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Tag: mått mūn

Mått Mūn “Lux” (Beautiful Losers, 2022)

Note di stelle e beat infiniti attraverso il cosmo musicale di Mått Mūn

Mått Mūn, pseudonimo del padovano Mattia Menegazzo, è un musicista che ha sviluppato il suo percorso come cantante e chitarrista in vari gruppi rock del panorama musicale underground nostrano. L’incontro con Andrea Liuzza che lo porta ad avventurarsi nella carriera solista con il progetto Cosmography del 2019 dove emergono la sua passione per l’astronomia e l’amore della new-wave e la musica cyberpunk anni ’80, con un forte richiamo a gruppi come i Depeche Mode. Con il nuovo progetto Lux, l’artista conferma il suo sguardo rivolto verso una frontiera che trascende la quotidianità, ma non per questo la ignora. Il viaggio ora è verso la luce, vista oppure solo desiderata, in atmosfere spaziali dove i pensieri fluttuano senza peso. 

Il progetto è composto da dieci tracce, tra loro distinte, ma unite dalla sensazione di trovarsi in un flusso cosmico, dove musica e parole si fondono grazie a beat sintetici per diventare un’unica esperienza sonora, senza tradire, però, la voglia di lanciare messaggi verso la Terra. Divine apre l’album con i suoi tratti distintivi di sonorità decise ed elettroniche dove la voce di Mūn acquista forza evocativa che, come una divinità, diventa trascendete e acquista una luminosità che continua in Iridescent, un brano che si avvale non solo di note, ma anche di parole a tratti dilatate come a riprodurre una luminosità diffusa che abbraccia l’ascoltatore. Mentre lo ascolti gli occhi si chiudono senza che te ne accorga, e la mente si apre a luci che forse fanno parte della memoria, oppure la creano partendo dalla sensazione di leggerezza provocata dalla musica stessa. L’impressione è quella di galleggiare nell’aria. Waves ha invece una ritmica più forte e cadenzata, dove il canto “I know what is coming now” diventa un tutt’uno con le onde sonore e in quelle onde, che tu lo voglia o no, ci devi nuotare. Ogni beat si infrange contro l’ascoltatore che si muove tra l’elettronica e una batteria che ad ogni colpo è uno schiaffo sulla pelle, mentre un’eco vocale distorta ci guida verso un vascello spaziale che ci attende in infinite nebulose. Ammetto che mi piace perdermi in questa sensazione di spazio infinito, e gioco con il nome dell’artista che mi ricorda la luna come viene pronunciata in inglese, mentre l’atmosfera rarefatta che abbraccia il progetto si fonde con il beat elettronico che ne caratterizza ogni passo. Scopro che l’album si arricchisce di featuring interessanti come quello con Emilya NdMe in Red Shift oppure con l’esordiente Isevril in Neon Dreams, e Are You Real?, progetto di Liuzza, nell’eterea Soulprism. Nel frattempo, arrivo all’ultima canzone, Cosmic Kiss che saluta l’ascoltatore con suoni dilatati di synth e un canto sussurrato come un bacio rubato, di saluto o di addio, questo sta a noi deciderlo, mentre la melodia da bassa si apre a note alte, a un timbro vocale che diventa sempre più evocativo come una luce che si irradia e viaggia attraversando la nostra anima verso l’universo pieno di colori. 

Come il telescopio spaziale James Webb e le sue immagini che ci hanno fatto vedere le sfumature dell’infinito, Mått Mūn usa la musica per cantarci del cosmo e ce ne fa percepire i suoi colori, le sue infinite sospensioni dove noi nuotiamo nell’aria, e se non possiamo farlo fisicamente, attraverso i suoi suoni possiamo farlo con la mente. Le sue atmosfere sonore attraversano come un raggio di luce, ci trafiggono per poi portarci lontano con loro, e questo che si voglia essere trascinati oppure no. Quando pensi che forse sia il caso di tornare con la testa sulla terra, lui ti chiede di rimanere ancora un po’e di goderti quel momento in ogni sua sfaccettatura. Non sai se vale la pena assentarsi o no quel tanto che basta ad ascoltarlo, ma non sono domande che riesci a farti tanto di cattura, rimane solo una sensazione di morbidezza anche quando madre Terra ti richiama all’ordine. E tu torni con la tua emozione sospesa nel vuoto ancora pieno delle note appena ascoltate.

 

Mått Mūn

Lux

Beautiful Losers

 

Alma Marlia

Tre Domande a: Mått Mūn

Come e quando è nato questo progetto?

Il progetto Mått Mūn ha rappresentato per me un nuovo inizio, un nuovo focus musicale. Negli anni precedenti avevo spaziato tra molti generi e stili, sempre con delle band, e ad un certo punto, precisamente nel 2018, ho sentito che era arrivato il momento di trovare una nuova forma, un’incarnazione definitiva e totalmente personale, per poter fare un passo avanti, per venire completamente allo scoperto e poter crescere, mostrando tutto ció che avevo dentro in una dimensione più matura, al massimo della creatività.

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Profonde emozioni, caleidoscopiche sensazioni, idee e curiosità per il variegato mondo che ci circonda e per le meravigliose e sconfinate connessioni tra l’essere umano e il cosmo a cui appartiene.
Mi piacerebbe dare qualcosa di originale, di profondo, portando l’ascoltatore su altri mondi attraverso le melodie e le tematiche espresse, cercando di trasmettergli un po’ del mio animo sognante.

 

Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?

Sceglierei proprio il singolo in uscita in questi giorni, Iridescent, primo estratto dal nuovo album LUX. I motivi sono molteplici…Innanzitutto perchè credo che il brano abbia un perfetto mix e una giusta alchimia per quanto riguarda i generi che più amo e che più ho cercato di approfondire negli ultimi anni: l’elettronica, il rock, il synthpop. Inoltre Iridescent è una canzone energetica, positiva, colorata, luminosa, con un ritornello molto orecchiabile, con un tema di base che ritengo interessante e ricco di sfumature.