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Tag: lagwagon

The Offspring @ Sherwood Festival

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• The Offspring •

+

Lagwagon

Anti Flag

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SHERWOOD FESTIVAL

Parco Nord Stadio Euganeo (Padova) // 22 Giugno 2022

 

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Foto: Ilenia Arangiaro
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Lagwagon @ Estragon

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• Lagwagon •

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Satanic Surfers

T.F.V.

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Estragon (Bologna) // 14 Novembre 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Va di scena in quel di Bologna un ritorno alle origini del punk rock marcato California, una delle miscele più pure della categoria. Di fronte all’arena emiliana si alternano prima Satanic Surfer e poi i veterani Lagwagon, freschissimi di un nuovo prodigio discografico. 

Ad aprire la kermesse gli italiani T.F.V. che non sfigurano coi loro ritmi incalzanti e precisi, compito non facile vista la proporzione del menù servito in tavola.

Un bel ritorno quello dei surfisti luciferini svedesi, un dolce colpo al cuore rivedere Rodrigo Alfaro sdoppiare la sua presenza scenica tra batteria e voce, sancendo una peculiarità quasi unica del genere, escludendo ovviamente gli SNUFF.

Suoni molto quadrati e prepotenti ma del tutto efficaci, aiutati anche dall’attitudine tendente al “metallo” di una chitarra poderosa e dal bombardamento sempre imprescindibile di un basso preciso e travolgente.

Una giusta alchimia di classici che hanno riportato la memoria laddove le ragnatele avevano trovato domicilio, una sventagliata dell’ultimo album che conferma una presenza attiva del tutto rilevante. Dà manforte non avere perso definitivamente per strada i Satanic Surfer, ci si aspetta ancora qualche cartuccia tutt’altro che scontata dalla loro trentennale carriera. Un arrivederci a presto. FIDUCIA.

Il banner del nuovo album, un’iconografia mistica californiana, un po’ trash, un po’ nostalgica, un po’ irriverente. Un attempato pattinatore demodè che sulle ali della velocità prende l’ennesima rampa della vita a dimostrazione che la giostra ancora non ha motivo di fermarsi. 

Si presenta così il palco dei Lagwagon, si presenta così il nuovo album dei Lagwagon. Di primo acchito potrebbe sembrare un’immagine del tutto priva di senso, invece al caso hanno sempre lasciato ben poco.

Si parte con la nuova Suffering (pronostico azzeccato del sottoscritto), poi giù di classici a pugni stretti in un trick di vecchi cavalli di battaglia: Weak, After You, Falling Apart, Violins. Un assaggio in escalation dei vecchi dischi, da Hoss al meno consacrato Blaze.

Bubble, il singolone di Railer rimette la lancetta dell’orologio al 14 novembre, brano bellissimo, geneticamente Lagwagon in ogni velatura. APPROVATISSIMO.

Joey Cape tentenna e arranca abbastanza con la voce sopratutto nella prima parte dello show. Il peso della fatica dell’ultimo tour, l’incalzare degli anni, insomma una legittima conseguenza di una lunghissima carriera. 

Sento un po’ vociferare intorno a me “è arrivato, è alla fine” e frasi scontate degne del miglior populismo nostrano. 

Qui però giungo indispettito a piedi pari alla conclusione che il fan vero dei Lagwagon non vive di giudizi, ma vive di comprensione, prende il buono e tiene in cassaforte quello, essendo figlio della storia e non della singola battaglia. Ci vuole riflessione quando si ascolta, sempre.

A maggio li vidi allo Slam Dunk di Londra e la prestazione del nostro amato frontman fu ineccepibile. 

Lo spettacolo fluisce bene, da metà anche la lirica trova un giusto assetto, sostenuta potentemente dalle seconde voci poderose della band in toto. 

Sulle ali del tempo slittano Sleep, Coffee and Cigarettes, Mr. Coffee, una splendida Change Despair, Know It All, May 16, Razor Burn. Un apoteosi vera.

Impossibile non fare l’elenco completo, peccato capitale rinunciare anche solo a un brano citato, siamo davanti alla genesi, ai padri co-fondatori di un movimento ancora in salute.

I Lagwagon nonostante l’assenza di un Jesse Buglione al basso che manca tanto agli affezionati, mantiene un ossatura forte, per questo lo show non cala mai d’intensità.

Bologna balla, canta, comunica e si diverte. L’acustica soddisfa, le facce amiche sono tante, un bar aperto forse è  troppo poco ma non è importante, lo spettacolo sta per arrivare al termine e dopo un rientro accademico sul palco i nostri beniamini salutano tutti con Stokage, non prima però di aver rispolverato l’album Double Plaidinum. Joey suona la chitarra di Chris e fa cantare la platea, Alien8 la conoscono tutti, Making Friends è la normale ed immacolata conseguenza.

Lagwagon in salute, soddisfatti e appagati probabilmente dal nuovo album. Non è mai facile mantenersi, sopratutto dopo tanta legna messa in cascina nel corso degli anni. Senza sottolineare l’iniziale ”apnea” vocale, ben supportata da spalle granitiche, direi che ancora ci sarà modo di approfondire questa meravigliosa band, una pezzo di vita di tanti, un marchio di fabbrica lontano dalla via del tramonto. 

Sicuramente non il concerto della vita, ma è un arrivederci sancito dalla soddisfazione. REDIVIVI.

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Vasco Abbondanza 

Foto: Luca Ortolani

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Satanic Surfers

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T.F.V.

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Grazie a Hub Music Factory

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BAY FEST • DAY 1

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BAY FEST
12•13•14 August 2018
Parco Pavese | Beky Bay | Bellaria Igea Marina (RN)

 

DAY 1

Lagwagon

Mad Caddies

The Lillingtons

BeerBongofficial

Forty Winks

Duracel

Why Everyone Left

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]La rassegna ritrova slancio e stimolo rinnovato. La partecipazione sui social dei fans è una pentola che bolle, pronta letteralmente ad esplodere in un delirio di Punk Rock e goliardia. L’entusiasmo si sente, si tocca, anche per chi, di certe band nel corso degli anni ne ha davvero fatto avide scorpacciate.

Il Day 1 parte con il clima degno della migliore estate adriatica.

La California catapultata in Romagna, le vecchie compagnie si ritrovano per l’evento dell’anno, i fegati mettono elmetti e scudi, i ragazzi di “Adottare soluzioni punk per sopravvivere” sono la stella cometa sopra un presepe targato Bay Fest!

Ore 18:30, si parte, fuoco alle polveri.
Molto bene il poker italiano Why Everyone Left giovani e convinti, idee chiare e sorriso spensierato, sognando grandi traguardi tengono bene il palco e la pressione nell’aprire il festival.

I Duracel oramai non si nascondono dietro l’etichetta di giovane promessa, anzi, la compattezza e la solidità nel tenere la scena è davvero arrivata alla maturità piena. Freschi del nuovo disco Supermarket chiudono in grande stile con Branca Day dei Derozer col guest Spazza alla chitarra.

Per i Forty Winks ho avuto diversi vecchi flash, vecchie memorie e vecchie scorribande notturne. Nella mia testa vagano le compilation di PuNK e Rock Sound, riaffiorano sonorità punk, blues, psichedelia, innovazione e strette di mano alle radici della musica. Un bel “sentire” insomma. Dopo anni i ragazzi di Bologna rendono onore e amplificano l’entusiasmo del mio ricordo e non solo.

I Beer Bong catapultano il crocevia italiano al passo coi contenuti esteri. Intensità e dedizione alla metrica più esigente, niente di nuovo per chi aveva già dimostrato di sapere suonare bene 15 anni fa.

Mi defilo per decomprimere fino al momento dei Mad Caddies. Dentro questa alchimia di fenomeni ci vive tutta l’esperienza e la qualità del firmamento new school. Perché mescolare e tenere diversificati svariati stili non è cosa da poco e ci hanno provato in diversi.

In molti, per l’esattezza, senza avere l’impatto, la spinta e la poliedria che i ragazzoni di Santa Barbara tengono saldamente in pugno. Chi si aspetta però uno show devoto alle influenze reggae con conseguente trasporto mistico viene smentito.

La scaletta è un giro sulle reti elastiche: pogo, danza, respiro, sorriso, rabbia, pirati, ska, reggae, birre e occhiali da sole!

Semplicemente Magia.

Chiude il Day1 la leggenda del punk rock californiano.

Targati 1990 i Lagwagon mi emozionano come la prima volta, la montagna russa di intenti e melodie si assorbe tutta, non solo nella smisurata differenza d’altezza che divide Chris (chitarra) e Joey Cape.

Scaletta “quasi ” infallibile con tutto il sound, la storia, la memoria e l’attitudine di un colosso. I Lagwagon tracciano un’altro segno chiaro sul cielo della Romagna e che se ne voglia dire… questi più invecchiano e più fanno innamorare.

 

Testo: Vasco Abbondanza

Foto: Daniele Angeli

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