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Joe Henry “All The Eye Can See” (earMUSIC, 2023)

Joe Henry “All The Eye Can See” (earMUSIC, 2023)

| Alma Marlia

La voce che apre le crepe dell’anima

Cantautore. Joe Henry è un Cantautore, di quelli che ancora ti fanno provare emozioni profonde che resistono al tempo che scorre e alla modernità che aggredisce tutto, anche la musica. Trent’anni di carriera come cantautore e produttore discografico dalle molte collaborazioni tra cui possiamo contare nomi come Solomon Burke, Shivaree, Elvis Costello e molti altri. Ci si può perdere nell’elencare i suoi progetti tra album ed EP, tra cui ricordiamo il tagliente Civilians del 2007 e The Gospel According To Water del 2019, scritto dopo una diagnosi di cancro. Dominato dalla sua vena creativa, l’artista esce ora con All The Eye Can See, un album composto da dodici tracce che lo confermano ancora tra i più interessanti cantautori statunitensi della nostra epoca. 

Ascoltare l’album è un piccolo viaggio tra narrazioni sonore, dove il timbro dell’artista non sempre è perfetto, ma sono proprio queste imperfezioni che si ficcano come chiodi nella nostra anima creando crepe da cui possiamo dare uno sguardo a ciò che siamo, che potremmo essere o che non vogliamo essere più. Così colpiscono brani come il gioco di sola chitarra e voce di God Laughs, un canto che è richiesta di essere ascoltato da un Dio troppo spesso spettatore del destino dell’uomo. I brani si sviluppano musicalmente accogliendo oltre venti musicisti tra cui il figlio Levon Henry al sassofono e al clarinetto, David Pitch al basso, Patrick Warren al piano e John Smith alla chitarra acustica. Sono narrazioni di semplici quotidianità che svelano all’ascoltatore momenti speciali in cui entriamo quasi in punta di accordo come la nostalgica Kitchen Door o la melodia drammaticamente innamorata di Karen Dalton. Piccoli squarci nella tenda del quotidiani, fratture necessarie attraverso le quali la musica ci penetra per raggiungere l’amigdala delle sensazioni e dalle quali noi facciamo uscire le nostre reazioni emotive alle narrazioni che Henry fa accompagnandosi con la sua musica. E poi vieni colpito in pieno petto dalla title track che riassume tutto quello che l’artista ci vuole comunicare come con la semplicità di chi vuole solo descrivere senza giudicare la vita che ci scorre addosso “Trouble begins at waking / the weight of the world near-breaking / its wave on the heart’s undertaking / of all the eye can see”. Un momento di confidenza intenso, atteso per quasi tutto l’album. 

Joe Henry non crea musica di sottofondo per serate languide, né divertenti canzonette simili a jingle per festeggiare eventi, ma neppure un gioco di note fine a se stesso, perché le trame che crea sono un tessuto dove ricama storie sfumate dai colori scuri, ma sempre colori restano. Colori sonori che l’ascoltatore può usare come preferisce, portandoli con sé e attraverso le ombre farne uscire toni brillanti oppure vivendoli oscuri come sono. Un progetto questo che non si merita un ascolto casuale, bensì un’attenzione piena e consapevole delle melodie semplici e fluide ma ben studiate, in armonioso contrasto con i testi densi e spigolosi, ma, proprio per questo, assolutamente necessari. 

 

Joe Henry
All The Eye Can See
earMUSIC

 

Alma Marlia