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Tag: francesca garattoni

Yo La Tengo @ Bremen Teater

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• Yo La Tengo •

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Bremen Teater (Copenhagen) // 21 Aprile 2023

 

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I molteplici progetti passati, presenti e futuri di Andrew McMahon

Read this article in English here

Da astro nascente dell’emo rock a stella del pop radiofonico. In questa breve intervista, viaggiamo a ritroso nella carriera, nella vita privata e in quella sociale del cantante dei ritrovati Something Corporate, scoprendo di più del suo album in uscita Tilt At The Wind No More come Andrew McMahon In The Wilderness, e quello che resta del passato… e sì, gli abbiamo chiesto se entrerà in studio con i Something Corporate.

 

Ciao Andrew, è un piacere averti con noi su VEZ Magazine!

Partiamo con il primo elefante nella stanza: hai un nuovo album in uscita come Andrew McMahon In The Wilderness, nel tuo quarantesimo anno d’età. Visto che, fin dai tuoi esordi, hai sempre affrontato temi impegnativi ed attuali come il bullismo e la sofferenza, cosa dobbiamo aspettarci di ancora più maturo dai testi di Tilt At The Wind No More?

“È passato qualche anno dalla mia ultima uscita discografica e ci sono stati un sacco di eventi importanti. Compiere 40 anni, realizzare che ho passato più della metà della mia vita on the road, 15 anni senza cancro, 15 anni sposato, pubblicare un memoir e così via. Ho voluto che questa musica riflettesse quello che ho imparato lungo il percorso e farlo con un occhio rivolto a quello che verrà. C’è molto in Tilt (at the Wind No More, NdR) riguardo all’invecchiare e all’impatto dell’amore e delle relazioni sul mio viaggio.”

 

Ho ascoltato il Tilt At The Wind No More ed è inevitabile pensare a quanto sia immediatamente riconoscibile ed inconfondibile il tuo “tocco”. Come riesci a conservare la tua identità evolvendo comunque i suoni e aggiungendo strumenti?

“Trovare me stesso e la mia voce in nuovi panorami musicali è sempre un processo e onestamente il motivo per cui ancora mi piace fare musica. Voglio sempre cercare di trovare un nuovo modo di presentare le mie idee e le mie canzoni e a capire come farlo con nuovi collaboratori e nuovi strumenti spesso ci si riduce ad andare per tentativi. Quando sento che il suono mi rappresenta o rappresenta l’artista che mi sento di stare diventando, allora lo seguo finché la canzone non è finita.”

 

Vado subito dall’altro elefante: la reunion dei Something Corporate. Oltre alle attesissime performance live del When We Were Young Festival, possiamo anche aspettarci qualche canzone nuova?

“Sono davvero molto eccitato all’idea di riunirmi con la band su un palco così grande. Mi sembra che sia l’occasione giusta per ritrovarci e siamo tutti molto eccitati. Non ci sono programmi riguardo a nuova musica per il momento, ma non l’escludo neanche.”

 

Nei primi 2000 sbocciavano artisti come Something Corporate, New Found Glory, Fenix TX, The Early November e tanti altri, accomunati dallo stesso tetto: la mitica Drive-Thru Records. Sei ancora in contatto con i fondatori Richard e Stephanie Raines?

“Quelli erano tempi incredibili e il legame che c’era con quelle band continua ed è veramente significativo. Ciò detto, è un pezzo che non sono in contatto con la vecchia crew della Drive Thru.”

 

Facciamo un passaggio intermedio, il side project Jack’s Mannequin mi è piaciuto molto sia musicalmente che per la rilevanza sociale a supporto di una causa così delicata come il cancro e l’importanza di un programma di supporto per giovani affetti da leucemia. La fondazione Dear Jack che hai creato a tal proposito è ancora attiva?

“Dear Jack è ancora molto attiva e cresce ogni anno. Lavoriamo con centinaia di pazienti, sopravvissuti e le loro famiglie ogni anno per aiutarli a navigare le loro esperienze col cancro ed è il lavoro più importante a cui ho avuto la fortuna di poter prendere parte.”

 

Abbiamo quasi finito quindi si rende necessario sapere 2 cose: hai ancora quel pianoforte pieno di adesivi iconici? Salti ancora sul piano a piedi nudi?

“Ho ancora quel piano e ho scritto praticamente ogni album con quello da quando ha viaggiato con me la prima volta durante il Warped Tour. Salto ancora sul piano nella maggior parte degli show ma ho iniziato a portare le scarpe.”

 

Grazie mille per il tuo tempo e speriamo a presto!

 

Stefano ‘Cece’ Gardelli
Editing e Traduzione: Francesca Garattoni

The past, present and future projects of Andrew McMahon

Leggi questo articolo in Italiano qui

From being a rising star of emo rock to become a radiophonic pop star. In this short interview, we’re travelling backwards in the career, social and private life of Something Corporate singer, discovering more about his new album Tilt At The Wind No More as Andrew McMahon In The Wilderness and what’s left of the past… and yes, we asked him if he’s going back to the studio with Something Corporate.

 

Hi Andrew, it’s a pleasure to have you on VEZ Magazine!

Let’s start straight away with the first elephant in the room: you have a new album out soon as Andrew McMahon in the Wilderness and you’re just forty. Given that since your beginnings you’ve always dealt with difficult and yet actual themes such as bullying and sufferance, what of even more mature shall we expect from the lyrics of Tilt at the Wind No More?

“It’s been a few years since my last release and in that time there have been a lot of milestones. Turning 40, crossing over into having spent more than half of my life on the road, 15 years cancer free, 15 years married, publishing a memoir and so on. I wanted this music to reflect what I’ve learned along the way and to do so with an eye on what’s to come. There is a lot on Tilt about getting older and about the impact of love and relationships on my journey.”

 

I listened to Tilt at the Wind No More and I couldn’t avoid thinking how immediately recognisable your touch is. How do you manage to preserve your identity although evolving the sounds and adding instruments?

“Finding myself and my voice inside new sonic landscapes is always a process and truthfully why I still enjoy making music. I always want to find a new presentation for my ideas and my songs and figuring out how to do that with new collaborators and fresh instrumentation often comes down to trial and error. Once it feels like me or the artist I feel myself becoming I just chase it down until the song is finished.”

 

I’d like to go to the second elephant in the room: the Something Corporate reunion. Besides the long awaited live performances at Where We Were Young festival, shall we also expect any new song?

“I’m really excited to reunite with the band on such a large stage. It feels like the right place to come back together and we’re all so excited. There are no plans for new music at the moment but I’m not ruling it out either.”

 

In the early 2000, artists such as Something Corporate, New Found Glory, Fenix TX, The Early November and many more blossomed under the same roof: Drive-Thru Records. Are you still in touch with its founders Richard and Stephanie Raines?

“Those were incredible times and the bond we shared with those bands is lasting and really meaningful. That said, it’s been a while since I’ve connected with the old Drive Thru crew.”

 

Let’s go back one step and talk about your side project Jack’s Mannequin: I liked it very much both musically and because of its social relevance, supporting such a delicate cause like cancer and the importance of a dedicated support program for the young with leukaemia. Is the foundation Dear Jack that you created to support this cause still active?

Dear Jack is still very active and growing every year. We work with hundred of patients, survivors and their families each year to help them navigate their cancer experiences and it is some of the most important work I’ve had the good fortune to be a a part of.”

 

We’re almost done, two more things we’d love to know: do you still have that piano fully covered with iconic stickers? Do you still jump on the piano barefoot?

“I still have that piano and have written nearly every record on it since it first traveled with me on the Warped Tour. I do still jump on the piano most shows but I’ve taken to wearing shoes.”

 

Thank you very much for your time!

 

Stefano ‘Cece’ Gardelli
Editing and translation: Francesca Garattoni

Efterklang @ Skt. Lukas Kirke

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• Efterklang & Sønderjysk Pigekor •

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Skt. Lukas Kirke (Aarhus) // 24 Marzo 2023

 

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Father John Misty @ K.B. Hallen

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• Father John Misty •

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K.B. Hallen (Copenhagen) // 2 Marzo 2023

 

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Jesse Malin @ Bronson

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• Jesse Malin •

 

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Bronson (Ravenna) // 24 Febbraio 2023

 

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VEZ5_2022: Francesca Garattoni

A dicembre scorso, mentre pubblicavamo per il secondo anno di fila le personali top 5 della redazione e degli amici di VEZ, ci eravamo augurati come buon proposito per l’anno nuovo di tornare il prima possibile e in modo più normale possibile ad ascoltare la musica nel suo habitat naturale: sotto palco.
Nel 2022 tutto sommato possiamo dire di esserci riusciti, tra palazzetti di nuovo pieni e festival estivi senza né sedie né distanziamenti. Però ormai ci siamo affezionati a questo format-resoconto per tirare le somme, quindi ecco anche quest’anno le VEZ5 per i dischi del 2022.

 

Spoon Lucifer on the Sofa

Uscito a Marzo e in cuor mio già sapevo sarebbe stato il mio disco dell’anno. Così corposo, solido e pieno, non riuscivo a smettere di ascoltarlo perchè ogni volta che premevo play ero rapita in una dimensione parallela, un misto di ricordi, nostalgia e un’eterea sensazione di fresca leggerezza.
Gli Spoon sono tornati ai gloriosi vecchi fasti e hanno dato riprova di essere dei maestri dell’indie rock.

Traccia da non perdere: Astral Jacket

 

Manuel Agnelli Ama il Prossimo Tuo Come Te Stesso

Strano da parte mia inserire un disco italiano nella mia top 5 dell’anno e addirittura in seconda posizione, ma anche quello di Manuel Agnelli è un disco che ho fatto fatica a togliere dallo stereo. Ben costruito, si va da classiche tracce “Agnelliane” con il loro tipico essere sporche e graffianti alla dimensione splendidamente cinematografica di Pam Pum Pam e La Profondità degli Abissi, passando per pezzi grigio nebbia milanese di una bellezza struggente.

Traccia da non perdere: Milano con la Peste

 

Father John Misty Chloë and the Next 20th Century

Sebbene l’ultimo God’s Favorite Customer non avesse entusiasmato e mi avesse fatto pensare che il caro Josh si fosse un po’ prosciugato creativamente, questo Chloë and the Next 20th Century sorprende (e piace) parecchio: le atmosfere anni ’20, l’eco di cristalli tintinnanti, bicchieri da cocktail e il fruscio di abiti di seta sono evocati da un sound inaspettatamente retrò che però funziona, cavolo se funziona! Chloë and the Next 20th Century è un album tenero e piacione, da ascoltare languidamente, da ballare addirittura, con la compostezza e il garbo del secolo scorso.

Traccia da non perdere: Kiss Me (I Loved You)

 

Interpol The Other Side of Make Believe

Quando si parla di Interpol quello che viene in mente è eleganza e stile e The Other Side of Make-Believe è l’ennesima conferma che anche se passano gli anni la sostanza rimane quella. Forse sono di parte, perchè Paul Banks potrebbe anche leggere l’elenco telefonico e lo troverei comunque affascinante, ma questo non toglie che insieme alla chitarra pungente di Daniel Kessler e al pestare preciso di Sam Fogarino, le canzoni assumano il loro sound distintivo che è tipico ma allo stesso tempo lontano anni luce dall’essere stagnante, danno il conforto del conosciuto spingendo però l’ascoltatore verso nuovi orizzonti tutti da esplorare.

Traccia da non perdere: Fables

 

The Afghan Whigs How Do You Burn?

Greg Dulli sa come fare rock, è questa la certezza che viene confermata dal nuovo album de The Afghan Whigs: un rock potente ma composto, che va dritto al punto, cioè al cuore. Ed è un pezzo di cuore quello che c’è in questo How Do You Burn?, a partire dal titolo suggerito dal compianto Mark Lanegan, che da queste tracce ci canta le sue ultime note.

Traccia da non perdere: I’ll Make You See God

 

Honorable mentions 

Arctic Monkeys The Car – Fuori cinquina per un soffio, il nuovo corso di Alex Turner e soci è una piacevolissima (ri)scoperta. Cinematografico e piacione.

Band of Horses Things Are Great – Un po’ come per gli Spoon, anche i Band of Horses ritrovano la strada di casa, e tornano a fare un album degno di nota.

Marlene Kuntz Karma Clima – C’è bisogno di colta bellezza e questo è il disco giusto per soddisfarlo.

Editors EBM – Un disco un po’ strano al primo ascolto, ma che alla lunga prende e si fa ascoltare ancora e ancora.

Pinegrove 11:11 – Il disco sconosciuto\novità dell’anno, ascolto piacevolissimo.

 

Francesca Garattoni

Eagle-Eye Cherry: Back on Track, finally back on a stage

Leggi questo articolo in Italiano qui

To celebrate 25 years of career, the Swedish songwriter Eagle-Eye Cherry returns with a new album, Back on Track, and a new World tour that will also stop in Italy next February. We had the chance to interview him to know a little bit more about the new songs, how he lived the forced stop given by the pandemic and on the legacy of having written Save Tonight.

 

Welcome on VEZ Magazine and thank you for your time.
Lets start talking about your album Back on Track: do you think its possible to find a link (it could be either a word or a feeling) among the tracks of the record?

“When I was working on the album I started revisiting the music I listened to when I was a teenager. Stuff like The Ramones, The Clash and Talking Heads and I think it found it’s way into the music. Not so much the sonically but the feeling I had when I was young and listening to their music… it got me inspired and energised.”

 

When did you start writing the new songs? Before or after the pandemic hit us all?

“I had started writing new songs prior to the pandemic. I wanted to capture the energy of our live shows in the recording so we went straight in into the studio right after finishing my Streets of You tour. We recorded eight songs planning to return and finish the rest album but then Covid came and put everything at full stop.”

 

After almost a career 25 years long, six albums and dozens of songs, has your creative process changed or your approach remained constant over time? And how do your new songs usually come to life? Over the guitar or in some other way?

“When I made my first album I wasn’t sure of who I was musically. So Desireless was the journey where I found out who I am. By the end of the album I knew exactly what I’m about musically. The difference between then and now is that today I don’t question during the writing of a song because I’m totally at home with my sound. Mainly drums, bass, guitar, keyboards and my voice.
Usually songs are written with an acoustic guitar. Either on my own or together with other songwriters.”

 

To compose, to kick-off a new album, in particular Back on Track is it something you feel you have to do, as to satisfy a creative need, or is it a more natural process, for which you don’t necessarily need to feel an urgency?

“There isn’t really a beginning middle or end. Songs are being written throughout so that the next album is up and running when the touring and promotion ends. Although after my third album I did take a long break from the business and thought maybe I wouldn’t continue as an artist. But eventually I missed touring too much and couldn’t stay away… I had to get Back on Track.”

 

Once the songs are recorded, do you like to be involved in the mixing and post production phases?

“Yes, I like to be involved and make sure the album sounds the way I want it. It’s got my name on it so I have to be 100% satisfied.”

 

Following up on this, how different is the current musician Eagle-Eye compared to the one from 1997?

“I’m a little older. I’ve been around the block a few times and don’t feel restless like I did in 1997. Now I know to focus on what is important. I love playing live gigs and that is my reward for all the hard work… writing, recording and promotion. I’m also a father now and that outshines everything else in life.”

 

During your upcoming World tour, who will be with you on stage? Who will take part to your band? What type of show will it be and what should the crowd expect?

“Yes, I’m very excited to get back on the road. It was very hard during the pandemic to not be able to go on tour. I love to travel and be on the move so to not be able to even leave your apartment had me climbing the walls.
So to finally get out in the world, to meet the fans and share the music will be fantastic. I’ll be bringing the band I’ve been working with a few years now. We are a tight unit after having played so many gigs together. We’ll be playing a lot of the songs from the new album. A lot of the new songs are written because I was missing these kind of tunes in our show. Big energy! And of course we’ll be playing several of my songs from earlier albums also.”

 

In the end, a question that might sound a bit weird but I’m going to dare… during your career you wrote a ton of beautiful songs, there are real gems in each and every one of your albums as undeniable proof of your value as a songwriter, so here’s the question: have you ever thought or wished you never wrote Save Tonight, a hit that remarks an age, that surely gave you visibility, success and so much more, but that also ends up to outshine everything else you have done? 

“It’s a good question. I often say that if having a massive hit like Save Tonight is a problem then that is a good problem to have. Save Tonight has taken me around the world and given me everything I dreamed since I was a kid. So, no I don’t wish I never wrote Save Tonight.”

 

Thank you once again for your time and see you in Milano!

 

Alberto Adustini
Editing and translation: Francesca Garattoni

Eagle-Eye Cherry: Back on Track, finalmente si torna sul palco

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Per i 25 anni di carriera torna il cantautore di origini svedesi Eagle-Eye Cherry, e lo fa alla grande con un nuovo disco, Back On Track, ed un nuovo tour mondiale che farà tappa anche in Italia a febbraio. Lo abbiamo intervistato per sapere qualcosa di più sulle nuove canzoni, su questa lunga pausa forzata e sul “peso” di aver scritto Save Tonight.

 

Benvenuto su VEZ Magazine e grazie per la tua disponibilità.
In riferimento al tuo nuovo atteso album, Back on Track, credi sia possibile trovare un trait d’union (sia esso una parola, uno stato d’animo) tra i vari brani del disco?

“Quando stavo lavorando sull’album ho iniziato a rivisitare la musica che ascoltavo quando ero un adolescente. Cose come The Ramones, The Clash e Talking Heads e credo che abbiano trovato la loro strada nella musica (che stavo componendo, NdR). Non tanto la parte sonica, ma la sensazione che avevo quando ero giovane e ascoltavo la loro musica… mi ha ispirato e dato energia.”

 

Quando hai iniziato a scrivere le nuove canzoni? Prima o dopo l’avvento dell’epidemia?

“Avevo iniziato a scrivere le canzoni prima della pandemia. Volevo catturare l’energia dei nostri concerti nella registrazione, così siamo andati diretti in studio subito dopo la fine del mio Streets of You tour. Abbiamo registrato otto canzoni pianificando di tornare e finire il resto dell’album, ma poi è arrivato il Covid e ha fermato tutto.”

 

Dopo quasi 25 anni di carriera, sei dischi e decine di canzoni è cambiato il tuo processo di composizione dei pezzi? O il tuo approccio si è mantenuto costante nel tempo? E normalmente i pezzi nuovi nascono alla chitarra o in altra maniera?

“Quando ho fatto il mio primo album non ero sicuro di chi fossi musicalmente. Quindi Desireless è stato il viaggio in cui ho trovato chi fossi. Arrivato alla fine dell’album sapevo esattamente dove fossi musicalmente. La differenza tra allora e adesso è che al giorno d’oggi non mi metto più in discussione durante la scrittura di una canzone, perchè sono completamente a mio agio con il mio sound. Principalmente batteria, basso, chitarra, tastiere e la mia voce.
Solitamente le canzoni sono scritte su una chitarra acustica. O da solo o insieme ad altri cantautori.”

 

Comporre, imbarcarsi nella stesura di un nuovo album, nella fattispecie in Back On Track è qualcosa che senti di dover fare, come una sorta di urgenza o è più un naturale processo per il quale non devi necessariamente avvertire un’urgenza?

“Non c’è esattamente un inizio, un mezzo o una fine. Le canzoni sono scritte nel mentre così che il prossimo album è già pronto quando il tour e la promozione (del precedente, NdR) finisce. Sebbene, dopo il mio terzo album ho preso una lunga pausa dal lavoro e pensato che magari non avrei continuato come artista. Ma poi mi sono reso conto che mi mancava troppo andare in tour e non potevo starne lontano… sono dovuto “tornare in pista” (gioco di parole intorno a Back on Track nell’intervista in lingua originale, come il titolo del suo album, NdR)”

 

Una volta che le canzoni sono incise ti piace essere coinvolto in quello che avviene in fase di mixing e post produzione?

“Si, mi piace essere coinvolto ed essere sicuro che l’album suoni nel modo che voglio. Ci sarà il mio nome sulla copertina e devo essere soddisfatto al 100%.”

 

In quest’ottica, quanto è differente l’Eagle-Eye musicista del 2022 rispetto a quello del 1997?

“Sono un po’ più vecchio. Sono stato in giro per un pezzo ormai e non mi sento più irrequieto come lo ero nel 1997. Adesso so come concentrarmi sulle cose importanti. Amo suonare dal vivo ed è la mia ricompensa per tutto il duro lavoro… scrivere, registrare e promuovere. Adesso sono anche un padre e questo eclissa tutto il resto nella vita.”

 

Nel tuo prossimo tour mondiale chi ti accompagnerà sul palco? Da chi sarà composta la tua band? E a che tipo di show assisteremo? Cosa dovrà aspettarsi il pubblico?

“Si, sono molto eccitato dal rimettermi in viaggio. È stato molto duro durante la pandemia non poter andare in tour. Amo viaggiare ed essere sempre in movimento e non poter neanche lasciare il mio appartamento mi ha fatto arrampicare sui muri.
Quindi, poter finalmente tornare fuori nel mondo, incontrare i fan e condividere la musica sarà fantastico. Porterò in giro la band con cui ho lavorato negli ultimi anni. Siamo un gruppo molto affiatato dopo aver suonato così tanti concerti insieme. Suoneremo un sacco di canzoni del nuovo album. Molte delle nuove canzoni sono state scritte perchè mi mancavano quei suoni nei nostri show. Tanta energia! E ovviamente suoneremo svariate canzoni anche dai miei album precedenti.”

 

Per finire, una domanda che potrebbe suonare un pò strana, ma correrò questo rischio… dunque lungo la tua carriera hai scritto un sacco di belle canzoni, ogni tuo album contiene diverse autentiche gemme, a testimonianza di quanto tu sia dotato come cantautore, quindi vengo al punto: ti è mai passato per la testa il pensiero “vorrei non aver mai composto Save Tonight”? Una canzone epocale, che ti ha sicuramente dato successo e molto molto altro, ma che inevitabilmente finisce per in qualche modo oscurare il resto…

“È una domanda interessante. Spesso dico che se avere una hit enorme come Save Tonight è un problema, allora è un buon problema da avere. Save Tonight mi ha portato in giro per il mondo e mi ha dato tutto quello che ho ho sempre desiderato da quando ero un ragazzino. Quindi no, non desidero non aver mai scritto Save Tonight.”

 

Grazie ancora e ci vediamo sotto il palco a Milano!

 

Alberto Adustini
Editing e Traduzione: Francesca Garattoni