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Tag: nicholas ciuferri

All I Want for Christmas Is (a Book)

Sudorazione, crampi addominali, secchezza delle fauci e narcolessia.
Questi i sintomi provocati dall’ansia da regalo, effetti indesiderati dovuti a sessioni di shopping degne di un triatleta in attività.
Abbiamo una soluzione a mariti collezionisti di vinili rari, a fidanzate dedite al post-goth lappone, ad amici/e/u che millantano di conoscere la setlist dei Bee Hive a Trezzano, 1982.
Un libro. Date loro un libro e otterrete gioia, quiete e una manciata di consecutio apprese per osmosi.

Siamo stati al Salone Internazionale del Libro di Torino e, con un ritardo imbarazzante, abbiamo qualche consiglio su titoli o case editrici per chi, in questo duro momento, è uscito sconfitto da un negozio di dischi.

Partiamo dalla casa editrice Odoya, quella più presente sugli scaffali di chi scrive, più che altro per l’affinità di generi musicali esplorati.
Quattro i titoli su tutti:

Greil Marcus, Bob Dylan, Scritti 1968 – 2010
Un rapporto, anzi, un amore letterario che attraversa un’era musicale, una fotografia di una parabola lunga come una carriera. 40 anni raccontati da una penna di indiscusso valore mondiale. 

Greg Prato, Grunge is Dead.
Tecnicamente una bibbia. 130 interviste, una storia corale, una storia orale. Si parte dalle radici, si analizzano band più o meno note, si mette a fuoco quello che fu, dopo la Londra punk, l’ultimo movimento musicale geograficamente così circoscritto e allo stesso tempo così importante a livello globale. 

Valeria Sgarella, Seattle, la città, la musica, le storie.
Del sopracitato movimento grunge esiste una geografia ben descritta in questo volume. Seattle è stata una città di sale prova, di spazi per concerti, di luoghi intrisi di storie e musica. Poi giganti come Starbucks, Microsoft e Amazon hanno iniziato a cambiarne l’aspetto (e l’anima?). 

Stefano Solventi, The Gloaming, i Radiohead e il crepuscolo del Rock.
Questa è una storia di evoluzione, un’analisi del rapporto tra una band (i Radiohead) e i cambiamenti a livello globale. Una sorta di documentario sul processo evolutivo, sui meccanismi di cambiamento e sulle modalità di interazione per modulare al meglio la propria arte. A volte l’oggetto del racconto cambia il linguaggio del racconto stesso. 

Sempre della stessa casa editrice segnaliamo testi su Tom Waits, Black Flag, Nick Cave, Zappa, Ian Curtis e molti, molti altri.

 

Altro catalogo che ci ha colpito è quello della Tsunami Edizioni. Qui l’ambiente è un po’ più caldo, con monografie lato metal/rock/punk/hardcore, anche di autori italiani. Citiamo un geniale Come sopravvivere a Wacken, di Davide Savaris, oltre a testi molto interessanti su Nine Inch Nails, Joy Division, Mötley Crüe, Screaming Trees.

 

Sezione a parte la merita Maurizio Blatto. Unire causticità sabauda ed amore per la musica è un’arte e un privilegio. Tre titoli dell’autore meritano di essere letti, perché portano a una sana e consapevole autoindulgenza nei confronti delle proprie intolleranze musicali e della autoproclamata superiorità in fatto di gusti e manie.
Citiamo:

Sto ascoltando dei dischi, ADD Editore, 2020
Mytunes. Come salvare il mondo, una canzone alla volta, Baldini + Castoldi, 2014
L’ultimo disco dei Mohicani, Ultra, 2017

Segnaliamo che è uscito un nuovo libro da pochissimo, titolo: Canzoni di Natale, ADD Editore. 

 

Ricordiamo storiche collane ancora attive e presenti in catalogo, come Arcana, LIT e Ultra. Testi al limite del saggio filosofico, come Snaidero per Mimesis, La filosofia dei Led Zeppelin. Edonismo vitalista e volontà di potenza, ovvero Page-Plant-Jones-Bonham secondo Nietzsche.

E ancora, di Rossano Lo Mele, Scrivere di Musica, Minimum Fax. Dalla penna del batterista dei Perturbazione e direttore editoriale di Rumore, un saggio su come e cosa e quando e perché della musica.

Di Vincenzo Costantino, aka Cinaski, I miei Poeti Rock, Hoepli. Qui si tratta di musica e condivisione, di scoperta e di racconto, di musica e poesia.

Chiudo con Nicholas Ciuferri, Maledetti Cantautori, Beccogiallo. Fu una piacevole scoperta, a teatro. Perché il libro, in questo caso, è uscito dalle pagine ed è diventato uno spettacolo fatto di parole e canzoni, in cui la musica spiega il racconto e il racconto diventa la musica.

 

Ovviamente di titoli validi e di autori capaci le librerie son piene. Speriamo di aver dato però uno spunto o anche solo un barlume di speranza a chi, quest’anno, ha bisogno di un aiuto nell’assecondare una sana mania, una beata ossessione.
Che, poi, “scrivere di musica è come ballare di architettura”.
Speravo di non citarla, ma non ho resistito.
Chiedo scusa e buone feste.

 

Andrea Riscossa

 

Postilla: caldamente raccomandata la serie di libri 33 1/3 edita da Bloomsbury Publishing, piccole monografie su specifici album scritte da autori vari e con vari stili, dal tradizionale saggio a versioni più romanzate della genesi del disco in questione. Ad oggi si contano circa 170 titoli, disponibili solo in inglese.

Francesca Garattoni

Maledetti Cantautori @ Teatro della Concordia

Teatro della Concordia (Venaria Reale) // 28 Maggio 2021

 

…E quindi uscimmo a riveder le stelle
Dante, Inferno, XXXIV, 139

 

Ieri sono tornato a un evento live. Chiamiamolo concerto, anche se, a ben vedere, Maledetti Cantautori è molto di più.
Avevo un accredito stampa. E a quel punto anche un vago senso di colpa, così, avvisata la biglietteria della mia presenza, ho comunque pagato l’ingresso. È una questione di karma, è una questione di militanza e di sostegno. Io senza voi non scriverei, in fin dei conti. Ora, devo anche chiedere scusa a VEZ, perché io ai concerti tendo ad ascoltare e a pensare e così, alla fine, ho una timida foto per altro neanche scattata dal sottoscritto. E sorrido a pensarci, perché nonostante non fossimo in molti, la mia etica da concertista over quaranta mi impone di avere cautela nell’uso del telefono a un concerto. Un buon segno, penso, non ho perso le buone maniere.

Il Teatro della Concordia di Venaria Reale è il luogo che accoglierà questo nuovo inizio. Quindi sarò comodamente seduto, con un ottima acustica, in ampi spazi rispettosi di norme anti-covid. Quasi commosso anche dalla birra pre-concerto, un rituale che sembra appartenere a un’era lontana, di baccanali e festival pieni di droplet e sudore.
L’evento principale è stato preceduto dall’esibizione di due nuove proposte del panorama torinese: Carsico ed Eugenio Rodondi, esponenti di un nuovo cantautorato pieno di buoni propositi.
Lo spettacolo principale inizia quindi poco dopo le 21.00. Sul palco sale Nicholas Ciuferri, autore del libro cui si ispira lo spettacolo, Nathalie, cantautrice e vincitrice di X-Factor nel 2010, The Niro, nome d’arte del cantautore romano Davide Combusti, Riccardo Tesio, fondatore dei Marlene Kuntz, produttore e chitarrista, Andrea Angeloni ai fiati e il 23enne giovane talento Pit Coccato.

È uno spettacolo fatto di storytelling e musica, in cui alcuni autori, sia del passato sia contemporanei, vengono presentati con brevi racconti e successivamente da un brano eseguito dagli ottimi musicisti che accompagnano Ciuferri.
Per il sottoscritto è un ripartire dalle basi. Da un racconto che si fa musica, o meglio, da un racconto che arriva alla musica. L’inquadratura scelta per fotografare l’artista descritto non è mai banale e ci porta verso lati poco noti o conosciuti, raccontando aspetti delle grandi star accessibili solo a chi si è dedicato a fondo alle loro biografie. Si parte con Tim Buckley, con un genio eclettico e problematico, dal suo rapporto con il figlio, l’amore, le famiglie, la dipendenza. Il racconto non è mai morale, pietista, anzi, incalza, aumenta di ritmo, lascia indizi sparsi, quasi come fosse un gioco tra chi racconta e il pubblico. E poi, all’apice della narrazione c’è una morte, un punto fermo, un presente. E poi musica, a turno tra Nathalie e The Niro. Il racconto prosegue con la Joplin, il Chelsea Hotel e l’incontro con Cohen, un Thom Yorke alle prese con ospedali, plastiche e una mamma, un Cash che diventa statua e gigante, come nella realtà, sospeso tra Steinbeck e linee bianche da seguire, il Lead Belly di In The Pines, resa famosa dai Nirvana nell’Unplugged, e poi Chris Cornell, Jeff Buckley, Lou Reed.
È una piccola Spoon River in prosa, in cui il soggetto non è rivelato se non dalla sua musica. Un gioco fatto di parole chiave, canzoni nascoste nelle vite narrate, piccoli segreti di grandi personaggi. È come stappare una bottiglia di buon vino e trovare tutti i profumi possibili, e, alla fine, assaggiare.
Risultati della serata: ho comprato il libro oggi. Se Ciuferri scrive come racconta, allora ho delle belle ore davanti. Poi ho scoperto che la musica dal vivo è ancora in grado di emozionarmi. Anzi no, diamo merito anche al sottoscritto: i peli delle mie braccia hanno ancora memoria e sanno alzarsi con fierezza in caso di musica ben suonata. Posso vantarmi di questa cosa, ieri sera ne sono stato orgoglioso e quasi mi sono commosso. Ultimo: cantare, anche sussurrando, dentro la mascherina è come fare l’amore sotto le lenzuola.
Lo fai proprio solo se devi. 

La musica è tornata dal vivo, il mondo è tornato un posto più vivibile, grazie anche a questi artisti che nonostante il poco pubblico si sono impegnati e hanno dato vita a uno spettacolo interessante e appassionante.
Regolarmente conclusosi nel rispetto del coprifuoco vigente. 

Chiudo con un consiglio da amante dei bei racconti raccontati: il podcast. Ragazzi, questo spettacolo deve uscire dai teatri e dalle piazze. Osate. 

 

Andrea Riscossa

Foto di Copertina: Davide Garibaldi