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Tag: puertonico

0774: l’esordio di Puertonico accorcia le distanze tra Roma e Milano

Come suonerebbe una cena a base di spritz e carbonara? Suonerebbe esattamente come il primo EP di Puertonico 0774. Di origini romane e milanese d’adozione, riesce ad intrecciare queste due diverse realtà e realizzare un lavoro del tutto originale e personale: i suoi testi sono infatti un colpo alla pancia, espressivi e che arrivano dritti al punto senza troppi giri di parole. Il tutto è poi condito con un sound hip hop/r&b che smorza il cantato e rende i pezzi godibili e leggeri già dal primo ascolto.

Anche se oggi lo sentiamo cantare “ya ya ya” tra una barra e l’altra, Nicolò si porta alle spalle un passato nell’alternative rock con il suo ormai ex gruppo, i Blooming Iris. Il totale cambio di genere diventa quasi una sindrome di Zelig, dimostrandoci tutta la sua capacità di essere un artista camaleontico. 0774 è fuori da poco tempo, pubblicato con Thaurus Publishing e pronto per girare nelle nostre playlist di Spotify.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere per farci raccontare qualcosa di più sul suo progetto e cercare di rubargli qualche anticipazione.

 

Compresa la tua esperienza passata con i Blooming Iris, sono ormai più di dieci anni che sei nella scena, diciamo che non sei più di “primo pelo”. Raccontaci: cosa è cambiato da quando lavoravi ai pezzi col tuo gruppo a quando hai deciso di uscire come solista?

“La risposta sembrerà strana, ma è cambiato molto poco! Devo ringraziare gli anni passati in saletta con i Blooming, perché sono stati alla base della mia formazione musicale. Ho imparato a collaborare, arrangiare, scrivere parti per strumenti, cantare quando hai volumi altissimi nelle orecchie, sapere cosa serve dal vivo e in studio. L’approccio è cambiato perché negli anni inizi a conoscerti, capisci cosa vuoi dire e in che direzione vorresti portare la tua musica. La più grande differenza nel lavorare da soli l’ho riscontrata sicuramente nella maggiore velocità “decisionale”, anche se non è detto che le decisioni che prendi da solo siano le migliori. Per questo amo condividere la musica con gli amici che mi conoscono da tanti anni per avere feedback onesti e costruttivi.”

 

Prendersi un attimo per ascoltarsi il tuo EP in cuffia è come catapultarsi in uno dei primi videoclip di Usher con qualche “ya ya ya” che ti tiene incollato al 2019. Hai qualche artista di riferimento?

“Non ho artisti di riferimento. Sono affezionato a quello che da bambino stimolava la mia immaginazione, sia a livello visivo che sonoro. Cerco di mischiare queste suggestioni con ciò che amo della nostra epoca. Sono sempre alla ricerca di suoni stimolanti, sfidanti, che possano portare la mia visione un passo avanti. Per tenere vivo questo fuoco, lascio che siano le persone attorno a me ad ispirarmi.”

 

Il naturale bisogno di sfogare sensazioni pesanti accomuna tutti i tuoi testi e li rende autentici, mentre le sonorità orecchiabili pop aiutano poi a smorzarli e li addolciscono. Citandoti: “questo inchiostro è oro e mi salva dall’odio”, è così che nascono i tuoi testi?

“Nell’ultimo periodo devo dire che è stato così. La scrittura ha avuto un ruolo terapeutico, scrivere certe cose è stato complicato, perché mi sono scoperto molto. Quando cerchi la tua identità devi passare attraverso degli step, 0774 lo è, non so cosa avrò bisogno di raccontare o sfogare prossimamente, ma per suonare autentico dovrà farmi male ogni volta come la prima.”

 

Dai Blooming Iris a 0774 c’è un notevole salto di genere: si va da un alternative più impegnativo che strizza l’occhio agli Incubus a un sound pop e radiofonico. Quanta rincorsa hai preso prima di saltare?

“Tantissima! È stato un processo veramente lungo, soprattutto perché fino a qualche anno fa scrivevo in inglese e mai avrei immaginato di cantare in italiano. Ho attraversato una serie di fasi costruttive e distruttive che mi hanno portato ad avere la consapevolezza che ho oggi e penso che me ne aspetteranno tantissime altre!”

 

Tra Roma e Milano non ci sono solo cinquecento chilometri di distanza e qualche carbonara in meno, ma sono città che rappresentano due modi di vivere diversi. Come riesci a far coesistere queste due realtà e come influiscono sulla tua musica?

“Bella domanda, me lo chiedo spesso. La differenza tra le due città è abissale, hanno entrambe un impatto profondamente diverso su ciò che faccio, per modalità, vibe e altre mille cose. Diciamo che sto riuscendo a far coincidere aspetti molto eterogenei della mia personalità in ambienti che riescono a darmi sempre stimoli differenti e lontani.”

 

Solitamente quando si promuove un disco si pubblicano tante foto in posa e ci dimentichiamo di parlare di quanta fatica e sudore possano esserci dietro. Com’è stato per te far nascere questo EP? Hai lavorato solo o sei stato affiancato da qualcuno che ti ha aiutato con la produzione?

“È stato molto faticoso, per questo bellissimo. Ho lavorato da solo sia alla scrittura che alla produzione dei brani, è stato un processo molto intenso ma naturale. Si sono allineati gli astri e mi sono fatto trovare nel posto giusto al momento giusto. Devo ringraziare gli amici che hanno collaborato con me nella fase conclusiva del progetto per poterlo narrare al meglio, graficamente e sonoramente.”

 

Ho iniziato da qualche giorno a seguirti su Instagram ed ho subito notato come cerchi di coinvolgere chi ti ascolta nel tuo progetto: quanto è importante per te il rapporto con il pubblico e la promozione tramite i social?

“Penso che per un artista indipendente sia importante stabilire un contatto con il pubblico. Nonostante la tecnologia, i social ecc. l’arte è ancora fatta di persone e mi piace poter dialogare, coinvolgere. Lo faccio molto anche nei live, non riesco a farne a meno.”

 

Immagino che usciranno presto alcune tue date e siamo curiosissimi di sentirti e di scoprire il tuo live set! Sarai solo sul palco o qualcuno lo dividerà con te?

“Sto preparando due tipi di live set, uno da club e uno più soft, che sto iniziando a portare in giro. Sul palco non sarò solo, non lo trovo divertente, ma non posso sbilanciarmi più di così, altrimenti vi rovinerei la sorpresa!”

 

La tua poliedricità ti lascia carta bianca: aspetto di lasciarmi stupire o puoi farmi qualche anticipazione sui prossimi progetti?

“Sto scrivendo tantissimo, ho un sacco di canzoni che non vedo l’ora di far uscire, in più posso dirti che ho avviato un progetto con due amici conosciuti quest’anno e fra poco potremmo condividere il risultato della nostra collaborazione!”

 

Non ci resta che augurarti il meglio. Meno Ricky Martin e più Puertonico!

 

 

Sophia Lippi