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Paramore “This Is Why” (Atlantic Records, 2023)

Paramore “This Is Why” (Atlantic Records, 2023)

| Francesca Garattoni

Sono passati sei anni dall’ultimo album dei Paramore, After Laughter, che aveva dato il via a quella che aveva tutta l’aria di essere una nuova era per la travagliata band statunitense simbolo della scena emo-pop-rock dei primi anni duemila.

After Laughter rappresentava un’era fatta di colori pastello e sonorità synth-pop a tratti dance e infatti non tutti – me compresa – avevano apprezzato fino in fondo questo cambio di rotta. 

Un’era però che sembra già finita con This Is Why, loro ultimo album in studio. Si tratta di un’ulteriore evoluzione, ma stavolta dai toni un po’ più dimessi e meno colorata, anche solo a guardare la copertina. 

La band non ritorna di certo ai rabbiosi fasti di Riot! e Brand New Eyes, ma d’altronde come potrebbe? Sono passati quindici anni da allora e i suoi componenti sono diversi, più adulti, quindi non potrebbe essere altrimenti ed è giusto così, che ci piaccia o no. Ci danno anche un consiglio brutale nella prima traccia, che ha lo stesso titolo dell’album: “you’re either with us / or you can keep it / to yourself”.

Al primo ascolto si ha l’impressione di essere di fronte a un disco un po’ disilluso, come disillusa è adesso – soprattutto dopo anni di pandemia – la generazione cresciuta con loro. Ma non c’è solo disillusione: quella loro rabbia che abbiamo imparato a conoscere diventa più sottile, più ironica. Lo si vede anche nelle sonorità adottate, che si avvicinano più a un post-punk o a un alternative-rock, senza abbandonare le sperimentazioni e le contaminazioni.

Ascoltare quest’album può poi essere un’esperienza di autocoscienza. È infatti facile immedesimarsi in una persona che, pur di non essere sommersa da brutte notizie, vuole spegnere la televisione come in The News (forse il pezzo che più ricorda i Paramore del 2007); in una che annaspa costantemente contro il tempo come in Running Out Of Time oppure in una che sente di aver perso la propria direzione, come in Figure 8. 

This Is Why però non vuole essere solo un manifesto o un tentativo di fare da specchio alle preoccupazioni di una generazione. È prima di tutto un album estremamente personale, dove Hayley Williams dà voce in primis al suo vissuto di questi ultimi, folli anni e quelle tematiche sociali che le stanno a cuore.

Soprattutto le ultime tracce, da Liar a Thick Skull, si fanno più intime e diventano quasi una confessione della cantante. “I’m a magnet for broken pieces / I am attracted to broken people”, canta Williams all’inizio di Thick Skull come se fosse una sorta di j’accuse verso se stessa. 

La fine di quest’album mostra quindi un ripiegamento su di sé, un’espressione delle proprie emozioni e insicurezze con franchezza e senza autoindulgenza.

Probabilmente questi brani non suoneranno come le loro canzoni più note, quelle che hanno reso i Paramore famosi anni fa, ma, così come sono cresciuti loro, siamo cresciuti anche noi e forse questo atto di introspezione non è poi così male.

 

Paramore
This Is Why
Atlantic Records

 

Francesca Di Salvatore