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Tag: cris pinzauti

VEZ5_2022: Alma Marlia

A dicembre scorso, mentre pubblicavamo per il secondo anno di fila le personali top 5 della redazione e degli amici di VEZ, ci eravamo augurati come buon proposito per l’anno nuovo di tornare il prima possibile e in modo più normale possibile ad ascoltare la musica nel suo habitat naturale: sotto palco.
Nel 2022 tutto sommato possiamo dire di esserci riusciti, tra palazzetti di nuovo pieni e festival estivi senza né sedie né distanziamenti. Però ormai ci siamo affezionati a questo format-resoconto per tirare le somme, quindi ecco anche quest’anno le VEZ5 per i dischi del 2022.

 

Benjamin Clementine And I Have Been

Un pianoforte per negare le proprie radici, una voce per ricordare le proprie origini. Vivere una relazione di amore-odio con noi stessi, perché ciò che siamo diventati porterà sempre le tracce di ciò che siamo stati. Trasformare questa sensazione in arte, farne musica è un destino inevitabile.

Traccia da non perdere: Genesis

 

Auge In Purgatorio

Il rock italiano esiste e può essere spietato. Nove brani per parlare di profondità dell’anima, una musica che non rimargina, ma apre ferite. Una chitarra elettrica che taglia le pieghe della pelle, un basso potente che scava in profondità e una voce che ha il coraggio di guardare dentro l’abisso e da gemito di dolore si trasforma in grido di liberazione.

Traccia da non perdere: Tu Sei Me

 

The White Buffalo Year of the Dark Horse

Come il cavallo del titolo, il progetto si muove libero sfuggendo a interpretazioni e definizioni muovendosi tra stili e atmosfere diverse, per soffermarsi, poi, su note intime e paesaggi musicali dolci e familiari. Un piccolo necessario stato di grazia.

Traccia da non perdere: C’mon Come Up Come Out

 

Fantastic Negrito White Jesus Black Problems

Il quarto disco in studio per Xavier Amin Dphrepaulezz con il soprannome Fantastic Negrito dove il rock contemporaneo lascia prevalere le tradizioni ritmiche della black music unita a quel q.b. di psichedelia per parlare di razzismo, disuguaglianza sociale, violenza, ma anche amori struggenti viaggiando tra passato e presente come una macchina del tempo. 

Traccia da non perdere: You Better Have a Gun

 

Florence + the Machine Dance Fever

Dal passato arrivano i demoni esistenziali che prima non si riuscivano a capire, e che ora, invece, vengono affrontati con maggiore maturità e consapevolezza. L’esperienza della pandemia fatta di ansie e aspettative diventano testi che oscillano tra l’introspezione e l’audacia per esorcizzare fantasmi e paura a ritmi di ballate oppure sfumature pop più moderne e synth brillanti. Il tutto abbracciato dall’accattivante voce di Florence Welch.

Traccia da non perdere: Anti-Hero 

 

Honorable mentions 

Cris Pinzauti Moonatica – Musica per raccontare l’essere umano nella sua fragilità di vittima e carnefice, destinato alla follia per rimanere se stesso. 

Pixies Doggerel Un basso pulito e sonorità eleganti per una band che onora la propria storia musicale senza rimanerne intrappolati.

Ivan Francecsco Ballerini Racconti di Mare. La via delle spezie. – Essere cantautori è un mestiere difficile oggi, ma, come i navigatori di un tempo, l’artista affronta i pericoli e le meraviglie dei mari misteriosi della musica.

Harry Styles Harry’s House – L’accattivante voce di Harry Styles si muove tra melodie piacevoli e in apparenza leggere, per svelare momenti di intimità, la malinconia, ma anche la gioia di vivere ogni momento. 

Ariete Specchio Ariete è forza delicata, un simbolo di opposti dove la giovane età abbraccia la profondità di un animo più maturo di molti artisti della vecchia guardia. 

 

Alma Marlia

Cris Pinzauti “Moonatica” (self, 2022)

Sotto l’abbraccio etereo di una luna pallida e striature nere e blu, c’è un corpo di donna che galleggia divisa tra cielo e terra, un corpo senza peso, i capelli lunghi trasformati in piante acquatiche. Si tratta solo di un’immagine, eppure ne senti l’acqua fredda che l’accarezza, la voglia di toccarla si fonde al timore di svegliarla dal suo sonno infinito, dal suo essere archetipo di un’umanità dolcemente folle e fatalmente spezzata. Lei è l’Ofelia dell’artista livornese Enrico Guerrini che si staglia sulla copertina di Moonatica il nuovo progetto di Cris Pinzauti, classe 1971, cantautore del panorama underground pop rock fiorentino. Dopo il debutto da solista con Black del 2015, Pinzauti esce ora con il suo secondo lavoro totalmente indipendente da ogni definizione e ogni etichetta per potersi esprimere liberamente, senza sottostare ad alcuna dinamica che non sia quella essenziale della musica.  

Anticipato dai singoli Parafulmine e Non Andar Via, Moonatica evoca nel titolo la pazzia e la volubilità che nel passato erano visti come frutto degli influssi lunari, giocando con l’italiano e l’inglese, lingua d’adozione musicale, per un effetto accattivante. Così come nel titolo, il progetto si compone degli stessi brani cantati nelle due lingue per diventare un viaggio di nove tracce speculari per parlarci di un’umanità spesso difettosa e fragile. Parafulmine è il tormento di chi ha vissuto una storia di amore come un rifugio sicuro contro le tempeste della vita, illudendosi di potersi creare una difesa dove rimanere per sempre. Pinzauti canta con un timbro alto e pulito, l’attacco della canzone è come un grido dell’anima che si confessa a suono di una chitarra elettrica graffiante, mentre il basso avvolge l’ascoltatore in un sottofondo cupo, di battiti, forse passi, oppure entrambe le cose. Il cuore è in gola, oppure se ne va chissà dove, forse verso la versione inglese Ghost che risponde allo spaesamento di chi ha visto il suo parafulmine sparire diventando graffio come la musica e dicendo, senza troppi complimenti, che quando si smette di amare, davanti vediamo solo un fantasma. 

Pinzauti non giudica l’umanità, bensì la osserva per come essa è: chiusa nelle sue paure, cristallizzata dentro labirinti creati dalla mente per intrappolarci in gabbie di paranoici mostri. Una struttura ritmica forte accoglie l’intreccio delle corde sapienti di Giuseppe Scarpato con il kick potente della batteria di Marco Confetti di Non Andar Via/Don’t Walk Away, una voce senza incertezze parla di amori malati e violenti attraverso gli occhi del carnefice, il ritmo martella ogni sbarra di quella ossessione arrabbiata dove la vittima è attirata e sedotta con false promesse. La musica accarezza e insieme colpisce come schiaffi su un volto, le parole vanno oltre l’emozione, arrivano alla mente, e ti chiedi se la vittima è solo una donna abusata nel corpo e nell’anima, oppure se c’è qualcosa di più, forse un mondo che offre ogni giorno seducenti speranze, mentre per ogni delusione si apre lo squarcio profondo in una fiducia bambina dove qualcosa muore per lasciare posto a un estraneo che non sei più tu. Sta a noi decidere se credere a quelle promesse o ribellarci come novelle Ofelie, uomini o donne indistintamente, rischiando anche di essere spezzati pur di non piegarsi. 

Presi da queste emozioni, trovare un luogo sicuro dove vivere una quotidianità felice diventa un imperativo, ma la strada è un vicolo cieco, perché l’uomo è un animale con un destino di dipendenze. Strega/Witch è un incontro di chitarre che circondano le voci di Cris Pinzauti con Eleonora Comemipare che si rincorrono tra parole e vocalizzi di un rapporto da cui puoi solo uscirne spezzato. La variazione ritmica dal pop al rock riproduce i contrasti dell’anima, fino a che la melodia della chitarra acustica svela a sorpresa l’intimità di un animo messo a nudo che parla per essere compreso, dal pubblico, ma forse, soprattutto, dal suo gänger.  Pinzauti ci offre una nuova definizione di uomo più vicina all’idea di pluralità di modi di agire, di pensare, di “funzionare”, o più semplicemente di essere. Il musicista unisce la sua voce a quella più bassa e decisa del fratello Marzio Pinzauti in Normalità/Come Back To Me, dove la diversità dei timbri diventa un interrogativo aperto a chi vuole rispondere: se le differenze sono inevitabili e fanno parte dell’essere umano perché ci ostiniamo a inseguire il mito della normalità quando alla fine la realtà è fatta solo di contrasti, disarmonie, di “Catrame che cade sulle fragole”? 

Moonatica è un progetto a volte scomodo, anche se non vuole mettere alle corde nessuno tranne il nostro coraggio nell’affrontare chi siamo quando veniamo messi alla prova con la realtà. Non usa uno sguardo compassionevole perché non vuole commiserare, né altero perché non guarda dalla distanza di uno scranno. Vuole semplicemente descrivere senza avvalersi di contorti synth od inutili distorsioni per parlare con suoni schietti, melodie strutturate da strumenti chiari e puliti che possano arrivare a chi le ascolta così come lo fanno le parole. Parole pronunciate da una voce ben modulata che canta l’uomo come esso è, né angelo né demonio. Solo un essere umano, con ombre e luci. Come tutti. 

 

Cris Pinzauti

Moonatica

self

 

Alma Marlia

Cris Pinzauti @ Hard Rock Cafè Firenze

Quando il Gambrinus chiuse, per la città di Firenze fu un colpo dritto al cuore. Cinema e caffè del centro storico, il Gambrinus era rimasto nella memoria cittadina per alcuni film-cult di Francesco Nuti girati nel seminterrato dove si trovava la sala biliardo. A causa dell’abbandono crescente, sembrava destinato a rimanere un vuoto simulacro della cultura fiorentina, fino a che, poco più di dieci anni fa, diventò parte della catena Hard Rock Cafè. Trasformato in una sala per promuovere concerti live per un pubblico locale e internazionale, la sua programmazione dà sempre nuovi stimoli a un fermento culturale underground che ora come non mai ha voglia di esistere, come la presentazione in anteprima di Moonatica, ultimo progetto di Cris Pinzauti, musicista fiorentino classe ’71 che si muove nelle correnti indipendenti del pop e del rock. 

L’Hard Rock Cafè ci accoglie in una struttura completamente rivoluzionata, unita a particolari interni originali, che fondono il ricordo di un passato alla voglia di guardare verso il futuro. Tra sorrisi e sguardi incuriositi, Cris Pinzauti sale sul palco accompagnato dalla sola chitarra acustica e suona Hellbound Train, tratto dall’album Black del 2015.  Una canzone che parla di un amore finito dove il fuoco vivo fino al giorno prima lascia il posto a una disarmante estraneità. Sulle ultime note del brano, a lui si uniscono i musicisti dell’underground fiorentino che hanno collaborato al nuovo progetto: Matteo Montuschi e Giuseppe Scarpato alla chitarra elettrica, Marzio Pinzauti al basso, Dado Pecchioli alla batteria, Federico Sagona alle tastiere, Eleonora Garella ai cori. Il live prende vita in una trama pop e rock dove si alternano brani del nuovo album a vecchi successi e omaggi ad artisti nazionali e internazionali che hanno segnato la formazione di Pinzauti. La sua interpretazione di Shock the Monkey di Peter Gabriel scalda la platea e non fa provare nostalgia dell’originale. 

Il pubblico ancora non conosce Non Andar Via, Giuda, Normalità, Parafulmine, Strega e tutte le altre canzoni del nuovo album, eppure diventa parte pulsante di canti e ritornelli come se le avesse sentite da sempre, perché Moonatica racconta di noi, di ogni essere umano catturato nelle sue fragilità, sbagli ed ossessioni liberando grintosi riff di chitarra elettrica, passaggi vocali graffianti, potenti fraseggi del basso. L’esecuzione è impeccabile, ma è la complicità che c’è sul palco a riempire la sala di una potenza inaspettata. Anche se Cris Pinzauti è la voce leader, sono tanti i momenti corali dove gli artisti abbandonano ogni individualismo per far parte di un progetto unico che si chiama musica, quella che non chiede permesso per entrarti nella pelle, negli occhi e nel cuore e abbattere ogni muro per dare vita al dialogo.

La serata finisce e i musicisti si concedono a un pubblico emozionato. Sul palco vuoto, gli strumenti sanno ancora dell’energia che c’era solo qualche minuto prima. Dentro di te, ringrazi chi ancora crede nella musica originale e la fa, la propone, la ospita, la promuove. Chi va in direzione ostinata e contraria perché il vento cambi e torni a favore dell’arte. Chi fa di tutto perché quel messaggio esca da quelle stanze, oltrepassi quelle porte, per diffondersi tra le strade bagnate dalla pioggia di una città che dorme e sogna un futuro migliore distante solo una nota. 

 

Alma Marlia

Foto di copertina: Sabrina Vivoli