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Tag: nu genea

VEZ5_2022: Isabella Monti

A dicembre scorso, mentre pubblicavamo per il secondo anno di fila le personali top 5 della redazione e degli amici di VEZ, ci eravamo augurati come buon proposito per l’anno nuovo di tornare il prima possibile e in modo più normale possibile ad ascoltare la musica nel suo habitat naturale: sotto palco.
Nel 2022 tutto sommato possiamo dire di esserci riusciti, tra palazzetti di nuovo pieni e festival estivi senza né sedie né distanziamenti. Però ormai ci siamo affezionati a questo format-resoconto per tirare le somme, quindi ecco anche quest’anno le VEZ5 per i dischi del 2022.

 

Loyle Carner Hugo

Il flow cockney di Loyle Carner, giovane rapper britannico classe 1994, mi ha accompagnato nelle lunghe giornate di reclusione del 2020, tra una dolce Ottolenghi in featuring con il mio amato Jordan Rakei e una Ain’t Nothing Changed in heavy rotation.
Mi ha sempre incuriosito il suo modo così British di rappare, seppur non l’abbia mai approfondito a dovere… fino all’uscita di questo suo terzo album in studio, di cui scopro l’esistenza per puro caso meno di un mese fa. Impazzisco letteralmente, lo divoro, cerco un volo per Bristol per assistere al suo prossimo tour UK, andato sold out in una manciata di giorni.
Un album già definito dalla critica un totale capolavoro rispetto ai precedenti, intimo, duro, vulnerabile, in cui le rime sono sputate fuori come bile matura, supportate da una sezione ritmica di puro godimento che spazia tra nu-soul, d’n’b, jazz e gospel.
Fatevi questo regalo e guardate su youtube il live del 5 novembre di Parigi, tutto d’un fiato.

Traccia da non perdere: Hate

 

Sampa The Great As Above So Below

Dopo il clamoroso The Return di Freedom e Final Form, aspettavo quest’album come una bimba aspetta la mattina di Natale.
Un disco spirituale registrato interamente in Zambia, che nasce dalla terra e dalla pancia, fatto di rap, soul, r&b, richiami allo zamrock, reggae e ritmiche tribali. Un disco di bassi cupi che suonano nel petto, che parla di autoaffermazione, origini e famiglia, che celebra radici in terre d’Africa.
Solenne.

Traccia da non perdere: Never Forget

 

Serena Brancale Je So Accussì

Scalda il cuore, smuove il sentimento, fa shakerare il fondoschiena. Serena è straordinaria, “sta uagnedd che ride canta e sona”, con una voce che fa sognare e che non ha paura di far diventare il suo dialetto barese quasi sensuale. Finalmente un po’ di vero soul nella scena musicale italiana! Un album che è anche un inno al funk, alle ritmiche di un “basso anni ’70” e alla donna, celebrata anche grazie alle preziose collaborazioni con Rochelle e Margherita Vicario.
Un grande omaggio a Pino Daniele, maestro e faro di chiunque si approcci al funk all’italiana, con il rifacimento di tre brani caldi e avvolgenti, tra cui Je so pazz che incalza, un po’ lounge un po’ bossanova e una Alleria da lacrime.
Se poi ci mettiamo anche le collaborazioni con Davide Shorty su Rinascimento e Ghemon su Pessime intenzioni facciamo jackpot.
In loop per rinfrancare lo spirito.

Traccia da non perdere: Je So Pazz

 

Gabriels Angels & Queens

C’erano un direttore di un coro gospel, un regista e un compositore classico. Se fino a qui poteva sembrare una barzelletta, si dimostra essere una delle rivelazioni dell’anno.
Il primo disco del trio Gabriels stupisce con un mix pazzesco di gospel, soul e doo-wop, ballad spirituali e falsetti che ti strappano dentro, di linee tutte da ballare e godere come una hit di Lisa Stansfield e George Michael che viene dritta dritta dagli anni ’90 o un classicone di Prince.
Non c’è cosa più bella che scoprire buona musica nuova.

Traccia da non perdere: Angels & Queens 

 

Nu Genea Bar Mediterraneo

Il perfetto proseguimento di quel capolavoro (seppur un po’ inarrivabile) di Nuova Napoli.
Trascina nelle atmosfere malinconiche di una Napoli di 40 anni fa, che si trasforma in un vero porto di mare di contaminazioni sonore, frutto di una grande ricerca e della sperimentazione berlinese dei due producer Lucio Aquilina e Massimo di Lena, accompagnati da un pool di musicisti eccellenti e dalla sempre meravigliosa Fabiana Martone alla voce neomelodica.
Groove come se piovesse, profumo di ginestre, sorseggiando un Martini al Bar Mediterraneo, vista Vesuvio.

Traccia da non perdere: Marechià

 

Honorable mentions 

Kendrick Lamar Mr Morale & The Big SteppersHo sempre snobbato Kendrick Lamar, non so nemmeno perchè, preferendo un’altra scena rap americana. Un album forte, acido, complicato, fitto di contrasti che si sentono anche e soprattutto a livello di produzione, tra rap, trap e piano jazz. Intrigante.  

Swatkins Friends and other necessities Funky anni ’70 fresco e super godibile. Dopo tanti EP finalmente un album completo per questo master keyboard player della scuola di Stevie Wonder; ciliegina sulla torta, il feat. con il mio amato Allen Stone. Sicuramente da seguire.

Oscar Jerome The SpoonI singoli precedenti Do You Really e Sun for Someone si sono guadagnati un posto speciale nella mia playlist del feel good. Promette lo stesso anche questo nuovo album. Il nu jazz londinese non delude mai.

Kokoroko Could We Be MoreDa mettere in loop un sabato mattina di fine autunno, col sole che entra dalla finestra e una tazza di tè caldo in mano, come le note di un jungle jazz che scalda il cuore. 

Ishmael Ensemble The RebukeSi tratta “solo” del nuovo singolo di questo ensemble che scopro sul finire dell’anno. Penso proprio andrò indietro nel tempo a scoprire il resto.

 

Isabella Monti

Nu Genea @ Acieloaperto X

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A C I E L O A P E R T O  X

Rocca Malatestiana (Cesena) // 29 Luglio 2022

 

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Foto di Isabella Monti
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VEZ5_2021: Isabella Monti

Quando l’anno scorso avevamo pensato alle VEZ5, l’avevamo fatto perché ci sembrava un buon modo per tirare le nostre personali somme musicali dopo un anno particolare in cui la musica era stata contemporaneamente conforto e nostalgia. Per quanto non abbia raggiunto gli stessi livelli — anche se ci ha provato — il 2021 si è mantenuto un po’ sulla stessa scia del suo predecessore, quindi eccoci di nuovo qua, anche quest’anno, a tirare le nostre fila nella speranza di riuscire a tornare il prima possibile e in modo più normale possibile sotto un palco.

 

Hiatus Kaiyote Mood Valiant

Ho rischiato fortemente che questo numero 1 fosse anche numero 2 – 3 – 4 – 5 e oltre. Mi hanno incuriosito al primo ascolto, catturato al secondo, definitivamente presa al terzo. Il Natale 2020 ha avuto come colonna sonora Choose your weapon (loro secondo album), in loop per qualcosa come 72 ore consecutive e questo terzo album ne è la degna prosecuzione, un vero trip psichedlicojazzfunkindustriale. Il loro sound soul-aborigeno, mai scontato e tecnicamente spaziale, ti entra dentro e ti ribalta le viscere, mentre la voce soul graffiante-delicata-decisa di Nai Palm ti accarezza e ti prende a schiaffi allo stesso tempo.
Niente, li amo alla follia.

Traccia da non perdere: Chivalry Is Not Dead

 

Ainé Alchimia

Ho sentito per la prima volta Ainé al festival Sammaurock nel 2018. Non lo conoscevo, ma mi son bastati i primi secondi di batteria di Davide Savarese per innamorarmi.
Senza esagerare, uno dei pochissimi veri esponenti del soul italiano.
Dopo Generation One (capolavoro che ho nel cuore) e Niente di me, questo nuovo EP, oltre a vantare collaborazioni con artisti della scena soul/hiphop come Serena Brancale, Davide Shorty, Clementino & SIssi, Tormento ed Ensi, rappresenta una sorta di rinascita, la commistione di due anime, perdersi per poi trovarsi. Da ascoltare in loop.

Traccia da non perdere: Affogo

 

Davide Shorty fusion.

Davide Shorty rappresenta per me il ritorno a quell’hip hop italiano vecchio stampo, che tanto amo. Dopo il successo di Sanremo giovani con Regina, finalmente il nuovo lavoro, con una buona dose di hip hop, nu soul, jazz e richiami alla sua amata-odiata terra (Sicilia). Il risultato di questo mix? fusion., ap(punto).
Musicalmente di altissima qualità, grazie anche alla collaborazione con Musicisti con la M maiuscola come Davide Savarese, Emanuele Triglia, Claudio Guarcello e di featuring con artisti come Serena Brancale, Sans Soucis, Roy Paci e, udite udite, DJ Gruff (ex Sangue Misto <3).
Per non parlare poi dei testi, impegnati a livello politico e sociale. Finalmente qualcuno che “rappresenta per l’hip hop con la rima in italiano”, come diceva il buon Neffa ai tempi dei Messaggeri della dopa.
Tempi difficili per i concerti, questi, ma ho avuto la fortuna di poterlo vedere live e fotografarlo ben due volte nel 2021, una con il tour di fusion., l’altra per l’Italian Soul Summit, con Ainé e Serena Brancale. La cosa stupenda è che ormai ogni volta che vedo loro e il gruppo di strepitosi musicisti che li segue, mi sembra di ritrovare degli amici con cui condividere finalmente Musica di qualità. Una boccata d’aria fresca, ogni volta.

Traccia da non perdere: Non Respiro (ft. Amir Issaa)

 

Silk Sonic An Evening with Silk Sonic

Niente, che sono una rockettara di vecchia generazione ma ho le radici dove scorre prepotentemente il groove ormai l’avete capito (per la precisione, a Rimini sud, tra il fiume Conca e il Ventena).
An evening with Silk Sonic è quell’album che metti su quando hai bisogno di non pensare a nulla, ballare e lasciarti trasportare dalla musica.
Bruno Mars e Anderson .Paak sono un po’ come la coppia perfetta del varietà. Parte l’album e vieni subito catapultato a Chicago negli anni ’70, in un club fumoso, con 4 jazzisti sul palco mentre aspetti la star… e quando arriva, boom, parte lo spettacolo.
Black music, parti rappate su groove alla Kool & the Gang, sound alla Earth, Wind & Fire, George Clinton e Parliament/Funkadelic, Curtis Mayfield, un pizzico di Barry White, ballate, ironia, funky music. Ci sguazzo come Paperon de’ Paperoni nei dollaroni.
Da assumersi con un gin tonic in mano dopo una giornata di trituramento lavorativo (e non). Sculettamento assicurato.

Traccia da non perdere: Fly as Me

 

Allen Stone Apart

Il folletto del soul americano anni 2000 esce quest’anno con una raccolta acustica di alcuni tra i suoi pezzi più belli. Vocalmente pazzesco, come sempre. L’atmosfera è un po’ troppo… acustica, tanto, acustica. Ma, se la smaghita è dietro l’angolo (mi domando se fuori dalla Romagna questo termine sia comprensibile) penso subito a quella volta nel 2018, a Fort Lauderdale al Revolution Live… e sorrido. Uno dei concerti migliori della mia vita (e ne ho visti tanti).

Traccia da non perdere: Unaware

 

Honorable mentions 

Nu Genea Marechià – Cambia il nome, per ragioni socialmente ammirevoli, ma non cambia la qualità. Pezzo in linea con il precedente Nuova Napoli (consumato), una linea che mi fa impazzire. Non vedo l’ora esca il nuovo album.

Cory Wong & Dirty Loops Turbo – Ho il marito (musicista) in fissa, in macchina quando siamo insieme passa solo questo. Ma non mi lamento per niente, anzi! Cory Wong e Dirty Loops, una garanzia di goduria musicale.

Casino Royale Polaris – Al primo ascolto: però! Al secondo ascolto: meh? Album difficile, ma merita sicuramente altri ascolti più dedicati.

Jordan Rakei What we call life – Seguito, ancora più intimista, di Origin. Ricorda vagamente alcune dinamiche alla Thom Yorke. Ne scopro l’esistenza il 5 dicembre, niente male.

 

Isabella Monti