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Tag: molchat doma

Molchat Doma @ Arena Puccini

Il lunedì non fa poi così schifo se la sera ti aspetta un live colmo di synth e darkwave della risposta bielorussa ai Depeche Mode

Sto parlando ovviamente dei Molchat Doma da Minsk, che con soli tre dischi alle spalle e un brano virale sul social dei giovani e dei balletti (ovviamente parlo di TikTok), sono diventati una band di rilievo mondiale. 

Il trio composto da Egor Skutko, Roman Komogorcev e Pavel Kozlov non ha deluso le attese e ha regalato ai numerosi fan giunti all’Arena Puccini di Bologna per la prima data del Diretto Live Festival (che proseguirà in questi giorni con Cavetown e The Voidz di Julian Casablancas) uno spettacolo intenso ed oscuro.

La band sale sul palco e attaccano senza tanti fronzoli con Kommersanty, dal loro secondo lavoro Ėtaži, e subito una pioggia di synth ci travolge e trascina tutti negli anni ’80. Il pubblico balla e prova a cantare con una certa goffaggine i testi in russo. Lo sguardo di Egor è fiero, scruta gli spettatori con un’espressione dura e parla pochissimo con i fan, dicendo a malapena due parole rigorosamente nella sua lingua madre. Si scioglie notevolmente, però, durante le canzoni: sferzanti giri di basso rendono impossibile stare fermi così si lancia in movimenti sinuosi e acrobatici balletti stile Thom Yorke. La scaletta è perfetta: brani da tutti e tre i loro dischi che mettono d’accordo sia i fan più attempati che i giovani. Ottima interpretazione di Diskoteka in classico stile New Order a Filmy e Zvezdy che ricordano tantissimo lo stile di Robert Smith, passando per Toska che potrebbe tranquillamente portare la firma dei Joy Division. Dopo il finto finale il trio torna sul palco per gli ultimi balli scatenati e concludendo con la canzone che li ha resi famosi su TikTok Sudno (Boris Ryzhyi).

Avevo già assistito ad un concerto di questa band nel lontano febbraio 2020, ultimo concerto pre pandemia, e devo dire che hanno fatto passi da gigante. Cresciuti tantissimo a livello tecnico senza perdere il loro piglio gelido e cupo. Paverl Kozov maneggia perfettamente basso e sintetizzatori, Roman Komogorcev è ormai un virtuoso dei synth e la voce di Egor Skutko è profonda e cavernosa, perfetta guida nella loro oscurità musicale.

Avevo molte remore riguardo la location, dato che alle 21 in estate in un’arena all’aperto ci sarebbe stata troppa luce che avrebbe cozzato notevolmente con le atmosfere siberiane del live. Fortunatamente, però, un lieve temporale ha aiutato a creare il giusto ambiente nuvoloso e oscuro per un concerto del genere. 

Alessandra D’Aloise

Setlist

Kommersanty
Filmy
Toska
Zvezdy
Udalil Tvoy Nomer
111
Obrechen
Son
Volny
Doma Molchat
Tantsevat’
Diskoteka
Na Dne

Encore
Kletka
Sudno (Boris Ryzhyi)

TOdays Festival 2022

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 Torino // 26-28 Agosto 2022

 

[/vc_column_text][vc_empty_space][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ci sono momenti in cui Torino sa essere un luogo affascinante e sembra essere qualcosa di diverso dallo stereotipo di città post-industriale, senza identità, perennemente a un bivio.
Ci sono momenti in cui sembra decisa, sicura e accogliente, come se da sempre sapesse mettere la musica al centro di un progetto e far sì che tutto il resto funzioni per osmosi. 
Il TOdays Festival è giunto alla settima edizione, e punta diritto verso una maturità anticipata ma meritatissima. Il progetto è organizzato dalla Città di Torino, ed è un punto fondamentale, perché slega l’organizzazione dalle dinamiche tipiche di un festival: grandi nomi, grande venue, massimizzare il profitto. Nel corso degli anni si è lavorato per creare un’immagine di qualità, più che di quantità, e, come accade nelle favole moderne, l’investimento viene ripagato. Le lineup dei tre giorni hanno attirato pubblico da tutta Italia e dall’estero, tanto che ho sentito francesi parlare napoletano (il contrario sarebbe stato banale, suvvia), e ho conosciuto chi da Londra è giunto in città inseguendo qualche amatissima band (e chi se non per i Black Country New Road?).

I TOdays non sono solo musica. Ci sono state una quarantina di attività in cartellone, oltre alla proposta serale di musica presso lo sPAZIO211, presso l’ex fabbrica INCET. Entrambi i luoghi si trovano nella periferia di Torino, segno dell’attenzione riposta nella scelta di dove collocare, fisicamente, un momento così importante di apertura al mondo.
E apertura, movimento, fluidità, sono state parole chiave della tre giorni.

Breve pagella non richiesta prima del racconto delle serate:
Voto dieci all’atmosfera: tutti rilassati e con voglia di divertirsi, l’ultima sera di concerti si è chiusa con i Primal Scream sul palco e gli Arab Strap tra il pubblico a bere birrette. Accadde a Torino.
Voto nove alle lineup. Sono state sicuramente un richiamo per molti, considerando le undici esclusive nazionali. Insomma, o ai TOdays o aereo.
Voto otto al meteo, che regala in tre giorni l’esperienza della stagione secca e dei monsoni, che produce coreografie gratuite ai Molchat Doma, e che fa ballare sotto la pioggia.
Voto sette per i suoni, i volumi, e insomma, si è sentito bene e tutto, anche l’ottavino.
Voto sei per il cibo. Ma era tutto così rilassato che anche i token non mi sono sembrati token. Almeno non fino a lunedì mattina, quando sono usciti dalle tasche, maledetti.
Voto cinque, ed unica insufficienza, per i Primal Scream, ma andiamo con ordine…

…continua a leggere aprendo le pagine delle singole giornate!

Andrea Riscossa

Foto di Roberto Mazza Antonov (day 1+2) e Ilenia Arangiaro (day 3)[/vc_column_text][vc_empty_space][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

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• Day 1 •

26 Agosto 2022

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• Day 2 •

27 Agosto 2022

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• Day 3 •

28 Agosto 2022

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[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a TOdays Festival[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

TOdays Festival 2022 • Day 2

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sPAZIO211 (Torino) // 27 Agosto 2022

 

FKJ

MOLCHAT DOMA

LOS BITCHOS

SQUID

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]La seconda serata del TOdays inizia con una piacevole sorpresa. Gli Squid riescono in quindici minuti a richiamare il pubblico sotto il palco, a farlo ciondolare prima, saltellare poi e pogare infine. Fidatevi, dato l’alto numero di austeri sabaudi presenti, riuscire a sciogliere così le genti non è da tutti.
I cinque ragazzi di Brighton sono saliti sul mio personalissimo podio, senza scendere dalla prima posizione. Uno show senza momenti di calo, divertente, equilibrato tra il ben suonato e il buon delirio, con un cantante/batterista che sa essere piuma e sa essere fero, e del resto non è un caso se BBC Radio se li coccola, se KEXP li ha già invitati un anno fa e se la critica ha finito le metafore e le iperboli. Davvero eccellenti ed inaspettati.

Poi ci sono un’australiana, una uruguaiana, una svedese e un’inglese. Quella che potrebbe sembrare l’inizio di una (brutta) barzelletta è invece il quadro delle provenienze delle Los Bitchos, seconda band in cartello. Ancora più affascinante sarebbe elencare la lista delle influenze musicali o, ancora meglio, delle sfumature che si possono cogliere nel loro set. Come in una gara di degustazione di barolo ma coi frizzipazzi sotto la lingua, ho colto, nell’ordine: base di cumbia, anni settanta, condita con surf music, un pizzico di dream pop, a volte solo pop, una spolverata di punk, cadenze metal, follia e gioia Q.B..
Tutto questo, già al loro primo live di qualche anno fa, fece innamorare della loro musica un certo Alex Kapranos, noto ai più come leader dei Franz Ferdinand, che da quel giorno diventa il loro produttore.
Che dire di più. Divertenti, sicuramente originali, forse un po’ ripetitive, nonostante la mole di influenze citate.

Terzo gruppo in cartellone, i Molčat Doma, che giustificano la presenza di giovini vampiri new-goth a bersi una birra vicino a me.
Mentre si avvicina un temporale di biblica memoria, mi sovvengono i Subsonica, quando inneggiavano al Cielo su Torino. In questo caso è al fianco del gruppo bielorusso, creando un’atmosfera di gioioso Ragnarǫk, tra lampi e un sound che è un inno alla darkwave, alla coldwave, insomma quel piglio lì. I tre di Minsk devono la loro gloria ai social, in particolare a TikTok, che li ha portati dritti al successo negli USA. Il loro primo singolo, Sudno (Boris Rizhy), solo su Spotify conta qualcosa come 163 milioni di streaming.
Il loro live è coerente con immagine e cornice, non esce mai dai binari del genere sopracitato (tanto che omaggiano direttamente The Cure in una intro, citando A Forest) e svolge il suo compito, seppur in cirillico. 

A chiudere la serata ci pensa FKJ, acronimo French Kiwi Juice, e al secolo Vincent Fenton. 
Il palco viene trasformato in un salotto, con tanto di divano e luci soffuse. Pianoforte, batteria, chitarra, un sax e poco altro di analogico. Il polistrumentista francese ha un approccio simile a Tash Sultana, ma punta più sulla qualità e sul minimalismo, lo spettacolo è più intimista e meno di impatto. Ha raggiunto i due miliardi di streaming e ha collezionato un numero di live impressionante, compresi Coachella e Lollapalooza. Suona diversi generi, dalla french house al nu jazz, ma incasellare la sua musica in un solo genere o corrente è un esercizio vano.
Il suo live è stato funestato da una tempesta tropicale che ha lentamente spostato il pubblico verso zone riparate. Per i pochi eroici spettatori FKJ ha comunque portato a termine il suo show, dispiace non averlo applaudito fino all’ultima nota.

Fine della seconda serata, siamo zuppi ma salvi in auto.
In tasca due token.
Scarpe fradice e morale alto.
Molto, molto bene. 

 

Andrea Riscossa

foto di Roberto Mazza Antonov

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