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Tag: nick cave

Nick Cave and The Bad Seeds @ NorthSide

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• Nick Cave and The Bad Seeds •

Eskelunden (Aarhus) // 2 Giugno 2022

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VEZ5_2020: Francesca Garattoni

Fare un bilancio del 2020 di qualsiasi tipo – anche musicale – è un po’ strano, dato che la percezione del tempo è stata completamente distorta e questi 12 mesi sono durati in realtà 57. Ma comunque in questi 57 mesi la musica è stata fondamentale: un po’ bene di conforto, un po’ fonte di nostalgia per una normalità persa per strada e qualche volta anche motivo di dispiacere, ripensando magari a tutti i concerti mancati e che non si sa quando riprenderanno nella loro forma più vera e sincera: appiccicati gli uni agli altri addosso a una transenna.

Ecco allora che abbiamo chiesto ai nostri collaboratori e amici di raccontarci quali sono stati gli album che hanno tenuto loro più compagnia durante questo 2020…

 

Muzz “Muzz”

In un periodo dove la pacchianeria sembra essere l’unità di misura delle nuove proposte musicali, l’album di esordio del trio Banks, Barrick e Kaufman lascia il segno per eleganza e raffinatezza. Amore e profondo rapimento al primo ascolto, scelta facilissima come miglior album dell’anno.

Traccia da non perdere: Knuckleduster

 

Doves “The Universal Want”

Dopo undici anni di silenzio dal precedente Kingdom of Rust, tornano i Doves e sfornano un signor album. Solido, limpido, senza troppe stramberie di voler innovare per forza, ritroviamo il sound della band di Manchester come se non fossero passati dieci anni di hiatus.

Traccia da non perdere: Cathedrals of the Mind

 

Nick Cave “Idiot Prayer”

Un pianoforte e la sua voce, è tutto quello di cui le canzoni di Nick Cave hanno bisogno. Già belle con l’accompagnamento de The Bad Seeds, in questa versione scarna ed intimista le canzoni di Idiot Prayer assumono uno spessore e un’intensità da far venire la pelle d’oca.

Traccia da non perdere: The Ship Song 

 

The Strokes “The New Abnormal”

Si, si, lo so: The Strokes non sono più quelli di Is This It e a stento First Impressions of Earth può essere considerato il loro ultimo album interessante, eppure… eppure con questo nuovo The New Abnormal, un titolo che si adatta molto bene a questo 2020 decisamente fuori dal normale, sfornano un album degno di essere ascoltato ancora e ancora e ancora e ci ricordano perchè ci piacevano tanto ad inizio millennio.

Traccia da non perdere: At the Door

 

Deftones “Ohms”

Dei tre album pubblicati quest’anno da altrettanti gruppi major — Deftones, Pearl Jam e The Smashing Pumpkins — solo quello dei primi è degno di una posizione nella mia personale classifica, sia Top 5 che Honorable Mentions. Ancora una volta i Deftones ci tengono incollati allo stereo in bilico tra sonorità classiche e svolte innovative e ancora una volta non deludono.

Traccia da non perdere: Ohms

 

Honorable mentions 

Mark Lanegan “Straight Songs of Sorrow” Quest’album di Lanegan è come mangiare un carciofo: lo si apprezza una canzone alla volta e dopo l’amaro iniziale rimane il retrogusto dolce della bellezza.

Sophia “Holding On / Letting Go” Ennesima riprova della qualità artistica di Robin Proper-Sheppard, un po’ ritorno al rock e un po’ sperimentazione.

Matt Berninger “Serpentine Prison” In un momento di pausa da The National, Matt Berninger si dà al pop e One More Second è una canzone che vale l’album.

Phoebe Bridgers “Punisher” Ascolto/scoperta dell’ultimo minuto, ma brava brava brava.

Adrianne Lenker “Songs” Splendida anche in versione solista senza i Big Thief.

 

Francesca Garattoni