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Tag: i boschi bruciano

Tre Domande a: I Boschi Bruciano

Come e quando è nato questo progetto?

Spiegare come e quando nascono I Boschi Bruciano è una domanda più difficile di quel che può sembrare. Sostanzialmente questa band è nata tre volte ed è morta due. Noi fratelli Brero abbiamo sempre voluto suonare in un gruppo rock e cantare in italiano. Da ragazzini affascinati dai Ministri e i Fask, dai loro live all Hiroshima di Torino e dal pogo selvaggio decidiamo di provarci. Nel 2016 conosciamo Giulio Morra che diventerà la nostra chitarra solista. Facciamo la prima prova la vigilia di Natale dello stesso anno. Nel 2017 incontriamo Luca Mauro e fondiamo la band ma allora decidiamo di chiamarci Qwercia. Dopo un annetto di concerti nel Nord Italia Luca abbandona il progetto e al suo posto al basso e le tastiere subentra Maurizio Audisio ed è con lui che nel 2018 cambiamo il nome in I Boschi Bruciano. Con questa formazione incidiamo il nostro primo disco Ci Pesava che esce nell’autunno 2019 ma a causa dell’emergenza pandemica del 2020 la maggior parte del nostro tour viene annullato. Scoraggiati dalla situazione Maurizio e Giulio lasciano la band per dedicarsi ai loro studi e nell’estate 2020 decidiamo di continuare da soli in formazione power duo.

 

Ci sono degli artisti in particolare che influenzano il vostro modo di fare musica o a cui vi ispirate?

Ce ne sono tanti, tutti ci hanno ispirato in un modo o nell’altro nella creazione del nostro nuovo album Riserve, ascoltiamo una media di quattro ore di musica al giorno! Ma i nostri maestri negli ultimi tempi sono stati: Nothing But Thieves, Cleopatrick, Death From Above 1979, Japandroids, Two Feet, Reignwolf, Royal Blood e Grandson.

 

Qual è la cosa che amate di più del fare musica?

Forse la cosa che amiamo di più del far musica è il far musica! È un’esperienza completa fatta di tanti aspetti, di gioie e soprattutto di sfide collegate tra loro.
È uno stile di vita, una filosofia, una costante lotta tra te, la tua mente e il mondo.
È incredibile come riesca ad unire la passione per il “nerdismo”, l’isolamento ed il lavoro di introspezione tipico dei momenti in cui si scrivono e registrano canzoni alla condivisione del live e all’avventura di un tour. Suonare ti fa conoscere un numero spropositato di persone, ti fa provare tutta una serie di emozioni di cui nella vita di tutti i giorni difficilmente potresti fare esperienza, ti mette nelle situazioni più assurde, ti fa sorridere, piangere, ti stanca da morire e ti da un motivo per alzarti al mattino.

I Boschi Bruciano e la leggera pesantezza dell’essere

“Scusami, tendo un po’ a divagare, ma davvero non sono abituato a fare interviste”

Si giustifica così, un po’ timidamente, Pietro, cantante e chitarrista de I Boschi Bruciano, al telefono con noi per fare due chiacchiere il giorno dopo l’uscita del primo album, ancora emozionato per tutto quello che era successo nelle ventiquattr’ore precedenti.

Ci Pesava è il vostro album di esordio: come vi sentite a pensarci?

In qualche modo è una sensazione di sollievo. Avevamo la necessità di esprimere attraverso la musica quello che ci è successo negli ultimi anni e credo che il titolo, Ci Pesava, lo dica chiaramente. L’uscita dell’album è un po’ il culmine di un percorso iniziato un anno e mezzo fa, quando abbiamo cambiato nome e formazione, ma sicuramente è anche l’inizio di qualcosa di nuovo e diverso.

La percezione ascoltando l’album è che sia un disco personale: è stato difficile scavare o è stato più un processo naturale?

È stato un processo decisamente naturale. I testi li scriviamo io e mio fratello Vittorio (batterista della band), mentre gli altri si occupano degli arrangiamenti, ma anche quando abbiamo cercato di essere meno introspettivi e più “sociali”, come in Mi Spegnerò, ci siamo resi conto che il filtro soggettivo della band è rimasto, però non è necessariamente una cosa negativa. 

 

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Ci Pesava è un disco formato da tante anime, c’è la disillusione ma anche la rabbia e la voglia di reagire. Ce n’è qualcuna che prevale o è un mix omogeneo?

Abbiamo cercato di realizzare un disco più simile ad un concept album che non ad una raccolta di singoli e questi due sentimenti sono un po’ i due fili conduttori che accompagnano tutti i brani. Abbiamo cercato di trasmettere un’alternanza abbastanza omogenea di disillusione e speranza in tutte le tracce, senza tralasciare un po’ di autoironia, che non fa mai male. 

Scostandoci un attimo dal disco, volevo farvi una domanda sulla playlist che avete realizzato quest’estate, Pezzi che Bruciano: cosa ci si trova dentro e che scopo avete deciso di crearla?

È una playlist che aggiorniamo ogni settimana. Dentro ci sono sia brani di rock band già affermate che altri di gruppi minori e indipendenti. L’abbiamo creata principalmente per due ragioni: una più egoista, nel senso che siamo perennemente attaccati a Spotify e volevamo avere i pezzi che ci piacciono sempre a portata di mano. Poi ci tenevamo a far conoscere ad un pubblico più vasto quelle piccole realtà come noi che magari su internet non riescono a raggiungere la visibilità che meritano. La rete è un grande strumento, ma a volte può essere un po’ annichilente.

Ora che avete pubblicato il disco, avete in programma anche un tour?

Da questo punto di vista, siamo un po’ vecchio stile, quindi suonare live è il nostro obiettivo ultimo. Non posso sbilanciarmi troppo sulle date, ma per ora abbiamo annunciato che apriremo il concerto dei Cara Calma, che consideriamo i nostri fratelli maggiori, al Magazzino Sul Po, a Torino. Poi vedremo, noi vorremmo stare in giro il più a lungo possibile.

 

Francesca Di Salvatore

 

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Foto Credit: Francesca Sara Cauli

I Boschi Bruciano “Ci Pesava” (Bianca Dischi/Artist First, 2019)

Le paure di una generazione urlate al microfono

Ci Pesava: un titolo programmatico per dodici tracce che trasudano energia ed intensità.

Ci sono anima e cuore nel primo lavoro in studio della band alt-rock cuneese I Boschi Bruciano, uscito per Bianca Dischi/Artist First e destinato a seguire il solco già tracciato dai Fast Animals and Slow Kids oppure dai Ministri nella scena rock italiana.

Il perché del titolo ce lo spiega la stessa band su Instagram: tutte le canzoni parlano di cose che, in un modo o nell’altro, a loro pesavano. Da qui nasce l’esigenza di raccontarsi, finendo però, in qualche modo, a raccontare anche un’intera generazione disillusa e spaventata da un futuro sempre più incerto.  

Gli onori di casa fatti li hanno fatti i singoli Odio e Pretese, pubblicati tra il 2018 e il 2019 e che già ci avevano presentato il mood intenso del disco. Tuttavia, Ci Pesava esordisce con Grigio, traccia piuttosto malinconica dove gli strumenti entrano in scena uno alla volta e poi si fondono. Una sola frase viene ripetuta come un mantra e ci interroga: cosa resterà di noi, ora che il passato già sta sbiadendo? 

Si continua poi con altri pezzi dove la perdita di illusioni, le ansie per l’inizio della vita adulta e l’incertezza fanno quasi da padrone e tutte queste sensazioni vengono perfettamente sintetizzate nel ritornello di Mi Spegnerò, che recita “vivere è un po’ come lavorare di domenica”. Non c’è solo pessimismo, ma anche tanta voglia di reagire, come quella che viene urlata verso la fine di Jet Lag oppure in Università, perché in fin dei conti, questo vivere disincantati, non si riesce proprio ad accettarlo del tutto.

Ci Pesava quindi presenta agli ascoltatori due anime contrastanti. Una è governata dalla disillusione, condita con un po’ di rimpianto, ed è lei che serve ad imparare a perdere e smettere di credere alle favole – come la vita adulta ci richiederebbe. L’altra, invece, risulta più decisa e in grado prendere posizione, perché, visto che questa vita non è poi così difficile, tanto vale affrontarla di petto.

Infine, dopo quarantaquattro minuti, I Boschi Bruciano fanno un bilancio delle loro esperienze (ma sono davvero così diverse dalle nostre?) con L’ultimo Istante, canzone meno rock in senso stretto ma sicuramente una degna chiusura per un disco che scava a fondo e mette a nudo. 

Le voci dominano la musica per lasciare un ultimo messaggio.

Affrontare tutto, sempre, fino all’ultimo istante.

 

I Boschi Bruciano

Ci Pesava

Bianca Dischi/Artist First, 2019

 

Francesca Di Salvatore

[Anteprima] I Boschi Bruciano – Ci Pesava

In anteprima esclusiva su VEZ Magazine, ecco a voi Ci Pesava, l’album di debutto de I Boschi Bruciano.

La band alt-rock è pronta a presentare il loro primo album inserendosi perfettamente come una delle realtà più interessanti della scena cantautorale rock italiana, capeggiata da Ministri e Fast Animals and Slow Kids.

 

CI PESAVA

L’ALBUM DI DEBUTTO IN USCITA IL 04 OTTOBRE per BIANCA DISCHI/ARTIST FIRST

 

«La scena rock italiana indipendente sarà pure minoritaria rispetto ai fasti dell’hip hop e del cantautorato indie ma è viva e vegeta. Lo testimoniano band come I Boschi Bruciano» – Billboard

 

 

https://soundcloud.com/bianca-dischi/sets/i-boschi-bruciano-ci-pesera/s-JqDwl


Tracklist: 1. Grigio 2. Pretese 3. Mi Spegnerò 4. Jet Lag 5. Scegliere Un’Indole 6. Interlude 7. Odio 8. Polvere 9. Non Lo So 10. La prossima Volta 11. Università 12. L’ultimo Istante

Ci sono le chitarre, c’è l’energia del punk e la potenza del rock, tutto insieme. Un rock solido, ruvido ma al contempo accessibile. Dodici tracce potenti, di impatto, un suono pieno che ti viene subito addosso.

“Ci Pesava” è così, un concentrato di emozioni che vi farà capire chi sono I Boschi Bruciano. Un disco intenso, carico e diretto che lascia intravedere un live di grande impatto. “Questo disco ce lo portiamo dentro da molto tempo. Sentivamo il bisogno di dare forma concreta alle emozioni e ai frastuoni che uscivano dalle lunghe giornate in sala prove e, in poco più di un anno, abbiamo terminato un mosaico a otto mani che ci porteremo dentro tutta la vita. Questo non è un album semplice e non è stato di certo semplice per noi arrivare a stringerlo tra le mani. Abbiamo dato il massimo ed ora non ci resta che scagliarlo lontano, come un sasso nell’acqua, sperando che rimbalzi.” – I Boschi Bruciano

 

I Boschi Bruciano sono: Pietro Brero – voce e chitarra | Giulio Morra – chitarra | Maurizio Audisio – basso, piano e synth | Vittorio Brero – batteria

 

Credits album:

AUTORI: I Boschi Bruciano

REGISTRATO, MIXATO, PRODOTTO da Paolo Mulas presso V-Studio di Cagliari

MASTERING di Andrea Suriani

CREDITS FOTO: Francesca Sara Cauli

 

La nuova vita del Rock made in Italy

Cinque band che provano come il rock italiano non sia morto, ma si nasconda solo molto bene

 

Nonostante non sia tanto popolare quanto quella indie o rap, la scena rock italiana è tutt’altro che silenziosa. Accanto a gruppi che calcano i palchi da anni come i Fast Animals and Slow Kids – reduci da un tour per promuovere il loro ultimo album Animali Notturni – i Ministri, i Fine Before You Came oppure gli Zen Circus, freschi di festeggiamento dei primi vent’anni di carriera tra la partecipazione all’ultimo festival di Sanremo con L’amore è una dittatura e varie tappe in festival estivi, esiste un mondo di band emergenti e che decisamente meriterebbero più visibilità. Complice anche la playlist su Spotify Pezzi che Bruciano realizzata dai membri de I Boschi Bruciano, che unisce brani di gruppi già affermati a novità più di nicchia, ecco qualche band a cui vale la pena dare un’occhiata. 

 

 

• Elephant Brain •

 

elephantbrain leonardozen

 

Gli Elephant Brain nascono a Perugia nel 2015 e nonostante il nome possa trarre in inganno, scrivono e cantano in italiano. Nello stesso anno pubblicano anche il loro primo EP omonimo, contenente quattro canzoni dalle sonorità graffianti (loro stessi si definiscono nella bio di Instagram “amanti delle chitarre distorte”) e i cui testi spaziano tra cambiamenti, relazioni concluse e qualche rimpianto. L’estate scorsa suonarono in apertura agli Zen Circus ad Umbria che Spacca – festival musicale nella loro Perugia – e contemporaneamente è uscito il singolo Ci Ucciderà, un brano su tutti quei dolori che vale la pena raccontare e che funzionano come benzina per la musica, nonché apripista per il loro primo album, in arrivo quest’anno. 

 

 

• I Botanici •

 

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I Botanici sono un gruppo nato a Benevento nel 2015. Quando suonano dicono di fare “poche chiacchiere e tanto rumore” e nel loro primo album Solstizio si sente eccome: otto brani dai testi essenziali e diretti, con un grande spazio riservato alla parte strumentale, alla musica nuda e cruda, senza però togliere profondità ai loro pezzi, come si percepisce nei due singoli recenti Mattone e Nottata. Quest’ultima in particolare è una canzone che sa di confessione, esprimendo attraverso la musica quella paura di non realizzarsi e rimanere indietro rispetto agli altri – tanto in amore quanto nella carriera – che a volte non ci lascia dormire la notte. Menzione d’obbligo anche al videoclip della canzone, girato in una Napoli vivace e vissuta tra i locali dei vicoli, il lungomare e la metropolitana. Rilasciati rispettivamente a maggio e a giugno, Mattone e Nottata anticipano il loro secondo album in studio che uscirà col titolo di Solstizio per Garrincha Dischi.

 

 

• I Boschi Bruciano •

 

 

iboschibruciano

 

Con I Boschi Bruciano ci spostiamo al nord e più precisamente a Cuneo, dove qualche anno fa iniziano la propria attività sotto il nome di Qwercia. Come Qwercia si fanno conoscere tra pezzi originali e aperture ai live di band già affermate come i Fine Before You Came e i Gazebo Penguins e nel giro di due anni ed un cambio di nome, hanno pubblicato tre singoli: Australia, Odio e Pretese. I temi portanti sono un mix di rabbia, paura e cambiamenti che forse arrivano o forse no, il tutto accompagnato da basi grintose e decisamente in linea coi testi. La band ha recentemente finito di registrare con l’etichetta sarda Bianca Dischi il suo primo album, la cui uscita è prevista ad ottobre.

 

 

• SAAM •

 

saam

 

“Tristi come un siciliano fuorisede al Nord”, così si definiscono i SAAM, giovane trio genovese, emocore sulla carta ma dalle sonorità così particolari da risultare difficili da inquadrare in uno schema preciso. Le cinque canzoni del loro EP d’esordio È facile consumarsi le unghie, uscito l’anno scorso con Pioggia Rossa Dischi, esprimono senza mezze misure una tristezza violenta, gridandola a squarciagola al microfono. Com’è naturale che sia, da lì partono per un anno intero a suonare su diversi palchi del nord Italia, tra cui anche quello della scorsa edizione del Goa Boa – festival genovese da sempre molto attento a promuovere e supportare la scena emergente locale – mentre a marzo aprono, sempre nella loro città, uno dei concerti di addio dei Cabrera, band che tra l’altro ricordano molto nello stile. 

 

 

• Cara Calma •

 

Caracalma valentinacipriani

 

A dispetto del nome, i Cara Calma hanno rabbia e grinta da vendere. Il gruppo nasce a Brescia nel 2016 e già conta due album all’attivo. Il primo, Sulle punte per sembrare grandi, ha tutte le carte in regola per diventare l’inno di una generazione a cui, crescendo, vengono pian piano meno tutte le sicurezze e alterna pezzi dall’animo profondamente rock ad altri più tranquilli – come Buoni Propositi – che esprimono quasi più rassegnazione che rabbia. Anche Souvenir, loro secondo lavoro in studio, continua su questa strada: 10 pezzi energici e a tratti violenti, che non si fanno problemi a gridare in faccia a chi ascolta di ansie, inadeguatezza e relazioni finite non troppo bene, sensazioni con cui tutti siamo familiari. Il disco, che vanta anche collaborazioni con Luca Romagnoli dei Management e Ivo Bucci dei Voina, è stato portato per tutta l’estate in giro per l’Italia, con una delle tappe finali al Filagosto Festival, in apertura ai Ministri.

 

Francesca Di Salvatore

 

 

Photo Credits:

Foto Copertina © Luca Ortolani

Elephant Brain © Leonardo Zen

Cara Calma © Valentina Cipriani