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Tag: españa circo este

España Circo Este “Ushuaia” (Garrincha Dischi, 2022)

Una vera boccata di allegria in un mondo che si prende troppo sul serio

In Lezioni Americane, Italo Calvino sosteneva che la vita andava presa con leggerezza “ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. In questa frase, troviamo così tanti significati che la mente corre alla ricerca di immagini da associare, concetti astratti da paragonare eppure basterebbe ascoltare Ushuaia, il nuovo progetto degli España Circo Este pubblicato da Garrincha Dischi. Il gruppo è formato Marcelo (voce e chitarra), Jimmy (batteria, percussioni, voce), Ponz (basso e voce) e Matteo (fisarmonica e violino) ed è un instancabile quartetto consolidato da un’intensa attività live e in studio. Si definiscono Tango-Punk, anche se le influenze del rock, del folk ma soprattutto del reggae sono molto chiare. 

Ushuaia è un lavoro composto da otto tracce allegre ed accattivanti che ti fanno ballare dalla prima nota all’ultimo accordo di chitarra. Tra ukulele e qualche distorsione, Amico è la voglia di trovare un complice con cui vivere la vita con leggerezza che è solo spianarsi la strada per la felicità, cercare di vedere il bello della vita, riuscire a confinare i problemi in un angolo, non farsi travolgere dalla “paura del futuro”. La voce di Marcelo prende a braccetto le note di ogni brano, gioca con il reggae di La Fine del Mondo Sei Te, per un viaggio che porta verso l’amore e l’arte, dove una canzone con tre semplici parole è tutto ciò che serve per dire quello che si ha dentro al cuore. E se la musica salva dalla timidezza, in La Mia Chitarra Ti Proteggerà, la sei corde da strumento musicale diventa uno scudo di protezione dal turbinio del mondo, ma non della musica perché il quartetto non risparmia ritmo ed energia in ogni nota. 

I testi che compongono i progetti sono semplici, diretti, quasi piccole storie fatte da ragazzi che non hanno voglia di complicare il pane, il sole e soprattutto il prosecco, ma senza per questo essere banali, né superficiali. Hanno solo fatta propria la lezione che la musica potrà non risolvere i problemi, ma può permetterti di ballarci sopra, e affrontarli senza dramma, anche se con la giusta serietà o la calibrata ironia che pervadono i loro brani. E questa lezione loro la trasformano in piena energia sonora che ti trascina con sé, senza chiedere permesso, perché la voglia di vivere non ha bisogno di bussare. 

Il lavoro degli España Circo Este non è un progetto di ampio respiro, è una vera e propria boccata di ossigeno e di allegria in un mondo, quello attuale, che spesso si prende troppo seriamente al limite della follia. Non vuole essere una raccolta di frasi da guru da citare sotto qualche foto ammiccante, è solo ciò che mostra di sé: un disco appassionato e appassionante con un sound ricercato ma talmente fresco che arriva a tutti. Un progetto che esprime un mood intenso e coinvolgente con un solo difetto: non basta mai, vorresti che continuassero a suonare, vorresti che fossero i tuoi pifferai di Hamelin per seguirli ovunque ti portino, basta fare il primo ascolto. 

 

España Circo Este 

Ushuaia

Garrincha Dischi

 

Alma Marlia

Tre Domande a: España Circo Este

Se doveste riassumere la vostra musica in tre parole, quali scegliereste e perché?

Bella domanda! Se dovessimo scegliere tre parole per descrivere la nostra musica sarebbero: Viaggio, Pace, Rivoluzione.
Viaggio non inteso “La nostra musica è un viaggio! La nostra musica ti fa viaggiare!”
No, no, intendo: “Quanto costa il biglietto dell’autobus? Sei mai stato in Marocco? Minchia come spinge il tuo furgone in salita!”.
Raccontare di viaggi parlando di jet lag e contando i timbri sul passaporto è una narrazione che troviamo molto autoreferenziale se non addirittura un po’ finta. Quello che invece ci interessa e che cerchiamo di raccontare è un immaginario che nasce dai particolari: dai rapporti umani, dalle stonature, dagli imprevisti che capitano durante i viaggi. Piuttosto che raccontare di Buenos Aires o Madrid, raccontiamo di come perdersi lungo la strada costiera 106 che collega Taranto a Reggio Calabria o di quanto cazzo di freddo c’era a Bremerhaven. Non sai dov’è? Cercala su Google Maps!
Oggi più che mai scegliamo anche la parola Pace. Come diceva Spinoza: “La pace non è solo assenza di guerra: è una virtù, uno stato d’animo”. La pace è un modo di essere e di porsi. Quando vogliono chiudere i porti, quando si discrimina un profugo in base alla provenienza o al colore della pelle, quando si stringono alleanze con paesi liberticidi non si vuole la pace. Quando, nel quotidiano, ci voltiamo dall’altra parte di fronte ad atteggiamenti razzisti o sessisti, quando ignoriamo chi ci chiede aiuto, quando smettiamo di cercare “qualcosa di più bello” allora smettiamo di cercare la pace. La pace è azione! La pace è lotta quotidiana. La pace va creata e mantenuta, non è una condizione ma un obiettivo, è una missione. Per questo nelle nostre canzoni parliamo di pace.
Poi ovviamente una parola a cui siamo molto legati è Rivoluzione, che è Amore… o forse l’Amore è la Rivoluzione… non ci ricordiamo mai bene la formula.

 

Come vi immaginate il vostro primo concerto live post-pandemia?

Il nostro primo concerto quest’anno sarà una festa pazzesca! Così ce lo immaginiamo. Ci stiamo preparando al nuovo live in maniera famelica, attenta e paziente. Ogni giorno immaginiamo tutto il percorso di quella giornata quando faremo finalmente il nostro primo live: il risveglio la mattina, il carico del furgone, l’autostrada, la colazione in autogrill, l’arrivo, il soundcheck, la cena e la salita sul palco… e poi… e poi un volume altissimo, col primo accordo di chitarra che riuscirà a cancellare questo periodaccio, quest’anno di merda.

 

Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perché?

La canzone che più ci rappresenta oggi è Prosecco, uscita il 25 febbraio 2022, in una fatale concomitanza con l’inizio della assurda e atroce guerra in Ucraina. Prosecco è un inno alla pace, alla fratellanza, alla curiosità verso chi vive altrove, si veste e mangia cose diverse, ma spera e ama proprio come noi.
Prosecco è la voglia di scoprire cosa c’è oltre la quotidianità, oltre la provincia, oltre la routine. L’evasione dalla quotidianità non è solo curiosità, è un atto di libertà e rivoluzione quotidiano, è un atto di amore verso chi è come noi anche se vive a migliaia di kilometri di distanza.

 

Foto in copertina: Andrea Domeniconi