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Tag: pioggia rossa dischi

Balto “Forse È Giusto Così” (Pioggia Rossa Dischi/Schiuma Dischi, 2022)

Forse È Giusto Così è il primo album dei Balto, la band romagnola formata da Andrea Zanni, Manolo Liuzzi, Alberto Piccioni e Marco Villa.

Se, come me, appartieni alla fascia di età protagonista dell’album, le nove canzoni che lo compongono ti sembreranno raccontare la tua storia, l’incertezza e la paura del futuro che prova la nostra generazione e sono un invito ad accettare che non si può avere la vita completamente sotto controllo.

Il mondo è così frenetico, ci sentiamo in dovere di costruire il nostro futuro e non sempre sappiamo chi vogliamo diventare, quindi, ci scontriamo con il peso delle scelte successive ai nostri studi. Poi i primi anni di lavoro irrompono con le loro difficoltà e ci chiediamo quando scompariranno l’angoscia e il senso di inadeguatezza, sentimenti ai quali troviamo una risposta nella titletrack Forse È Giusto Così: si può avere paura del futuro e sentirsi in difetto perché le persone intorno a noi sembrano essere più produttive e performanti, ma non si può controllare ogni aspetto della propria vita. Ascoltando il brano, ci si sente autorizzati a calmarsi, perché nel resto del mondo ci sono persone che hanno compiuto, stanno compiendo o compiranno i nostri stessi passi e si può andare avanti.

E se ci si chiede che cosa accada quando si va avanti, interviene il primo singolo Quella Tua Voglia di Restare, che è una lettera dal futuro – più precisamente dal 2 aprile 2024 – scritta alla soglia dei trent’anni, alla fine del percorso emotivo contenuto nell’album. Il protagonista si rivolge al proprio padre e racconta che, nonostante il dolore provato per aver perso una persona cara, la vita è proseguita e ora ha trovato la sua stabilità emotiva. È come se i Balto volessero rassicurare se stessi e la generazione di cui parlano: la paura che proviamo oggi finirà e troveremo la tranquillità che cerchiamo.

Tornando al presente, I Tuoi 20 Anni è una confessione, un pugno allo stomaco per una generazione che vorrebbe spaccare il mondo, ma si sente fragile, confusa e cerca la propria identità vivendo continui sbalzi di umore. La canzone è un percorso di crescita perfettamente espresso nei tre diversi finali del ritornello: “E io con me stesso non ci so più stare / E io con me stesso non ci voglio parlare / E con me stesso adesso ci so stare”. 

Forse è giusto così è tutto questo, è un mix di sensazioni che speriamo di superare con l’avanzare dell’età e che forse ricorderemo con affetto e nostalgia, come accade oggi quando pensiamo all’adolescenza. Ma non pensate che l’album sia necessariamente triste: è confortante sentirsi in compagnia e lo proviamo con Le Giornate da Morire, in collaborazione con il gruppo rock bresciano Cara Calma. Il brano racconta le giornate malinconiche e noiose, nelle quali ci troviamo a riflettere sulla nostra vita e che si rivelano necessarie per scoprire noi stessi. Il mondo ci chiede di essere performanti e perseguire un preciso obiettivo e non avere tempo libero è diventato il nuovo status quo di cui vantarsi.
La canzone invita a non sottovalutare la noia e la tristezza e ad apprezzarle, perché sono necessarie per avere un dialogo con le nostre fragilità e per pensare alle giornate future trovando nuove ispirazioni. “Noi siamo il nostro tempo perso” è la frase del ritornello che riassume al meglio il significato di tutto il brano. La potenza della canzone sta nel suo essere condivisa con un’altra band, rafforzando l’idea che gli anni che stiamo vivendo siano un percorso collettivo e che sia inutile colpevolizzarsi. È bello sapere che ci siano più voci a dire “L’incertezza non è colpa mia”.

I nostri anni sono anche quelli degli amori, in cui non capiamo se siamo ancora troppo giovani o già abbastanza grandi per intraprendere una relazione “definitiva”, ma non sempre sappiamo se la vogliamo davvero. A entrare nel discorso è Niente di noi, un brano che racconta la fine di una storia d’amore, che è un’esperienza frequente tra i venti e i trent’anni. La canzone è un viaggio attraverso i momenti belli di una relazione e una volta giunti al termine del rapporto, bisogna accettare la nuova realtà e le scelte dell’altra persona, anche quando rimane un attaccamento affettivo. Lasciarsi non significa necessariamente cancellare, è giusto voler conservare il ricordo ed è un sentimento esplicitato nell’unica frase del ritornello: “E per non perderci niente di noi”.

Forse è giusto così è un album intimo in cui ci riconosciamo ed è un ottimo inizio per i Balto, che hanno voluto realizzare una vera e propria presentazione. Non resta che augurare loro buona fortuna, sperando che l’introspezione resti sempre un tratto caratteristico della loro musica.

 

Balto

Forse È Giusto Così

Pioggia Rossa Dischi / Schiuma Dischi

 

Marta Massardo

L’ultimodeimieicani “Ti Voglio Urlare” (Pioggia Rossa Dischi, 2019)

Ballare sul pessimismo

 

Ti Voglio Urlare de L’ultimodeimieicani è un album strano, ovviamente in senso buono. 

È uno di quegli album che sembra voglia lanciarti addosso pessimismo un tanto al kg, ma lo fa con un sound che al tempo stesso ti fa venire voglia di ballare in modo casuale e senza riflettere. È questa la sensazione che si ha quando si ascolta Everest, ad esempio: un ritmo energico e incalzante su cui la voce canta “ogni volta che ti guardi allo specchio, ti senti un minuto più vecchio”. 

È anche un album onesto, che non edulcora niente, quindi è normale che dopo averlo ascoltato ti rimanga nelle ossa una sensazione di spossatezza, proprio come quando di colpo smetti di ballare e inizi a pensare.

Questo è il primo LP della band genovese, uscito sempre per Pioggia Rossa Dischi a quasi 3 anni di distanza dal loro EP di esordio, In Moto Senza Casco, e anticipato da ben cinque singoli. Il primo, Pensione a 20 Anni, è uscito l’8 marzo scorso e per l’occasione le strade della loro città sono state ricoperte di tanti volantini gialli. La provocazione dietro alla canzone è inequivocabile: esiste un rischio fondato di scegliere a vent’anni un percorso che non è quello giusto per noi, ritrovandosi così imprigionati in una vita monotona e che non sentiamo nostra. Da qui l’idea di iniziare a lavorare solo più avanti, forse con le idee più chiare e una testa più matura.

Pensione a 20 anni è stato seguito poi da Sirene, Gelato — singolo che conta anche la partecipazione del giovane rapper genovese Canca — e Ciao. Quest’ultimo vuole raccontare la fine di una relazione nascosta dietro a un saluto così banale, “quel momento in cui vorresti dire tante cose, ma ti escono solo quelle quattro lettere”, come scrive la stessa band su Instagram. Chiude la fila Cosa vuoi cambiare, uscito due settimane prima dell’album.

Particolare attenzione è data anche il rapporto con le proprie città, spesso definite provinciali e, sembra, a tratti soffocanti. È un rapporto di amore-odio, come quello che si sente in Sirene oppure Provincialismo, perché alla fine sono proprio loro, le nostre città, nonostante un certo disprezzo, che contribuiscono a renderci quelli che siamo.

Ti Voglio Urlare è quindi il ritratto di chi si ritrova fermo immobile in un presente insoddisfacente, di chi si sente “come macchine ferme a guardare i semafori verdi”, di chi desidera un cambiamento che spezzi la monotonia e che invece, purtroppo, pare non arrivare mai.

Ma forse riconoscere l’immobilità è già un primo passo per iniziare a muoversi.

 

L’ultimodeimieicani

Ti Voglio Urlare

Pioggia Rossa Dischi, 2019

 

Francesca Di Salvatore