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Tag: endrigo

Endrigo “Anni Verdi”

Tre amici e la passione per la musica che dalla cantina di casa li ha portati a suonare per le feste di paese fino ad arrivare su palchi importanti. 

Si sono meritati il loro spazio nelle band alt rock italiane grazie alla malinconia che solo la voce delicata e grintosa di Gabriele Tura sa esprimere, al talento con chitarra, basso e tastiere di Matteo Tura e l’energia di Ludovico Gandellini alla batteria.

Il nuovo disco è anticipato dai singoli Infernino (affiancati dai Bologna Violenta), Smettere di Fumare e l’ultimo uscito Anni Verdi. 

Nonostante il titolo possa far pensare ad una rievocazione del passato, un racconto di una gioventù tra palchi, banconi del bar e casini, non è così. Come spiega Gabriele, questo pezzo è ambientato ai giorni nostri, nel presente. Rappresenta la vita passata un po’ allo sbando, tra concerti, interviste, birre. Sicuramente affascinante, ma col rischio di rimanere incastrati nell’adolescenza e di dover combatte per diventare adulti, per dimostrare a tutti di esser cresciuti, migliorati.

E puntualmente si ricade negli anni verdi, nelle sbronze e nelle cazzate.

Una nostalgica ballata alternative rock che esplode in un’accorata promessa.

È un lungo sabato sera, coi post sbronza, stanze di alberghi, gli imprevisti, le fan, le emozioni che solo il palco può regalare. Un trucchetto per sfuggire alla routine della vita “da grande”. Il lavoro, la famiglia, i rapporti imposti, le responsabilità vengono messi da parte, e per quella serata (o tour) esiste solo la musica; suonarla e farla vivere. 

Uno scambio di energie in eccesso. Loro esprimono, noi percepiamo, contraccambiamo e restituiamo. Benefici per entrambi le parti e s’abbracciamo. 

 

 

 

Endrigo

Anni Verdi

Garrincha Dischi / Manita Dischi

 

Marta Annesi

Indie Pride Festival 2019

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• Indie Pride Festival 2019 •

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TPO (Bologna) // 26 Ottobre 2019

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Twee

Cara Calma + Endrigo

Romina Falconi

Venerus

Una + Honeybird + Diana Paiva Cruz

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Foto: Giorgia Zamboni

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Grazie a: Indie Pride Festival

 

Se ti interessa, abbiamo anche intervistato gli organizzatori e gli artisti di questa edizione di Indie Pride Festival!

Leggi qui le interviste a:

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Aspettando Indie Pride 2019: Cara Calma + Endrigo

Il 26 Ottobre al TPO di Bologna, Cara Calma e Endrigo condivideranno il palco durante l’ottava edizione dell’Indie Pride Festival. 

I Cara Calma sono Riccardo, Fabiano, Cesare e Gianluca. Vengono da Brescia e iniziano a suonare insieme nel 2017. Da quell’anno ad oggi pubblicano due album: Sulle Punte Per Sembrare Grandi (2018) e Souvenir (2019) entrambi per Cloudhead Records e Phonarchia Dischi. 

Gli Endrigo sono Gabriele, Matteo, Simone e Ludovico. Anche loro quasi-bresciani, si trovano nel 2012. Spara (2013) e Buona Tempesta (2015) sono i loro primi due EP, seguiti dall’album Ossa Rotte, Occhi Rossi (2017) per IndieBox Music. Nel 2018 esce il loro ultimo lavoro GIOVANI LEONI targato Manita Dischi. 

Abbiamo fatto due chiacchiere con entrambi i gruppi per sapere come la loro partecipazione confluisce nelle attività dell’associazione.

 

• Cara Calma •

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Innanzitutto, perché avete deciso di partecipare a quest’evento?

Abbiamo deciso di partecipare all’Indie Pride perché in un momento storico come questo, riteniamo sia fondamentale far sentire la nostra voce su temi così importanti come quelli trattati dall’associazione. Noi sosteniamo in pieno lo spirito e le motivazioni dietro ad Indie Pride, quindi ci è sembrato giusto e doveroso essere presenti.

L’associazione Indie Pride si occupa di combattere omotransfobia, sessismo e bullismo. In che modo secondo voi la musica può aiutare questa causa?

Abbiamo sempre visto la musica come un momento di condivisione, di ritrovo in cui fare casino tutti insieme senza badare alle diversità tra ognuno di noi. È una passione che unisce chi sta su un palco e vuole trasmettere un messaggio a chi invece lo sta ascoltando e recependo, quindi è davvero ciò che di più lontano c’è dai concetti di esclusione e diversità. Che poi “diversità” è una parola un po’ povera. Cosa significa? Siamo diversi rispetto a cosa?

Se doveste scegliere una vostra canzone per riassumere il senso di quest’evento, quale sarebbe e perché?

È una domanda un po’ difficile perché non abbiamo mai trattato direttamente questi temi nelle nostre canzoni, ma se dovessi sceglierne una così, su due piedi, sarebbe Domenica (dal loro primo album Sulle Punte Per Sembrare Grandi). Non è stata scritta con l’intenzione di parlare di bullismo o esclusione, ma il testo potrebbe essere abbastanza riconducibile alla lotta contro queste piaghe sociali. 

 

• Endrigo • 

endrigo

 

Quando avete aderito all’associazione Indie Pride e perché?

Non so dirti il momento preciso. Fra le prime persone che abbiamo conosciuto a Bologna, forse 2 o 3 anni fa, c’erano delle ragazze che seguivano i nostri concerti, con le quali poi siamo diventati amici. Loro facevano già parte dell’associazione e appena abbiamo conosciuto quella realtà ci hanno proposto di supportare la causa. Ci riconosciamo in tutti i valori proposti e quindi abbiamo assecondato la cosa con grande piacere.

Eravate in qualche modo già attivi nella lotta contro omotransfobia, bullismo e/o sessismo?

Le nostre canzoni non parlano quasi mai di temi sociali o politici, non per scelta ma perché quando scriviamo parliamo di cose personali. Però ci sono tre canzoni che toccano questi argomenti, perciò ti rispondo “si”. Anche quando non ne parliamo con la musica, lo facciamo sul palco, dal palco, comunicando tra una canzone e l’altra in modo più schietto. Il palco è per noi un riflettore e un momento importante per veicolare questi messaggi.

Ne Il ritorno dello J**i (dall’album Giovani Leoni) parlate di bullismo. Nel video ufficiale c’è un bambino preso di mira dai bulli che, tornato a casa, trova sfogo nel suonare la chitarra. Pensate che la musica rappresenti più un rifugio personale o un’ancora di salvezza collettiva?

Non c’è bisogno di scegliere, è tutte e due le cose. Lo possiamo vedere in diversi momenti: quando torniamo a casa e sentiamo una canzone di cui abbiamo bisogno, o ad un concerto dove le persone che hai accanto, conosciute o sconosciute, si sentono esattamente come te, dove c’è un senso di collettività. Entrambe le cose sono coesistenti e molto potenti. Si integrano.

 

Cecilia Guerra e Francesca Di Salvatore

Aspettando Indie Pride Festival 2019

Ancora più visibili e rumorosi: questo è il motto dell’Indie Pride Festival 2019 che si svolgerà a Bologna il 25 e 26 ottobre, per la prima volta in due giornate. Anche quest’anno il festival, arrivato alla sua ottava edizione, rappresenta il culmine di una serie di attività proposte dall’associazione Indie Pride per combattere, attraverso la musica, le piaghe dell’omotransfobia, del bullismo e del sessismo.

La giornata del 25 ottobre sarà dedicata a due incontri: il primo, sulla Retorica dell’Esclusione, si terrà presso la Casa delle Associazioni al Baraccano mentre il secondo, Luci e ombre: riflessioni sui live club, avrà luogo nella Biblioteca Italiana delle Donne. 

Il 26 ottobre invece sarà interamente dedicato alla musica. Presentati dall’esuberante duo Sem&Stènn, andranno in scena nello spazio del TPO di Bologna, che già ha ospitato alcune edizioni precedenti, sia esibizioni live e che dj set a cura di Gosso’s Party e Collettiva Elettronika. 

Per noi di VEZ è un onore continuare la media partnership con Indie Pride e saremo presenti con i nostri fotografi ad entrambe le date dell’evento.

Abbiamo fatto qualche domanda ad Antonia Peressoni, ideatrice dell’Indie Pride.

Quando è nato Indie Pride, perché è nato e quante persone ne fanno parte?

Indie Pride nasce nel 2012 come evento singolo in occasione dei preparativi per il Pride nazionale che si teneva a Bologna quell’anno. Nasce dalle esigenze sentite di quel periodo: si parlava molto del ragazzino bullizzato perché portava dei pantaloni rosa e che in seguito si è suicidato; si parlava del DDL Scalfarotto contro l’omotransfobia, che è rimasto accantonato dal 2012. Alla fine del 2015 l’Indie Pride diventa un’associazione con un direttivo composto da 7 ragazze. (Specifica: “ragazze… donne! Perché spaziamo dai 22 ai 41 anni”)

Dalla nascita di Indie Pride ad oggi, com’è cambiata — se è cambiata — la situazione sull’omotransfobia, in termini sociali e istituzionali?

Innanzitutto, da questa estate in Emilia-Romagna c’è una legge regionale contro l’omotransfobia con delle lacune che si spera vengano riempite negli anni. È passata anche la legge Cirinnà che riconosce l’unione civile tra persone dello stesso sesso. A parte questo però, la legge italiana è carente in fatto di prevenzione. Nelle scuole ad esempio non c’è un’educazione ai sentimenti, alla sessualità. C’è sicuramente più consapevolezza nella società, nel mondo della musica, dove si pone più attenzione sul tema. È il mondo politico che è ancora indietro. 

Com’è stato l’ultimo anno di Indie Pride e quali sono i progetti futuri?

Il 2019 è stato fighissimo. L’edizione dello scorso anno prometteva bene in fatto di collaborazioni. Tante di quelle vecchie sono state confermate e quelle nuove si stanno realizzando. Ad esempio, la collaborazione con We reading, con cui portiamo avanti il progetto Anatomia fantastica insieme a La Rappresentante di Lista; la collaborazione con KeepOn (associazione di categoria dei locali e dei festival italiani) grazie a cui abbiamo raccolto delle risposte ad un nostro questionario che mostreremo al talk serale (25 ottobre ore  18:00) dell’Indie Pride; o ancora la collaborazione con diversi festival dove abbiamo portato il talk Il potere della musica e la responsabilità che ne deriva, sia a Bologna che a Otranto ed è un tema che piace a chi ascolta e a chi interviene. Adesso stiamo pensando non più in un’ottica annuale ma triennale. Nel 2021 infatti saranno 10 anni di Indie Pride e speriamo di vedere la legge approvata.

Secondo te, perché gli artisti che hanno aderito a Indie Pride sentono la necessità partecipare a questa manifestazione? Credi che ognuno abbia una sua motivazione personale o che sia più un sentimento comune e condiviso?

Bella domanda. Sicuramente c’è un sentimento condiviso ma ognuno ha le proprie particolarità. Quando abbiamo fatto il talk Il potere della musica e la responsabilità che ne deriva a Otranto con Una, La Rappresentante di Lista, Anyother, Sem&Stènn, l’associazione LeA e Respiro, si parlava di tematiche su cui tutti la pensano allo stesso modo ma avevamo capito che non c’era mai modo di trovarsi insieme. C’è sicuramente una comunità di intenti ma ogni singolo artista ha il proprio vissuto ed è possibile che ci siano scostamenti di idee.

Ma ora vediamo nel dettaglio la line up del live.

Twee

Saranno i Twee, pop band torinese con tre anni di attività alle spalle, ad aprire la giornata di live. Attivissimi per i diritti LGBTQ+, i Twee si sono già esibiti quest’estate durante vari Pride nel Nord Italia, sponsorizzando anche la collezione PRIDE del brand Levi’s. “Fierissimi di farne parte” hanno scritto su Instagram in riferimento all’associazione.

Cara Calma + Endrigo + Benelli

Due band direttamente da Brescia che porteranno la propria energia sul palco dell’Indie Pride Festival. I Cara Calma e gli Endrigo si divideranno la scena e suoneranno insieme, prestando il loro sound rock ad un evento e ad una causa che sta molto a cuore ad entrambi. A loro si uniranno i Benelli, duo bolognese di adozione, che con la loro ironia pungente, anche su temi caldi, si sta facendo strada nella scena indipendente italiana.

Romina Falconi

La cantautrice indipendente Romina Falconi è una presenza stabile nei Pride: Milano, Modena, Padova, Novara e Cagliari. Non poteva non mancare all’Indie. Who is Afraid of Gender? è questo il titolo del brano che Romina realizza nel 2016 con Immanuel Casto. Il messaggio è chiaro: la lotta contro il pregiudizio, il timore e la discriminazione di genere. Il singolo viene scelto come sigla del Gay Village quello stesso anno. La sua battaglia contro l’intolleranza continua anche in Magari Muori, uno dei brani del suo ultimo album Biondologia, dove Romina canta sarcasticamente “Omofobi e bulli, ci hai pensato mai, magari muoiono prima di noi. Violenti e razzisti, il marmo vi dona, chissà forse Taffo da voi viene prima”.

Venerus

Giovane artista, Venerus vive e cresce tra Londra, Roma e Milano, città d’origine. E’ proprio in questo mese (ottobre) che inizia il suo Metamorfosi club tour, durante il quale porterà live i suoi due EP usciti per Asian Fake: Love Anthem (2018) e A Che Punto È La Notte (2019). Venerus è blues, soul, jazz, elettronica, rap e tanto altro ancora. Parola chiave: completa libertà di espressione. 

Una + Honeybird + Diana Paiva Cruz

Una, al secolo Marzia Stano, inizia la sua carriera musicale nella band Jolaurlo e gestisce il collettivo bolognese di artiste Elastico faART, che promuove e sostiene una creatività inclusiva e in ogni sua declinazione. Nel 2013 comincia la sua attività da solista e nei suoi pezzi troviamo tantissimi temi sociali, con grande spazio dedicato alla fluidità sessuale (è parte attiva della comunità Queer), la lotta contro la violenza di genere e l’antirazzismo. Sul palco con lei ci saranno anche la musicista Diana Paiva Cruz e Honeybird. Musicista e compositrice, Honeybird è anche attivista LGBTQ+ e ne parla spesso nelle sue canzoni. Da Out Comes Woman — album del 2015 che parla della sua esperienza di coming out come bisessuale — al suo ultimo lavoro Cyclops Cat, con undici brani a tema “non-binary gender”, il suo obiettivo è quello di trasmettere attraverso la musica la lotta quotidiana della comunità LGBTQ+.

 

Cecilia Guerra e Francesca Di Salvatore