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Tag: le endrigo

Le Endrigo e la genuinità del cambiamento

Avevamo fatto due chiacchiere con Le Endrigo nel 2019, poco prima dell’Indie Pride Festival.
Due anni dopo la band pubblica l’album Le Endrigo per Garrincha Dischi e ad oggi conta due nuovi singoli, l’ultimo, Uno, Due, è uscito il 1° luglio.

 

L’ultima volta che abbiamo parlato è stato nel 2019 poco prima dell’Indie Pride Festival. Sono passati quasi tre anni e sono successe un sacco di cose. Intanto, come state?

“Alti e bassi come prima, ma per fortuna siamo ancora qui a fare ciò che amiamo.”

 

Nell’occasione dell’Indie Pride Festival avevamo discusso di attivismo contro omotransfobia, bullismo e sessismo. Ci avevate risposto così: “[…] quando non ne parliamo con la musica, lo facciamo sul palco, dal palco, comunicando tra una canzone e l’altra in modo più schietto. Il palco è per noi un riflettore e un momento importante per veicolare questi messaggi.” E non solo dal palco! A marzo dello scorso anno annunciate pubblicamente “Oggi muoiono Gli Endrigo e nascono Le Endrigo”. Qual è stata la spinta verso questo cambiamento? Ci sono state reazioni che non vi sareste aspettati?

“La spinta è nata dopo aver scritto Cose più grandi di te. Finalmente eravamo riusciti a convogliare messaggi a cui tenevamo con una formula che ci piacesse e non ci sembrasse troppo retorica. Sull’onda di questo abbiamo voluto portare ancora più in profondità il concetto, cambiando direttamente il nome alla band. Siamo stati sempre molto convinti una volta deciso di farlo, io personalmente penso che oggi scriverei un manifesto molto diverso, formulato meglio, ma c’era molta genuinità e sincerità e questo ci porta comunque ad esserne fieri. Nessuna reazione imprevista, forse pensavamo sarebbe stato più criticato ma in realtà è stato un piccolo gesto apprezzato dalle persone che volevamo supportare.”

 

Parliamo delle novità di quest’anno! Dopo Un santo, un ricco, un fascio, è uscito il 1° luglio il vostro nuovo singolo Uno, Due, che catapulta l’ascoltatore in una dimensione molto “live” ed elettronica. State sperimentando nuove sonorità?

“In realtà a livello di scrittura stiamo mantenendo più o meno la stessa direzione dell’ultimo album, però in studio stiamo giocando un po’ di più in fase di produzione e quindi sono uscite fuori delle sfumature nuove, cosa che ci rende molto contenti. Sicuramente continueremo in questa direzione, mentre dal vivo per ora tendiamo a tornare all’arrangiamento originale, ma anche qui se in futuro avremo i mezzi saremo molto felici di esplorare con altri strumenti e perché no anche musicisti sul palco.”

 

Questa per voi non è la prima esperienza al Donkey Studio di Medicina (BO). Vi ricordate la prima volta che ci siete entrati? C’è un aneddoto particolare che vi va di raccontarci? 

“La prima volta saremo sicuramente entrati mentre qualcuno che conosciamo stava registrando, ma difficile ricordarsi. Invece ricordiamo bene la prima volta che ci siamo entrati per registrare, due settimane in cui avremo dormito mezz’ora a notte e preso infiniti kg. Una volta rientrati ci sono voluti giorni di sonno per recuperare, mentre i kg sono ancora lì.”

 

Dopo lo stop causato dalla pandemia e dopo la recente esperienza a X-Factor, il vostro approccio alla performance live è cambiato? 

“Abbiamo capito che dobbiamo riscaldare la voce perché siamo invecchiati, per il resto nessun cambiamento clamoroso ma nel nostro piccolo abbiamo provato a diventare più professionali dal punto di vista della preparazione del live. Poi spesso dopo la prima nota va tutto in malora e si torna alla vecchia scuola.”

 

Momento curiosità: come scegliete la scaletta per i concerti? La preparate insieme, di getto o è pensata attentamente?

“Di solito prepariamo una scaletta ipotetica per ogni tour, ad esempio una primaverile e una estiva, giusto per fare in modo che chi torna a vederci non senta gli stessi pezzi. Poi tendiamo a cambiare alcune cose in corsa a seconda della serata, ad esempio se c’è poca gente sotto palco facciamo un pezzo che ci aiuti a fare avvicinare, mentre se va tutto come deve andare ci piace seguire lo snodo che ci siamo prefissati, che appunto è pensato con un criterio di crescendo e calando per poi ricrescere. Questa estate stiamo aggiungendo una cover acustica spesso diversa e mezza improvvisata al momento in caso ci chiedano i bis, oppure se la serata è particolarmente bella finiamo il concerto in mezzo alla gente con la chitarra acustica senza microfoni. In più spesso chiamiamo amici e amiche musicist* delle varie città dove suoniamo per fare qualcosa assieme sul palco. Sono tutte piccole cose per mantenere innanzitutto noi sempre carichi, e in più regalare un po’ di varietà a chi si fa magari più date nello stesso tour, magari pure giorni consecutivi.”

 

Per chiudere, progetti futuri e prossimi live?

“Per i live trovate tutto sul nostro Instagram, per quanto riguarda il futuro abbiamo il solito punto di domanda gigante con una serie di possibili risposte che non vediamo l’ora di darci e darvi.”

 

Cecilia Guerra

Le Endrigo @ Covo Club

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• Le Endrigo •

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Covo Club (Bologna) // 24 Aprile 2022

 

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Le Endrigo “Le Endrigo” (Garrincha Dischi, 2021)

Manifesto post punk per disagiati

 

25 marzo 2021
“Oggi muoiono Gli Endrigo.
Oggi nascono Le Endrigo.
Perché?
In un mondo in cui un articolo determinativo fa ancora la differenza e comporta privilegi, noi scegliamo di liberarcene e unirci al coro e alle battaglie di chi li vuole sradicare.”

Questo l’annuncio ufficiale che hanno lanciato Le Endrigo ad un mese dall’uscita del nuovo disco Le Endrigo, anticipato dai singoli Infernino, Smettere di fumare, e la dolcissima e malinconica Anni Verdi.

Le “sorelline” Tura (Gabriele voce, Matteo chitarra, basso e tastiere) e la loro amichetta Ludo (Ludovico Gandellini alla batteria) sono la risposta umana sensata a er Faina: sono i Guerrieri dei nostri tempi, cavalieri senza mantello né destriero, pronti a difendere il più debole con una sola arma: la musica. E cercano di abbattere gli stereotipi sulla musica stessa, abbracciando davvero l’idea punk: la protesta. 

Disapprovano una società prevalentemente maschilista, omofoba, razzista, e non hanno paura a dire ciò che pensano.

La lotta contro l’omofobia e la mascolinità tossica è espressa al meglio in due brani. 

Il primo, Cose più grandi di te, con uno stile Verdena, un basso favoloso, frasi tipo “Piangere è da gay” è un attacco aperto alla mascolinità tossica, che ripudia ogni sentimentalismo, e punta ad una società dove “i ragazzi fanno i ragazzi”, dove ognuno ha il suo ruolo prestabilito.

L’altro brano è Stare Soli, una ballata sfrontatamente ritmica, e con la frase “La mia debolezza è uno stile di combattimento” distrugge l’idea dell’uomo “che non deve chiedere mai”, del prototipo maschile duro e privo di emozioni.

Manifestano la loro volontà di esprimersi. Il fatto è questo. Quando avevamo quindici anni eravamo convinti che essere ribelli significasse urlare e spaccare cose. Arrivati ai trenta ci siamo (quasi) stancati di urlare, e abbiamo solo voglia di dire quello che pensiamo, nei modi che riteniamo più giusti. 

Le Endrigo si prendono la libertà di essere sé stessi, senza la pesantezza di sentirsi incasellati dentro ad un genere musicale in cui ci si aspettano sempre lavori molto heavy, pesanti e punk. 

L’eterea malinconia nella voce di Gabriele (già nota nel singolo Anni Verdi, Infernino) è alternata a pezzi vecchio stile, sia nei titoli (Standard rock per chi ci ascoltava prima…; Il cazzo enorme di chi suona) che nelle sonorità. Un lunghissimo errore, sesto brano dell’album, è energia allo stato puro. Qui ci odiano tutti e a casa non apro a nessuno… Un pezzo che ti fa venire voglia di pogare. (per ora, col divano…).

La vera chicca dell’album è la prima canzone, Io non sono capace. Più che una canzone è un’ammissione di colpa. Il manifesto di una generazione disagiata, con evidenti problemi relazionali. Ci ritroviamo a festeggiare trent’anni senza capire come cazzo ci siamo arrivati. Quelli che sentono di non essere adatti alla vita e che soprattutto non si riconoscono negli obiettivi che ci prefissa la società. Quelli che hanno tanti amici, e nonostante tutto la solitudine li accompagna sempre.

Questo album rappresenta l’evoluzione non solo musicale di questi baldi giovani, ma anche quella spirituale, cercando di staccarsi da quello che la società vuole imporci come standard di comportamento. 

Le Endrigo sono disagio, urla, poesia, emozioni, cuore.

 

Le Endrigo

Le Endrigo

Garrincha Dischi / Manita Dischi

 

Marta Annesi