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Tag: sharptone records

Story of the Year “Tear Me To Pieces” (SharpTone Records, 2023)

Operazione nostalgia o semplice congelamento nel passato?

A sei anni da Wolves e dieci dalla reunion, gli Story Of The Year tornano in scena con il reboot album Tear Me To Pieces, pronti a cavalcare l’onda dell’emo-revival.

La formazione è quella della golden age di Page Avenue, anche i suoni e i testi vanno immediatamente a richiamare il passato della band di St. Louis; il terzo singolo 2005 inizia con l’auto citazione “Remember when we said: I spill my heart for you”, insomma all’appello di quella che è a tutti gli effetti una reunion adolescenziale, manca solo l’iconico produttore John Feldmann, ma in realtà pare che sia stato proprio lui ad indicare il nome del prescelto per questo progetto: Colin Brittain (All Time Low, Papa Roach, 5 Seconds of Summer, One OK Rock…), in pratica li ha lasciati nelle mani del suo fidato successore.

Intendiamoci, la band non è mai veramente uscita dai suoi vecchi schemi e ha sempre proposto la sua antica formula screamo early ’00, tra alti e bassi, con coerenza; in questo caso però, non stiamo parlando di attaccamento alle radici, ma di un prodotto che sembra pensato, scritto e suonato per scuotere i ricordi degli gli emo genitori ma anche per avviare i loro emo figli alla famosa fase non fase col ciuffo.

L’album inizia col botto, la title track Tear Me To Pieces e la successiva Real Life sono i primi due singoli estratti e, senza girarci troppo intorno, possiamo tranquillamente definirle le migliori delle undici canzoni totali. La prima, in pieno stile Story Of The Year, ha un ritornello che non ti molla più, la seconda ti obbliga a cantare senza ritegno quelle melodie iper catchy che ricordano i migliori All Time Low.
Da qui in poi si procede con il freno a mano tirato, ma anche questo è 100% SOTY, il quartetto infatti ci ha da sempre abituati all’alternanza tra tracce che funzionano e cosiddetti pezzi minori.
E allora si va da canzoni che sembrano quelle skippabili degli Yellowcard ad altre che invece sono effettivamente canzoni skippabili e degli Story Of The Year, passando per le immancabili ballad, come la malinconica Sorry About Me, che sembra una canzone non skippabile dei Simple Plan ed è capace di strappare anche un piantino.

Qualcuno si aspettava una svolta matura e concettuale? Non credo, a mio parere Tear Me To Pieces è un album di facile ascolto e piacevole spensieratezza, a cui è giusto volere bene, a lui, a tutti i suoi difetti e soprattutto agli Story Of The Year, per quello che hanno rappresentato e tentano di salvare oggi, a braccetto con i colleghi The Used, From First To Last, Silverstein, Hawthorne Heights e gli altri compagni di lacrime che quella fase non l’hanno solo vissuta ma hanno contribuito a crearla. 

 

Story Of The Year
Tear Me To Pieces
SharpTone Records

 

Stefano Cece Gardelli