Barley Arts

presenta

THE PRODIGY

IL GRANDE RITORNO IN SCENA IN ITALIA

A MAGGIO A MILANO E PADOVA 

L’iconica formazione che ha reso popolare a livello planetario la scena big beat inglese torna finalmente su un palco italiano dopo anni di assenza. Maxim e Liam Howlett, in arte The Prodigy saranno nel nostro paese per due occasioni da non perdere: mercoledì 17 maggio 2023 all’Alcatraz di Milano e giovedì 18 maggio al Gran Teatro Geox di Padova. I biglietti per entrambi gli show saranno disponibili sui circuiti Ticketone eTicketmaster dalle 10 di lunedì 30 gennaio.

L’anno scorso The Prodigy hanno festeggiato il venticinquesimo anniversario di The Fat of The Land, l’album che li ha resi celebri grazie a pezzi generazionali come Firestarter, Smack My Bitch Up e Breathe, con l’uscita di una speciale edizione in vinile. Ora la band si prepara a tornare in Europa con un tour che includerà le due tappe italiane.

Virgin Radio è radio ufficiale dei concerti.

TheProdigy.com

THE PRODIGY

Mercoledì 17 Maggio 2023

Milano, Alcatraz – via Valtellina, 25

Inizio concerti h. 20:30

Biglietti disponibili su Ticketone e Ticketmaster.

Posto unico in piedi: € 50,00 + prev. / € 60,00 in cassa la sera del concerto.

Giovedì 18 Maggio 2023

Padova, Gran Teatro Geox – via Giuseppe Tassinari, 1

Biglietti disponibili su Ticketone e Ticketmaster.

Posto unico parterre: € 50,00 + prev. / € 60,00 in cassa la sera del concerto.

Tribuna a sedere: € 50,00 + prev. / € 60,00 in cassa la sera del concerto.

FOJA IN CONCERTO – Milano (02/02), Torino (03/02), Roma (09/02), Napoli (14/02)

FOJA

IN CONCERTO

MILANO, TORINO, ROMA E NAPOLI

LE DATE DEL TOUR NAZIONALE

DI “MIRACOLI E RIVOLUZIONI”

02 FEBBRAIO @BIKO – MILANO

03 FEBBRAIO @OFFTOPIC – TORINO

09 FEBBRAIO @LARGO VENUE – ROMA

14 FEBBRAIO@TEATRO BELLINI – NAPOLI

Link alle prevendite: https://linktr.ee/fojatour

 

I Foja annunciano per il mese di febbraio quattro date speciali: Milano (02/02), Torino (03/02), Roma (09/02) eNapoli (14/02) saranno le città che accoglieranno questo tour particolare per la band napoletana.

Così Dario Sansone, frontman dei Foja, descrive questi quattro appuntamenti: “Finalmente portiamo “Miracoli e Rivoluzioni” in giro per i maggiori club italiani. Questo tour per noi ha un valore emotivo enorme, perché ci permetterà di riabbracciare dopo tre anni il nostro pubblico sparso per lo stivale e rincontrarci attraverso le nostre canzoni. Questi saranno, inoltre, gli ultimi quattro concerti del nostro storico e amato chitarrista Ennio e ogni tappa sarà ancora più emozionante facendo festa sopra e sotto al palco.”

“Miracoli e rivoluzioni” è un disco che sa di presente, di passato, di futuro, in cui le strutture tradizionali della canzone sono permeate di suoni e di sfaccettature che continuamente ne cambiano gli orizzonti. E quindi Enzo Gragnaniello e Davide Toffolo, Clementino e Lorenzo Hengeller, Alessio Sollo e Alejandro Romero sono preziosi compagni di viaggio che con il loro contributo hanno fatto di Miracoli e Rivoluzioni una pietra angolare nel repertorio di questa band, un enorme atto d’amore che arriva a chi ha orecchie e cuore aperti.

Dal disco sono stati estratti cinque singoli con altrettanti video. L’ultimo, in ordine di tempo, è la splendida “Santa Lucia”, pubblicato lo scorso 22 novembre 2022 con il featuring di Clementino e la straordinaria partecipazione di Isa Danieli: https://www.youtube.com/watch?v=4-0SZ7kxOvc

I FOJA sono esponenti di un nuovo sound della tradizione folk napoletana. Hanno realizzato quattro album in studio, partecipato a diverse colonne sonore di lungometraggi di animazione. Sono stati candidati al David di Donatello e ai Nastri d’Argento come migliore canzone originale, e collaborato con artisti internazionali come Pauline Croze, La Pegatina, Shaun Ferguson, Weslie, Black Noyze, Alejandro Romero.

In tutto quello che fanno ci mettono l’anima. Ogni disco è un viaggio in una cultura ricchissima, visionaria e meticcia, elementi di ricchezza e crescita artistica, oltre che umana.

Formazione:

 

DARIO SANSONE voce e chitarra

ENNIO FRONGILLO chitarra elettrica

LUIGI SCIALDONE   chitarre e mandolino

GIULIANO FALCONE basso elettrico

GIOVANNI SCHIATTARELLA batteria

MIRACOLI E RIVOLUZIONI – Il disco

 

MIRACOLI E RIVOLUZIONI è il nuovo album dei FOJA, uscito nel mese di aprile 2022. In questo ultimo lavoro sono molte le collaborazioni con ospiti che hanno condiviso il miracolo di un frammento, di una scintilla creativa: ENZO GRAGNANIELLO, voce e anima inconfondibile, presente in una profondissima “’Nmiezo a Niente”; DAVIDE TOFFOLO dei TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, voce e autorevolezza nell’ironica e riflessiva “A cosa stai pensando?”; CLEMENTINO, che mette il suo flow al servizio di una ballad struggente come “Santa Lucia”; il pianoforte di LORENZO HENGELLER che libera dieci dita cariche di swing nell’intensa “Stella”; la poesia di ALESSIO SOLLO ne “L’Urdema Canzone”; ALEJANDRO ROMERO, guest internazionale nella rilettura in napoletano di un classico come “A mano ‘e D10S”, dedicato anima cuore e bandoneón a Diego Armando Maradona, alla sua rivoluzione sportiva e umana. 

E infine ALESSANDRO RAK e le sue illustrazioni, la genialità poetica di storie come “Yaya e Lennie – The Walking Liberty”, il lungometraggio di animazione della MadEntertainment da cui è tratta “Duje comme nuje”, canzone dell’amore assoluto inserita nella colonna sonora dell’ultima fatica del regista napoletano, legato al leader dei Foja Dario Sansone da amicizia e collaborazione decennale.

 

“Miracoli e Rivoluzioni” è sensibilità, impegno, passione allo stato puro, un progetto che consegna un immaginario che va solo vissuto, con quella libertà e creatività che fanno dei Foja una delle band napoletane più importanti degli ultimi venti anni, autori di una rivoluzione stilistica che ha elevato la nuova musica napoletana mettendola in relazione con i suoni dell’oggi e la visione del domani. 

 

Link al videoclip del brano ‘Addò se va’:https://www.youtube.com/watch?v=QlgTjj6-pLo  

Link al videoclip del brano ‘Tu’: https://www.youtube.com/watch?v=kDe_7pcdDuc  

Link al videoclip del brano ‘A mano ‘e D10S’ feat. Alejandro Romero:  

https://www.youtube.com/watch?v=TT3lrAEjmrs  

Link al videoclip del brano “Duje Comme Nuje’: https://www.youtube.com/watch?v=Su0hg5ggozo 

Link del videoclip “Santa Lucia” feat. Clementino e Isa Danieli:

https://www.youtube.com/watch?v=4-0SZ7kxOvc

 

Management: Luciano Chirico – [email protected]

Booking: Cmon[email protected]

Ufficio Stampa e promozione: Big Time [email protected]

Ufficio Stampa Full Heads: Giulio Di Donna[email protected]

  

FOJA - BIO BREVE 

 

I Foja nascono nel 2006. Hanno all’attivo quattro album in studio, ‘Na Storia Nova, Dimane Torna ‘O Sole, ‘O Treno Che Va e Miracoli e Rivoluzioni. Con il secondo e il terzo ottengono un posizionamento nella cinquina finale delle Targhe Tenco nella categoria miglior album in dialetto. Girando l’Italia per anni, hanno calcato palchi prestigiosi, registrando sempre il sold-out, tra cui quelli del Teatro di San Carlo con uno show diretto da Franco Dragone (Cirquedu Soleil), dell’Arena Flegrea con uno speciale spettacolo che ha unito musica e illustrazioni dal vivo, del Cortile della Reggia di Capodimonte, del Palazzo Reale e di Castel Sant’Elmo a Napoli davanti ad un pubblico di oltre seimila persone. La loro musica è stata utilizzata con successo in diversi film come L’arte della felicità (EFA European Film Award) e Gatta Cenerentola, ottenendo la candidatura per la miglior canzone originale sia al David di Donatello con i brani “’A malia” e “A chi appartieni”, che ai Nastri d’Argento con “’A malia”. Dal 2018 hanno inizio collaborazioni discografiche con artisti internazionali (Pauline Croze, La Pegatina, Shaun Ferguson, Weslie, Black Noyze, Alejandro Romero). Nel novembre del 2018 registrano il tutto esaurito nelle date del loro Tour Europeo nei migliori club delle principali capitali e, nel 2019, volano oltreoceano per il loro Tour Canadese e Statunitense tra club e grandi teatri. Nel 2020 chiudono il loro primo decennio di attività discografica con lo speciale cofanetto “Dieci” che raccoglie l’intera produzione, compresi diversi brani fuori album e un inedito. 

Nel 2021 escono in contemporanea due nuovi singoli, “ADDÒ SE VA” e “TU”, primi segnali del nuovo progetto discografico. Nel mese di giugno è stata rilasciata ’A Mano ’e D10S” versione in napoletano di “(INRI) La mano de Dios” canzone scritta da Alejandro Romero e dedicata a un campione senza tempo, Diego Armando Maradona. Del brano è stato pubblicato anche il videoclip con la regia di Michel Liguori e la produzione di Anartica Film, girato in parte all’interno dello stadio Ex San Paolo ora Stadio Diego Armando Maradona. A fine ottobre esce “Duje commeNuje”, singolo e video presente nella colonna sonora di “Yaya e Lennie – The Walking Liberty”, nuovo film di animazione della Mad Entertainment diretto da Alessandro Rak e di cui Dario Sansone, leader dei Foja, è anche aiuto regista, direttore artistico e autore delle musiche insieme a Alessandro Rak e Enzo Foniciello.  L’8 aprile 2022 è uscito il nuovo album dal titolo “Miracoli e Rivoluzioni”. 

 

SOCIAL UFFICIALI: 

INSTAGRAM 

https://www.instagram.com/fojaofficial/

FACEBOOK 

https://it-it.facebook.com/FojaOfficial/ 

YOUTUBE 

http://www.youtube.com/fojaofficialchannel 

Tre Domande a: Federico Fiamma

Qual è la cosa che ami di più del fare musica?

La cosa che amo di più attualmente del fare musica è il poter andare oltre; il poter navigare in spazi inesplorati alla ricerca di destinazioni mai scoperte. Nel corso della scrittura di Fuori Stagione, avevo la sensazione di aver bisogno di un percorso da seguire, come se fossi alla ricerca di una ricetta che definisse la mia estetica musicale; andando avanti nella stesura mi sono reso conto di poter colorare il tutto per come veramente lo sentivo, ho cominciato a valutare anche la semplicità come mezzo comunicativo senza sentirmi inferiore perché meno virtuoso.
Scrivere mi lascia la libertà di potermi vivere per quello che sono senza giudicarmi, di potermi ascoltare e sentirmi crescere assieme alla mia musica e di gettare uno sguardo al mio passato senza appesantirlo.  

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Ci sono stati dei momenti nella mia vita in cui avrei preferito non sentirmi solo e nella società odierna è facile sentirsi soli anche in mezzo a molti.
Mi piacerebbe che dalla mia musica si derivasse qualcosa di personale, non qualcosa di mio come autore che l’ha composta. Una volta finita la lavorazione di un disco questo smette di esser tuo, anche perché si tende a vederne solaente i difetti o si prova nausea nell’ascoltare i brani per l’ennesima volta.
Mi piacerebbe che si instauri un rapporto sano tra chi ascolta e la musica e, se proprio dovessi inserire un messaggio in questa bottiglia nel mare, ci sarebbe scritta una sola parola: verità. 

 

Progetti futuri?

Ho un album nuovo da registrare e produrre nel corso dell’anno, sarà uno spin-off di Fuori Stagione con dei brani che approfondiranno una tematica nello specifico. Spero di riuscire a metter su un calendario di date, anche se questo periodo storico non rende la cosa molto fattibile.

Wallows @ Magazzini Generali

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• Wallows •

 

Magazzini Generali (Milano) // 25 Gennaio 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Oriano Previato
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Tre Domande a: Daemia

Come e quando è nato questo progetto?

Il progetto Daemia è nato nel gennaio 2022. Tutto è iniziato con il provino di No eh? Va be’, il mio primo singolo uscito lo scorso maggio e registrato a Parigi in un piccolissimo appartamento nel XV arrondissement. Ricordo che ero alla ricerca di un producer e di un sound, avevo parecchio materiale con un’idea in testa e decisi di mandarlo a Stefano “Juno” Bruno. In pochi giorni riuscì a dare una veste al brano. Il risultato mi è piaciuto da subito. All’inizio non avevamo in mente un album, ma il materiale c’era e tutto seguiva una certa linea, aveva una certa coerenza. Così è nato Bluedo, il mio primo album. Nove brani scritti tra il gennaio 2021 e il settembre 2022, tra Benevento, Napoli, Amsterdam e Parigi.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Autenticità, originalità, emozione. Scrivo di cose che mi appartengono, quello che sento. È bello quando chi ascolta entra in sintonia e sente le stesse cose, magari prova le stesse emozioni. La scrittura è anche una forma di elevazione, permette di buttare fuori delle cose. Per me è una necessità. Mi interessa che arrivi questo: condividere il mio punto di vista. 

 

Progetti futuri?

Intendo portare Bluedo alle persone, suonare live le mie canzoni. Credo sia la dimensione più adatta al progetto. Stiamo progettando una live experience dell’album e non vedo l’ora di salire sul palco.  Spero di suonare in giro e far conoscere il progetto. In italia mi piacerebbe tanto suonare al MI AMI Festival, sarebbe una cosa bellissima. La cornice giusta per la mia musica. Ovviamente nel prossimo anno usciranno altre canzoni, c’è parecchio materiale e sto continuando a scrivere in questo periodo. 

Genova Hip Hop Festival 2023

Sono stata al Genova Hip Hop Festival, un evento durato ben otto ore e dedicato, ovviamente, al genere musicale che piace tanto ai giovanissimi. E voi penserete: “Ok, quindi?” Riformulo: sono andata al Genova Hip Hop Festival vestita come una qualsiasi Rory Gilmore appena uscita dalla biblioteca di Yale e senza conoscere le canzoni. Ma è stata un’esperienza fantastica.

Partiamo con una grande e doverosa premessa: non sono mai stata un’esperta della scena rap. Con gli anni, ho imparato a lasciarmi condizionare meno dai pregiudizi e dall’insensato desiderio di avere dei gusti da snob sofisticata, per riconnettermi alla realtà. Ogni forma d’arte ha ragione di esistere finché riesce ad arrivare al cuore delle persone.

Il festival, giunto alla sua quinta e straordinaria edizione, ha voluto raccontare la cultura hip hop a 360 gradi, dando spazio anche alla street art e alla break dance. I protagonisti sul palco dei Giardini Baltimora erano sia grandi nomi nazionali come Inoki ed Ensi, sia artisti emergenti nati anche da realtà genovesi. Grazie alla partnership con il Comune, è stato un evento totalmente gratuito, caratteristica importante che ha reso la musica accessibile al pubblico molto giovane e, quindi, composto perlopiù da persone senza un’entrata economica. E vi assicuro che vedere degli adolescenti passare ore attaccati a una transenna, a urlare, cantare e limonare è emozionante: noi eravamo così e avremmo fatto carte false per vivere un momento simile.

E poi, sarò di parte, ma Genova non si smentisce mai. La città di De André sa ancora parlare a chi si sente maledetto e non esiste una netta differenza tra vecchia scuola e nuova scena rap, ma c’è un unico filo rosso che parte dallo stesso gomitolo che i cantautori si passano di mano in mano mentre cantano i quartieri della città. E ognuno lo srotola a modo suo, magari anche male, ma fa la sua parte. Ed è un concetto che ho compreso, in primis, con l’esibizione di Theo Rem, un nome che mi arriva alle orecchie da anni, ma molto distante dalle mie playlist su Spotify. Mentre cantava cercava un vero contatto con il pubblico, voleva parlare ai ragazzi di fronte a lui ed era come se sentisse di appartenere alla piazza mentre saltava con Potere e Paul Klee. E poi sono stata rapita da Helmi Sa7bi, che ha portato la sua infanzia turbolenta e i vicoli del centro storico di Genova nella sua musica e se le è fatte urlare in faccia dal pubblico mentre cantava brani come Houma. Ciò che raccontiamo di intimo, se condiviso, ci torna indietro con una potenza infinita.

Più andava avanti la serata, più aumentava l’hype: Tredici Pietro e Lil Busso, Nerone, Miriam Ayaba, Spike, Ensi, Silent Bob e Sick Budd e la tanto attesa chiusura di Inoki. 

Io non so approfondire una critica artistica sull’hip hop e non voglio, per oggi soltanto, addentrarmi nelle sue criticità sessiste. Ma se c’è una cosa che ho imparato dalla lotta intersezionale è che la realtà è nelle strade, urla per farsi sentire ai piani più alti e spacca i muri delle istituzioni per trovare il suo spazio. E l’hip hop, che mi piaccia o no, inizia dalla strada.

 

Marta Massardo

Foto di Carlo Ceccarelli