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Tag: bring me the horizon

Bring Me The Horizon @ Mediolanum Forum

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• Bring Me The Horizon •

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A DAY TO REMEMBER

Poorstacy

Static Dress

 

Mediolanum Forum (Milano) // 11 Febbraio 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Luca Ortolani
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A DAY TO REMEMBER

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Poorstacy

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Static Dress

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VEZ5_2020: Francesca Di Salvatore

Fare un bilancio del 2020 di qualsiasi tipo – anche musicale – è un po’ strano, dato che la percezione del tempo è stata completamente distorta e questi 12 mesi sono durati in realtà 57. Ma comunque in questi 57 mesi la musica è stata fondamentale: un po’ bene di conforto, un po’ fonte di nostalgia per una normalità persa per strada e qualche volta anche motivo di dispiacere, ripensando magari a tutti i concerti mancati e che non si sa quando riprenderanno nella loro forma più vera e sincera: appiccicati gli uni agli altri addosso a una transenna.

Ecco allora che abbiamo chiesto ai nostri collaboratori e amici di raccontarci quali sono stati gli album che hanno tenuto loro più compagnia durante questo 2020…

 

Elephant Brain “Niente di Speciale”

Gennaio 2020: le uniche preoccupazioni erano la sessione invernale e quali canzoni sarebbero state portate all’imminente Festival di Sanremo. Questa rock-band perugina fa uscire il loro album di esordio, che è a diventato a tutti gli effetti una delle ultime cose che associo alla normalità pre-pandemia. Non vedo l’ora di poterlo finalmente ascoltarlo dal vivo.

Traccia da non perdere: Agata

 

Cara Calma “Sulle Punte per Sembrare Grandi”

L’album che ho avuto in rotazione costante tra marzo e aprile. Anche se è uscito due anni fa, è riuscito ad incanalare perfettamente tutte le mie emozioni di quel periodo, soprattutto perché trasuda rabbia da ogni nota.

Traccia da non perdere: Qualcosa di importante

 

Achille Lauro “1990”

Non c’è bisogno di presentazioni, né per Achille Lauro né per le iconiche hit anni ’90 che ha deciso di rivisitare con l’aiuto degli artisti più disparati, da Annalisa a Ghali passando per gli Eiffel 65. Un bellissimo flashback, ballabile come solo gli anni ’90 sapevano essere e che ha segnato musicalmente buona parte della mia estate. 

Traccia da non perdere: Sweet Dreams 

 

Bring Me the Horizon “POST HUMAN: SURVIVAL HORROR”

Il ritorno alle origini dei Bring Me The Horizon di cui avevamo bisogno. Nell’anno in cui avrei dovuto assistere alla reunion dei My Chemical Romance a Bologna – ovviamente saltata causa covid – l’ultimo lavoro dei BMTH è stato una manna dal cielo per tutti gli emo kids che non aspettavano altro che poter tirare di nuovo fuori dall’armadio le camicie a quadroni e gli anfibi neri. 

Traccia da non perdere: 1×1

 

Lorde “Melodrama”

Altro album non uscito quest’anno, ma probabilmente quello che davvero ho davvero ascoltato di più in questi mesi. Delicato ma potente, sentimentale senza essere banale e soprattutto triste come pochi. Una colonna sonora perfetta, infatti la scelta di un solo pezzo preferito è difficilissima.

Traccia da non perdere: Sober II (Melodrama), anche solo per quel magnifico intro di archi.

 

Honorable mentions 

The Zen Circus “L’ultima casa accogliente” Non è entrato nella top 5 solo perché è uscito a fine anno.

Duncan Laurence “Small town boy” Perché non si disdegnano mai delle ballad come si deve.

Voina “Ipergigante” Perché per far uscire un album simile a San Valentino ci vuole fegato.

Movements “No Good Left To Give” Rabbia, lacrime e chitarroni.

 

Francesca Di Salvatore

Bring Me the Horizon “POST HUMAN: SURVIVAL HORROR” (Sony, 2020)

Ci ricorderemo la lezione?

 

C’è una cosa che da tempo ormai viene recriminata ai Bring Me The Horizon: di non essere “più gli stessi”, di non essere più quelli che cantavano Chelsea Smile, ormai dodici primavere fa. E si sa che il fan duro e puro difficilmente perdona, tanto che a questa simpatica categoria antropologica era anche stato dedicato il brano Heavy Metal, contenuto nello scorso album e che era stato la miccia che aveva fatto dilagare ulteriormente la polemica. 

Però, con POST HUMAN: SURVIVAL HORROR, anche il fan duro e puro ritrova le sue vecchie certezze e le ritrova fin dal principio. La prima traccia, Dear Diary, ricorda molto i primi lavori della band, ma non si tratta certo di una regressione fine a se stessa o del ripudio del cambiamento che stavano attraversando. Questo album, infatti, è un ottimo frutto del suo tempo. Non a caso, lo stesso cantante Oli Sykes aveva già ammesso in un’intervista che sarebbero ritornati alle origini perché nel fortunatissimo anno domini 2020 avevano di nuovo qualcosa per cui essere arrabbiati e un sound più crudo e violento non può che esserne la naturale conseguenza.

Però la ricerca e la sperimentazione fatte in questi anni non sono state completamente dimenticate e lo si sente soprattutto nelle collaborazioni. Abbiamo l’intro quasi angosciante di Parasite Eve, eseguito in bulgaro da un coro femminile, in grado di dare un’idea di cerimonia solenne e contemporaneamente di qualcosa di incomprensibile in arrivo. 

Anche il featuring con Amy Lee degli Evanescence in One Day the Only Butterflies Left Will Be in Your Chest as You March Towards Your Death è un esperimento riuscito alla grande. In quella che sembra a tutti gli effetti una ballad — e mai avrei pensato di accostare la parola ballad ai Bring Me The Horizon — le voci di questi due cantanti che hanno segnato un’intera generazione di adolescenti si sposano alla grande e danno vita a una canzone struggente quanto basta per concludere un album decisamente arrabbiato con una nota di malinconia. 

In nove canzoni, i Bring Me The Horizon hanno infatti raccontato uno scenario post-apocalittico (o post-umano se preferite), dove la tecnologia fa da padrona e sembra impossibile qualsiasi contatto umano autentico. La sensazione generale che si insinua più facilmente è quella di essere di fronte ad un’imminente fine del mondo, ma con abbastanza rabbia in corpo per provare a reagire. 

Resta comunque molto facile scorgerci sotto elementi di attualità. Si sprecano i riferimenti e i richiami alla pandemia e anche se spesso e volentieri le canzoni sono state scritte prima della diffusione del virus — il primo singolo Ludens è uscito quasi un anno fa — il collegamento che si fa ascoltando questi pezzi è ormai immediato. Da titoli come Itch for the Cure (When Will We Be Free?) fino ad intere strofe in altri pezzi, l’album è in grado di riassumere quello che bene o male tutti abbiamo vissuto e stiamo vivendo, anche se probabilmente l’intenzione in partenza non era questa. 

Una su tutte, parte del ritornello di Parasite Eve, suona abbastanza profetica: “When we forget the infection/Will we remember the lesson?”

Quando avremo dimenticato la malattia, ci ricorderemo la lezione?

Ai posteri l’ardua sentenza, avrebbe detto qualcuno…

 

Bring Me The Horizon

POST HUMAN: SURVIVAL HORROR

Sony

 

Francesca Di Salvatore

Bring Me The Horizon @ Bologna_Sonic_Park

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• Bring Me The Horizon •

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+
Enter Shikari
Tigress

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Bologna Sonic Park (Bologna) // 19 Luglio 2019

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Foto: Luca Ortolani

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Enter Shikari

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Tigress

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Bring Me The Horizon “Amo” (RCA Records, 2019)

Quando pensiamo ai Bring Me The Horizon la prima cosa che viene in mente è un camaleonte. Si tratta di una band in grado di stupire e di cambiare per stare al passo con i tempi e non soccombere in un mondo, come quello della musica, in continua evoluzione.

La band dei cinque di Sheffield, formatasi nel 2004, ha iniziato la propria carriera influenzata dalle tendenze grindcore ed emo tipiche del periodo, successivamente sono passati al nu metal per poi approdare, con gli ultimi album, ad un alternative rock e ad un metal influenzato dal pop.

Ma nel 2019 hanno deciso di stupire tutti. Il 25 gennaio è uscito Amo il loro sesto album, un lavoro di difficile catalogazione perché al suo interno troviamo generi completamente diversi.

Nei suoi testi la band continua a trattare le tematiche che le stanno più a cuore come l’isolamento, la depressione e il nichilismo: tutte problematiche che caratterizzano la società moderna ma lo fa in un modo completamente nuovo.

Ascoltando le tredici tracce che compongono Amo ci ritroviamo quasi spiazzati dai continui cambi di genere.

Il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album è stato Mantra, una delle canzoni più hard rock del disco.

Mantra è una parola, o una frase, che secondo le filosofie orientali è in grado di migliorare la condizione dell’uomo, ma la canzone in realtà è una riflessione sull’amore e sulla religione, sul darsi completamente e sul fidarsi incondizionatamente di qualcuno.

La traccia seguente Nihilist Blues non ha nulla a che fare con il rock: è un pezzo puramente elettronico che però strizza l’occhio alla dance anni ’90.

Ma i Bring Me The Horizon non si sono fermati qui. Abbiamo il nu metal di Wonderful Life, l’alternative rock con un pizzico di blues di In The Dark, le influenze tecno di Ouch, qualcosa di punk in Sugar Honey Ice & Tea. In un album così sperimentale non poteva mancare una traccia influenzata dal genere più in voga in questo momento: la trap. Ebbene si i BMTH si sono lanciati anche in questo filone con Why You Gotta Kick Me When I’m Down? e il risultato è sorprendente. Rap, trap e rock si fondono in questa canzone che è una critica a tutti quelli che desiderano solo il peggio per gli altri.

Nella canzone Heavy Metal, a cui ha preso parte anche il beatboxer Rahzel, i Bring Me The Horizon rispondono in anticipo alle critiche che colpiranno l’album proprio a causa del loro cambio di genere: ma questo a loro non importa.

Ascoltando questo album ci saranno sicuramente due scuole di pensiero: da una parte ci saranno i difensori dei BMTH che sosterranno che con Amo hanno raggiunto una maturità artistica che permette loro di spaziare da un genere all’altro. Dall’altra parte della barricata invece troveremo gli haters che li accuseranno di essersi venduti per cavalcare la moda del momento.

Ma non basta avere dei bei vestiti per essere alla moda… bisogna anche saperli portare e ascoltando Amo ci siamo resi conto che i BMTH sono riusciti a sentirsi a loro agio con tutti i generi e gli stili con cui hanno deciso di sperimentare.

 

Bring Me The Horizon

Amo

RCA Records, 2019

 

Laura Losi